La preoccupazione di Elsa Morante che il genere romanzesco fosse in agonia per via della preferenza degli autori italiani per la pagine breve la spinse alla composizione di quello che lei stessa definì " l'ultimo romanzo della terra ... Volevo anche che il romanzo contenesse tutto cio che era stata la sostanza del romanzo dell'Ottocento: i parenti poveri, quelli ricchi, le orfanelle, le prostitute dal cuore generoso ..." (Elsa Morante, Opere, I Meridiani, a cura di Carlo Cecchi e Cesare Garboli, Milano: Mondadori, 1988, LVII). Le sottili implicazioni di un tale discorso, che, mentre sembra sfiorare esclusivamente il contenuto tematico del tessuto narrativo, adombra più suggestive trasformazioni e manipolazioni stilistiche nell'ipotesto, dal quale emerge un raffronto intertestuale con l'opera proustiana che si contrappone all'indirizzo della precedente critica, per trarre spunti e stimoli di indagine.
Elsa Morante e l'eredità proustiana
Lucamante Stefania
1998-01-01
Abstract
La preoccupazione di Elsa Morante che il genere romanzesco fosse in agonia per via della preferenza degli autori italiani per la pagine breve la spinse alla composizione di quello che lei stessa definì " l'ultimo romanzo della terra ... Volevo anche che il romanzo contenesse tutto cio che era stata la sostanza del romanzo dell'Ottocento: i parenti poveri, quelli ricchi, le orfanelle, le prostitute dal cuore generoso ..." (Elsa Morante, Opere, I Meridiani, a cura di Carlo Cecchi e Cesare Garboli, Milano: Mondadori, 1988, LVII). Le sottili implicazioni di un tale discorso, che, mentre sembra sfiorare esclusivamente il contenuto tematico del tessuto narrativo, adombra più suggestive trasformazioni e manipolazioni stilistiche nell'ipotesto, dal quale emerge un raffronto intertestuale con l'opera proustiana che si contrappone all'indirizzo della precedente critica, per trarre spunti e stimoli di indagine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.