Il presente rapporto è stato redatto con la finalità di descrivere gli impatti antropici sulla componente abiotica dell’habitat prioritario *2250 “Dune costiere con Juniperus spp” del sito SIC ITB040020 “Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis” e fornire le indicazioni per la loro mitigazione. Le indagini hanno avuto inizio in concomitanza con quelle dedicate all’azione A2 (Studi sedimentologici e dinamica marino-costiera) e sono aggiornate al 31/10/2010. Lo studio è iniziato dalla ricostruzione dell'evoluzione storica dell’area SIC, basata sull’interpretazione dei dati aerofotogrammetrici e cartografici, previa opportuna georeferenziazione. Dai vari archivi e banche dati (Osservatorio Coste E Ambiente Naturale Sottomarino - O.C.E.A.N.S., Regione Autonoma della Sardegna - R.A.S., Dipartimento di Scienze della Terra - DI.S.TER., Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie Ambientali - D.I.G.I.T.A.) si è attinto per analizzare carte e riprese aeree dagli anni '50 al 2008. Successivamente si è proceduto con il calcolo degli indici di vulnerabilità delle zone dunari e con la valutazione della capacità di carico fisica del sistema di spiaggia. Lo standard metodologico e strumentale di riferimento è derivato dalle esperienze maturate durante l’esecuzione dei progetti EUROSION e INTERREG IIIA – “GERER”. Le missioni sul campo hanno avuto inizio nel mese di agosto 2009 (precedute dall’analisi dello stato dell’arte) con i primi sopralluoghi esplorativi. In parallelo sono state pianificate e organizzate le successive campagne di misura specifiche per l’area. Complessivamente sono state effettuate cinque campagne che hanno richiesto ventisette giornate di missione sul campo ed impegnato otto ricercatori. Le campagne di rilevamento si sono svolte nelle seguenti giornate: 1) LIFE+ Providune Villasimius 1# - 09-18/09/09 2) LIFE+ Providune Villasimius 2# - 01/04//10 3) LIFE+ Providune Villasimius 3# - 30/04/10 4) LIFE+ Providune Villasimius 4# - dal 15/07/10 al 31/08/2010 5) LIFE+ Providune Villasimius 5# - 02/09/10 Si è ricostruita l’evoluzione storica dell’area SIC cercando di inquadrare, descrivere e, laddove è stato possibile, quantificare le modificazioni della fisiografia (spostamento della linea di riva, grado e tempistica di frammentazione degli adunamenti e della vegetazione, modificazione dell’idrografia e delle aree umide, ampiezza delle berme e della zona a barre e truogoli). L’analisi storica, cartografica e aerofotogrammetrica, è stata poi confrontata con i risultati dei rilievi sull’assetto odierno, verificato in differenti stagioni. I rilevamenti di terreno e la documentazione video e fotografica raccolta, hanno permesso di descrivere i processi naturali, individuare i fattori di pressione antropica in atto e di implementare il quadro dei dati rilevati in situ e da fotointerpretazione. Per l’applicazione del modello di indagine sulla vulnerabilità all’erosione della zona dunare sono inoltre stati utilizzati i dati ricavati dai rilievi strumentali e dalle misure in situ, derivanti dagli studi sedimentologici e di dinamica marino-costiera (azione A2). Infatti i modelli atti a valutare gli impatti (naturali ed antropici) e i loro effetti, dai quali poi si individuano situazioni di criticità, potenziali e/o in atto, possono essere ragionevolmente e utilmente applicati solo se si dispone di un robusto quadro scientifico di base. Questo deve comprendere i processi geomorfologici, di scambio sedimentario e inquadrare le modificazioni complessive stagionali di assetto terra-mare, sia di medio che di lungo periodo. Senza questi dati le valutazioni sugli impatti resterebbero un puro esercizio teorico e potrebbero orientare verso scelte gestionali di comodo, fuorvianti se non addirittura controproducenti. L’azione A5, che come detto ha proceduto attraverso un’analisi multidisciplinare condotta in parallelo (evoluzione storica della geomorfologia, sedimentologia, statistica ecc.), è stata preceduta da una approfondita ricerca bibliografica. A questa è seguita l’analisi critica del background scientifico sul sistema di spiaggia (con particolare riferimento alle zone dunari costiere). Per questa discussione critica, il gruppo di ricerca dell’UC DST, ha selezionato e analizzato 180 lavori, provenienti dalle principali riviste scientifiche internazionali, da manuali e da testi specialistici. La disamina e l’analisi critica della letteratura esistente a livello globale si è incentrata sulla definizione dei processi che stanno alla base della formazione delle dune e delle loro modificazioni, sulle classificazioni e sulle misure di indicatori geomorfologico-sedimentologici significativi. Inoltre sono state esaminate le metodologie più recenti utilizzate