Un importante insieme di servizi ecosistemici (SE) offerti dalle infrastrutture verdi (IV) è costituito dalla protezione e dal miglioramento delle condizioni di habitat e specie, quindi dalla conservazione e dall’accrescimento della biodiversità. La Strategia sulla Biodiversità per il 2030 dell’Unione Europea (UE) sottolinea che la Commissione Europea “[I]mporrà agli Stati membri di innalzare il livello di attuazione della legislazione vigente entro tempi precisi, e li sosterrà in questo compito; in particolare, prescriverà loro di evitare il deterioramento delle tendenze e dello stato di conservazione di tutti gli habitat e le specie protetti entro il 2030. Gli Stati membri dovranno inoltre assicurare che almeno il 30% delle specie e degli habitat il cui attuale stato di conservazione non è soddisfacente lo diventi o mostri una netta tendenza positiva” (European Commission, 2020, pp. 6-7). In questa prospettiva, una delle caratteristiche significative delle IV è l’attitudine ad indirizzare gli impatti negativi della frammentazione degli habitat in relazione all’offerta di SE relativa alla biodiversità attraverso il rafforzamento delle connessioni tra le aree protette. Sulla base di una metodologia sviluppata da Cannas e descritta in alcuni studi disponibili in letteratura (Cannas and Zoppi, 2017a; 2017b; Cannas et al., 2018a; 2018b), questo contributo identifica i corridoi ecologici (CE) con riferimento ad un sistema di aree protette. Inoltre, l’approccio metodologico, applicato al contesto territoriale della Sardegna, si pone l’obiettivo di mappare i CE che formano, insieme alle aree protette, una rete che rappresenta la struttura spaziale di una IV regionale. Successivamente, si analizza la relazione tra i CE e la tassonomia spaziale delle componenti di paesaggio con valenza ambientale (CPVA), identificate del Piano paesaggistico regionale della Sardegna (PPR), per valutare se, e fino a che punto, l’attuale zonizzazione del PPR può essere usata per mettere in atto un dispositivo regolamentare finalizzato alla protezione dei CE.
Corridoi ecologici e paesaggio: un contributo alla pianificazione di una rete regionale di aree protette
Isola Federica;Leone Federica;Zoppi Corrado
2022-01-01
Abstract
Un importante insieme di servizi ecosistemici (SE) offerti dalle infrastrutture verdi (IV) è costituito dalla protezione e dal miglioramento delle condizioni di habitat e specie, quindi dalla conservazione e dall’accrescimento della biodiversità. La Strategia sulla Biodiversità per il 2030 dell’Unione Europea (UE) sottolinea che la Commissione Europea “[I]mporrà agli Stati membri di innalzare il livello di attuazione della legislazione vigente entro tempi precisi, e li sosterrà in questo compito; in particolare, prescriverà loro di evitare il deterioramento delle tendenze e dello stato di conservazione di tutti gli habitat e le specie protetti entro il 2030. Gli Stati membri dovranno inoltre assicurare che almeno il 30% delle specie e degli habitat il cui attuale stato di conservazione non è soddisfacente lo diventi o mostri una netta tendenza positiva” (European Commission, 2020, pp. 6-7). In questa prospettiva, una delle caratteristiche significative delle IV è l’attitudine ad indirizzare gli impatti negativi della frammentazione degli habitat in relazione all’offerta di SE relativa alla biodiversità attraverso il rafforzamento delle connessioni tra le aree protette. Sulla base di una metodologia sviluppata da Cannas e descritta in alcuni studi disponibili in letteratura (Cannas and Zoppi, 2017a; 2017b; Cannas et al., 2018a; 2018b), questo contributo identifica i corridoi ecologici (CE) con riferimento ad un sistema di aree protette. Inoltre, l’approccio metodologico, applicato al contesto territoriale della Sardegna, si pone l’obiettivo di mappare i CE che formano, insieme alle aree protette, una rete che rappresenta la struttura spaziale di una IV regionale. Successivamente, si analizza la relazione tra i CE e la tassonomia spaziale delle componenti di paesaggio con valenza ambientale (CPVA), identificate del Piano paesaggistico regionale della Sardegna (PPR), per valutare se, e fino a che punto, l’attuale zonizzazione del PPR può essere usata per mettere in atto un dispositivo regolamentare finalizzato alla protezione dei CE.File | Dimensione | Formato | |
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