La diffusione dei social media ha permesso a una serie di progetti di archeologia, come quelli portati avanti da numerose università italiane, di curare una comunicazione immediata e diretta dei risultati delle ricerche e dello stesso percorso di costruzione della conoscenza connesso ad un intervento archeologico. Tra questi progetti, una serie di interventi di archeologia medievale – pur nelle diverse forme assunte, in cui è possibile riconoscere un’articolata declinazione dell’uso dello stesso strumento con una specializzazione per temi e formule espressive – hanno sperimentato differenti possibilità nell’uso di Facebook, con esperienze che hanno contribuito ad avvicinare un pubblico ampio alla ricerca archeologica e al patrimonio culturale. Si tratta di un fenomeno che, pur con una certa irregolarità delle pubblicazioni e una diseguale cura nella composizione dei messaggi, ha spesso messo i ricercatori e gli studenti che partecipano alle attività didattiche sul campo di fronte alla necessità di comunicare in modo tempestivo, corretto ed efficace. Se, tuttavia, su Facebook, non sono poche le pagine dedicate a progetti di Archeologia medievale - analizzando le quali è possibile svolgere considerazioni sulla definizione e sul raggiungimento degli obiettivi di comunicazione da parte dei gruppi di ricerca, così come sul loro impatto sulla società - appare, al momento, molto più contenuta la presenza su Instagram degli stessi progetti di Archeologia medievale: la maggior parte dei progetti di Archeologia medievale presenti su Facebook utilizza Instagram in modo residuale. Il contributo intende fornire, a partire da una serie di dati relativi alla presenza su Instagram dell’archeologia medievale italiana, una serie di osservazioni sulla situazione presente e alcune possibili prospettive.

L'archeologia medievale italiana su Instagram: osservazioni sulla situazione presente e prospettive

Fabio Pinna
Primo
;
Francesco Pruneddu
2020-01-01

Abstract

La diffusione dei social media ha permesso a una serie di progetti di archeologia, come quelli portati avanti da numerose università italiane, di curare una comunicazione immediata e diretta dei risultati delle ricerche e dello stesso percorso di costruzione della conoscenza connesso ad un intervento archeologico. Tra questi progetti, una serie di interventi di archeologia medievale – pur nelle diverse forme assunte, in cui è possibile riconoscere un’articolata declinazione dell’uso dello stesso strumento con una specializzazione per temi e formule espressive – hanno sperimentato differenti possibilità nell’uso di Facebook, con esperienze che hanno contribuito ad avvicinare un pubblico ampio alla ricerca archeologica e al patrimonio culturale. Si tratta di un fenomeno che, pur con una certa irregolarità delle pubblicazioni e una diseguale cura nella composizione dei messaggi, ha spesso messo i ricercatori e gli studenti che partecipano alle attività didattiche sul campo di fronte alla necessità di comunicare in modo tempestivo, corretto ed efficace. Se, tuttavia, su Facebook, non sono poche le pagine dedicate a progetti di Archeologia medievale - analizzando le quali è possibile svolgere considerazioni sulla definizione e sul raggiungimento degli obiettivi di comunicazione da parte dei gruppi di ricerca, così come sul loro impatto sulla società - appare, al momento, molto più contenuta la presenza su Instagram degli stessi progetti di Archeologia medievale: la maggior parte dei progetti di Archeologia medievale presenti su Facebook utilizza Instagram in modo residuale. Il contributo intende fornire, a partire da una serie di dati relativi alla presenza su Instagram dell’archeologia medievale italiana, una serie di osservazioni sulla situazione presente e alcune possibili prospettive.
2020
978-88-9349-893-7
Instagram; Archeologia medievale; Facebook; Università; Archeologia pubblica
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