The Opera di Santa Maria was the institution responsible for the construction and maintenance of the Duomo, the Campanile, and the Camposanto in Pisa. To fulfill these duties, it was endowed with properties acquired through donations and various bequests. Highly regarded by popes and emperors alike, the Opera held possessions wherever Pisan influence and presence extended. In addition to Pisa, it could boast of holdings in Sardinia, the East, Corsica, and other parts of Italy. In other words, in all regions with a community of Pisan citizens or their interests, the Opera acted as guardian of rights and a promoter of the activities and power of Pisani far from their homeland. It is therefore not inaccurate to assert that much of Pisa’s success in Sardinia originated from the privileges granted to the Opera and reserved for it. This prestigious Pisan institution held vast possessions in Sardinia, including churches, houses, estates, flocks, and herds, along with an innumerable number of servants and handmaids, as attested by archival records preserved in Pisa, in both the State Archives and the Capitular Archives. In total, there are 189 documents related to Sardinia, 133 of which remain unpublished. Their study allows for a clearer understanding of the Opera’s activities in Sardinia, its properties, and its social relations. Through the comprehensive edition and systematic analysis of all documentation concerning the relationship between the Pisan Opera and Sardinia, this study complements and updates the results of previous research, which have already been included in various publications (B. Fadda, Le pergamene relative alla Sardegna nel Diplomatico della Primaziale dell’Archivio di Stato di Pisa, «Archivio Storico Sardo» XLI (2001), pp. 9-354; Ead., Le rendite dell’Opera di Santa Maria di Pisa in Sardegna all’inizio del secolo XIV, «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari», LVII (2008), pp. 433-463; Ead., Nuovi documenti sulla presenza dell’Opera di Santa Maria di Pisa a Cagliari in epoca catalano-aragonese, «RIME. Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea» 4 (2010), pp. 125-142; Ead., Nuovi documenti sulla presenza dell’Opera di Santa Maria di Pisa nella Gallura medievale (1112-1401), in Itinerando. Senza confini dalla preistoria ad oggi. Studi in ricordo di Roberto Coroneo, edited by R. Martorelli, Perugia 2015, 3 vols., II, pp. 645-660; Ead., Le attività economiche dell’Opera del Duomo di Santa Maria di Pisa. Le fonti sul Logudoro: La domus di Bosove, in Sa massarìa: Ecologia storica dei sistemi di lavoro contadino in Sardegna, edited by Giovanni Serreli, Rita T. Melis, Charles French, and Federica Sulas, Cagliari 2017, pp. 735-756). It serves as a valuable tool for those interested in deepening and updating their studies on Sardinia and the broader Mediterranean context between the late 11th and 15th centuries.
L’Opera di Santa Maria era l’ente responsabile per la costruzione e la manutenzione del Duomo, del Campanile, del Camposanto di Pisa e fu dotata a questi scopi di proprietà, derivanti da donazioni e lasciti vari. Ben vista dai pontefici e dagli imperatori, l’Opera aveva dei possedimenti dovunque arrivarono l’influenza e la presenza pisane. Poteva vantare possessi, oltre che a Pisa, in Sardegna, in Oriente, in Corsica, e nel resto d’Italia. In altre parole, in tutti quei luoghi nei quali era presente un nucleo di cittadini pisani e di loro interessi, l’Opera diventava custode dei diritti e promotrice dell’attività e potenza dei suoi concittadini lontani dalla patria. Non è quindi errato sostenere che gran parte delle affermazioni conseguite da Pisa in Sardegna ebbe origine dai privilegi ottenuti dall’Opera e ad essa riservati. L’importante istituto pisano aveva ingenti possedimenti in Sardegna: chiese, case, poderi, greggi e armenti, un’innumerevole quantità di servi e ancelle, dei quali resta attestazione nei fondi documentari custoditi a Pisa, nell’Archivio di Stato e nell’Archivio Capitolare. 189 sono, in totale, i documenti riguardanti la Sardegna – ben 133 dei quali inediti, la cui lettura consente di mettere meglio a fuoco le attività dell’Opera in Sardegna, le sue proprietà e i suoi rapporti sociali. Questo studio, attraverso l’edizione integrale e l’analisi sistematica di tutta la documentazione relativa ai rapporti tra l’Opera pisana e la Sardegna, completa e aggiorna gli esiti di precedenti ricerche, già confluiti in diverse pubblicazioni (B. Fadda, Le pergamene relative alla Sardegna nel Diplomatico della Primaziale dell’Archivio di Stato di Pisa, «Archivio Storico Sardo» XLI (2001), pp. 9-354; Ead., Le rendite dell’Opera di Santa Maria di Pisa in Sardegna all’inizio del secolo XIV, «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia ell’Università degli Studi di Cagliari», LVII (2008), pp. 433-463; Ead., Nuovi documenti sulla presenza dell’Opera di Santa Maria di Pisa a Cagliari in epoca catalano-aragonese, «RIME. Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea» 4 (2010), pp. 125-142; Ead., Nuovi documenti sulla presenza dell’Opera di Santa Maria di Pisa nella Gallura medievale (1112- 1401), in Itinerando. Senza confini dalla preistoria ad oggi. Studi in ricordo di Roberto Coroneo, a cura di R. Martorelli, Perugia 2015, 3 vol., II, pp. 645-660; Ead., Le attività economiche dell’Opera del Duomo di Santa Maria di Pisa. Le fonti sul Logudoro: La domus di Bosove, in Sa massarìa: Ecologia storica dei sistemi di lavoro contadino in Sardegna, a cura di Giovanni Serreli, Rita T. Melis, Charles French e Federica Sulas, Cagliari 2017, pp. 735-756), configurandosi come uno strumento per quanti vogliano approfondire e aggiornare gli studi sulla Sardegna e sul più ampio contesto mediterraneo tra la fine dell’XI e il XV secolo.
Le relazioni tra l'Opera di Santa Maria di Pisa e la Sardegna. I documenti (1082-1429)
Bianca Fadda
2020-01-01
Abstract
The Opera di Santa Maria was the institution responsible for the construction and maintenance of the Duomo, the Campanile, and the Camposanto in Pisa. To fulfill these duties, it was endowed with properties acquired through donations and various bequests. Highly regarded by popes and emperors alike, the Opera held possessions wherever Pisan influence and presence extended. In addition to Pisa, it could boast of holdings in Sardinia, the East, Corsica, and other parts of Italy. In other words, in all regions with a community of Pisan citizens or their interests, the Opera acted as guardian of rights and a promoter of the activities and power of Pisani far from their homeland. It is therefore not inaccurate to assert that much of Pisa’s success in Sardinia originated from the privileges granted to the Opera and reserved for it. This prestigious Pisan institution held vast possessions in Sardinia, including churches, houses, estates, flocks, and herds, along with an innumerable number of servants and handmaids, as attested by archival records preserved in Pisa, in both the State Archives and the Capitular Archives. In total, there are 189 documents related to Sardinia, 133 of which remain unpublished. Their study allows for a clearer understanding of the Opera’s activities in Sardinia, its properties, and its social relations. Through the comprehensive edition and systematic analysis of all documentation concerning the relationship between the Pisan Opera and Sardinia, this study complements and updates the results of previous research, which have already been included in various publications (B. Fadda, Le pergamene relative alla Sardegna nel Diplomatico della Primaziale dell’Archivio di Stato di Pisa, «Archivio Storico Sardo» XLI (2001), pp. 9-354; Ead., Le rendite dell’Opera di Santa Maria di Pisa in Sardegna all’inizio del secolo XIV, «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari», LVII (2008), pp. 433-463; Ead., Nuovi documenti sulla presenza dell’Opera di Santa Maria di Pisa a Cagliari in epoca catalano-aragonese, «RIME. Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea» 4 (2010), pp. 125-142; Ead., Nuovi documenti sulla presenza dell’Opera di Santa Maria di Pisa nella Gallura medievale (1112-1401), in Itinerando. Senza confini dalla preistoria ad oggi. Studi in ricordo di Roberto Coroneo, edited by R. Martorelli, Perugia 2015, 3 vols., II, pp. 645-660; Ead., Le attività economiche dell’Opera del Duomo di Santa Maria di Pisa. Le fonti sul Logudoro: La domus di Bosove, in Sa massarìa: Ecologia storica dei sistemi di lavoro contadino in Sardegna, edited by Giovanni Serreli, Rita T. Melis, Charles French, and Federica Sulas, Cagliari 2017, pp. 735-756). It serves as a valuable tool for those interested in deepening and updating their studies on Sardinia and the broader Mediterranean context between the late 11th and 15th centuries.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Le relazioni tra l'Opera di Santa Maria di Pisa e la Sardegna, 2020.pdf
Solo gestori archivio
Tipologia:
versione editoriale (VoR)
Dimensione
4.84 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.84 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.