Individuare le risorse ed energie che possono essere messe a valore per immaginare le città del futuro è un compito arduo, soprattutto alla luce dei cortocircuiti che oltre un anno di emergenza sanitaria e socioeconomica globale ha innescato, soprattutto in ambito urbano e metropolitano. Se infatti pressoché tutte le certezze sul presente sono state erose dallo stravolgimento pandemico, ipotizzare scenari di medio e lungo periodo risulta ancora più erratico. Il focus tematico di questo contributo è proporre una chiave di lettura di alcuni fenomeni di valenza generale in atto su scala urbana-metropolitana, con uno specifico riferimento empirico a titolo esemplificativo al caso di Cagliari. La cifra scelta per misurare la qualità sociale del tessuto metropolitano, ossia l’insieme delle opportunità che esso offre alle sue differenti popolazioni - residenti, lavoratrici, city users e così via - ma anche il complesso dei rischi da cui le protegge nel dipanarsi della routine quotidiana, è quella della coesione sociale (Beck et al., 2001; Manca, 2014). Si tratta di un costrutto concettuale che evoca un terreno semantico a metà tra l’elemento della prossimità, che caratterizza in larga misura il vivere e l’abitare urbano, e le dimensioni della collettività e dell’ampio respiro che connotano le interazioni molteplici ed eterogenee agite ogni giorno nei palinsesti metropolitani, le quali assumono come proprio orizzonte di senso non tanto il perimetro amministrativo locale, quanto la scala nazionale e internazionale: su entrambi i versanti, la diffusione del virus da Covid-19 e gli indirizzi operativi imposti per la gestione del suo contenimento, a partire dalla norma rigidamente prescrittiva del distanziamento sociale, hanno agito come un ineludibile “elefante nella stanza”, disvelando e ulteriormente amplificando alcune discrasie già sedimentate in ambito metropolitano, soprattutto in termini di una crescente polarizzazione socio-economica delle possibilità di fruizione dello spazio pubblico, che solo in astratto dovrebbero essere garantite a tutti i cittadini in condizioni di effettiva equità, ma che nella prassi segnano linee di confine, esclusioni, posizionamenti asimmetrici (OCIS, 2020).

La città metropolitana come sistema di coesione sociale

Ester Cois
2021-01-01

Abstract

Individuare le risorse ed energie che possono essere messe a valore per immaginare le città del futuro è un compito arduo, soprattutto alla luce dei cortocircuiti che oltre un anno di emergenza sanitaria e socioeconomica globale ha innescato, soprattutto in ambito urbano e metropolitano. Se infatti pressoché tutte le certezze sul presente sono state erose dallo stravolgimento pandemico, ipotizzare scenari di medio e lungo periodo risulta ancora più erratico. Il focus tematico di questo contributo è proporre una chiave di lettura di alcuni fenomeni di valenza generale in atto su scala urbana-metropolitana, con uno specifico riferimento empirico a titolo esemplificativo al caso di Cagliari. La cifra scelta per misurare la qualità sociale del tessuto metropolitano, ossia l’insieme delle opportunità che esso offre alle sue differenti popolazioni - residenti, lavoratrici, city users e così via - ma anche il complesso dei rischi da cui le protegge nel dipanarsi della routine quotidiana, è quella della coesione sociale (Beck et al., 2001; Manca, 2014). Si tratta di un costrutto concettuale che evoca un terreno semantico a metà tra l’elemento della prossimità, che caratterizza in larga misura il vivere e l’abitare urbano, e le dimensioni della collettività e dell’ampio respiro che connotano le interazioni molteplici ed eterogenee agite ogni giorno nei palinsesti metropolitani, le quali assumono come proprio orizzonte di senso non tanto il perimetro amministrativo locale, quanto la scala nazionale e internazionale: su entrambi i versanti, la diffusione del virus da Covid-19 e gli indirizzi operativi imposti per la gestione del suo contenimento, a partire dalla norma rigidamente prescrittiva del distanziamento sociale, hanno agito come un ineludibile “elefante nella stanza”, disvelando e ulteriormente amplificando alcune discrasie già sedimentate in ambito metropolitano, soprattutto in termini di una crescente polarizzazione socio-economica delle possibilità di fruizione dello spazio pubblico, che solo in astratto dovrebbero essere garantite a tutti i cittadini in condizioni di effettiva equità, ma che nella prassi segnano linee di confine, esclusioni, posizionamenti asimmetrici (OCIS, 2020).
2021
9788833120362
Coesione Sociale; città metropolitana; sostenibilità urbana; qualità sociale
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