All’indomani dell’Unità d’Italia, nel quadro di un generale risveglio culturale che interessò tutta la nazione, gli studi sul patrimonio artistico e archeologico della Sardegna conobbero uno sviluppo notevole. Nuovi metodi, contenuti e finalità fornirono un contributo decisivo nella implementazione della storiografia sarda, che con rinnovato interesse si occupò del patrimonio architettonico medievale dell’isola. Le chiese medievali della Sardegna apparivano, alla fine dell’Ottocento, ancora integre e poco manomesse da interventi successivi, e anche per tali motivi divennero oggetto di studio e di salvaguardia, nell’ambito della creazione dei nuovi istituti di tutela creati dallo Stato. Le figure di Filippo Vivanet, primo direttore dell’Ufficio regionale dei Monumenti dal 1891, e del suo collaboratore Dionigi Scano, i loro scritti e gli interventi sul campo, testimoniano dell’importanza che venne conferita al recupero dell’architettura medievale isolana, di pari passo con il diffondersi del neomedievalismo. Nel presente intervento si intende ripercorrere il periodo che dalla fine del XIX secolo porta alla metà del Novecento, esaminando alcune delle figure centrali nel panorama degli studi medievistici isolani, attraverso la lettura della documentazione d’archivio e degli scritti dati a stampa, al fine di porre in evidenza con quali modalità, teoriche e operative, ci si sia approcciati al patrimonio architettonico medievale nell’arco cronologico indicato.
Riscoperta e tutela del patrimonio architettonico medievale della Sardegna tra fine Ottocento e metà Novecento
Usai, Nicoletta
Primo
2021-01-01
Abstract
All’indomani dell’Unità d’Italia, nel quadro di un generale risveglio culturale che interessò tutta la nazione, gli studi sul patrimonio artistico e archeologico della Sardegna conobbero uno sviluppo notevole. Nuovi metodi, contenuti e finalità fornirono un contributo decisivo nella implementazione della storiografia sarda, che con rinnovato interesse si occupò del patrimonio architettonico medievale dell’isola. Le chiese medievali della Sardegna apparivano, alla fine dell’Ottocento, ancora integre e poco manomesse da interventi successivi, e anche per tali motivi divennero oggetto di studio e di salvaguardia, nell’ambito della creazione dei nuovi istituti di tutela creati dallo Stato. Le figure di Filippo Vivanet, primo direttore dell’Ufficio regionale dei Monumenti dal 1891, e del suo collaboratore Dionigi Scano, i loro scritti e gli interventi sul campo, testimoniano dell’importanza che venne conferita al recupero dell’architettura medievale isolana, di pari passo con il diffondersi del neomedievalismo. Nel presente intervento si intende ripercorrere il periodo che dalla fine del XIX secolo porta alla metà del Novecento, esaminando alcune delle figure centrali nel panorama degli studi medievistici isolani, attraverso la lettura della documentazione d’archivio e degli scritti dati a stampa, al fine di porre in evidenza con quali modalità, teoriche e operative, ci si sia approcciati al patrimonio architettonico medievale nell’arco cronologico indicato.File | Dimensione | Formato | |
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