per definire il grado di vulnerabilità (in senso geologico) all’erosione dei sistemi di spiaggia sottoposti ad elevato carico antropico. Considerato che in letteratura possono trovarsi diverse definizioni di vulnerabilità, che fanno principalmente riferimento a valori economici dei beni infrastrutturali (es.: vulnerabilità geomorfologica – Panizza, 2005), per maggiore chiarezza, desideriamo precisare che in questo lavoro il gruppo dell’UC DST intende, per vulnerabilità, l’accezione etimologica del termine, e cioè: “l’essere vulnerabile”, “l’essere attaccato e danneggiato”, con particolare riferimento al senso fisico-geologico. Dunque, per la presente analisi degli impatti da fruizione, si è convinti che l’approccio metodologico e di studio più in armonia con l’obiettivo della conservazione, sia quello legato al concetto sopraesposto, considerato coerente anche da Williams et alii, 1993, 1994 e 2001 a e b. Il complesso percorso metodologico, attuato nel presente lavoro, fornisce una valutazione semi-quantitativa delle caratteristiche fisiografiche e delle pressioni antropiche che possono rendere le dune costiere vulnerabili all’erosione. In conclusione sono stati applicati, per la valutazione della vulnerabilità all’erosione del complesso dunare: il modello “D.V.I. (Dune Vulnerabiliy Index)” sviluppato da Williams et alii (1993); per la valutazione della capacità di carico: il modello “Video-Derivated C.S.I.s (Coastal State Indicators)” sviluppato da Jiménez et alii (2007). L’azione A5, ed in particolare, la valutazione degli impatti, il calcolo del D.V.I. e la valutazione della capacità di carico, non sarebbe stata attuabile senza i dati e le attività di ricerca dell’azione A2.
ANALISI DEGLI IMPATTI DA FRUIZIONE SULL’HABITAT PRIORITARIO *2250 “DUNE COSTIERE CON JUNIPERUS SPP.” - SIC “ISOLA DEI CAVOLI, SERPENTARA, PUNTA MOLENTIS” (ITB040020)
DEMURO, SANDRO;IBBA, ANGELO;
2010-01-01
Abstract
Il presente rapporto è stato redatto con la finalità di descrivere gli impatti antropici sulla componente abiotica dell’habitat prioritario *2250 “Dune costiere con Juniperus spp” del sito SIC ITB040020 “Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis” e fornire le indicazioni per la loro mitigazione. Le indagini hanno avuto inizio in concomitanza con quelle dedicate all’azione A2 (Studi sedimentologici e dinamica marino-costiera) e sono aggiornate al 31/10/2010. Lo studio è iniziato dalla ricostruzione dell'evoluzione storica dell’area SIC, basata sull’interpretazione dei dati aerofotogrammetrici e cartografici, previa opportuna georeferenziazione. Dai vari archivi e banche dati (Osservatorio Coste E Ambiente Naturale Sottomarino - O.C.E.A.N.S., Regione Autonoma della Sardegna - R.A.S., Dipartimento di Scienze della Terra - DI.S.TER., Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie Ambientali - D.I.G.I.T.A.) si è attinto per analizzare carte e riprese aeree dagli anni '50 al 2008. Successivamente si è proceduto con il calcolo degli indici di vulnerabilità delle zone dunari e con la valutazione della capacità di carico fisica del sistema di spiaggia. Lo standard metodologico e strumentale di riferimento è derivato dalle esperienze maturate durante l’esecuzione dei progetti EUROSION e INTERREG IIIA – “GERER”. Le missioni sul campo hanno avuto inizio nel mese di agosto 2009 (precedute dall’analisi dello stato dell’arte) con i primi sopralluoghi esplorativi. In parallelo sono state pianificate e organizzate le successive campagne di misura specifiche per l’area. Complessivamente sono state effettuate cinque campagne che hanno richiesto ventisette giornate di missione sul campo ed impegnato otto ricercatori. Le campagne di rilevamento si sono svolte nelle seguenti giornate: 1) LIFE+ Providune Villasimius 1# - 09-18/09/09 2) LIFE+ Providune Villasimius 2# - 01/04//10 3) LIFE+ Providune Villasimius 3# - 30/04/10 4) LIFE+ Providune Villasimius 4# - dal 15/07/10 al 31/08/2010 5) LIFE+ Providune Villasimius 5# - 02/09/10 Si è ricostruita l’evoluzione storica dell’area SIC cercando di inquadrare, descrivere e, laddove è stato possibile, quantificare le modificazioni della fisiografia (spostamento della linea di riva, grado e tempistica di frammentazione degli adunamenti e della vegetazione, modificazione dell’idrografia e delle aree umide, ampiezza delle berme e della zona a barre e truogoli). L’analisi storica, cartografica e aerofotogrammetrica, è stata poi confrontata con i risultati dei rilievi sull’assetto odierno, verificato in differenti stagioni. I rilevamenti di terreno e la documentazione video e fotografica raccolta, hanno permesso di descrivere i processi naturali, individuare i fattori di pressione antropica in atto e di implementare il quadro dei dati rilevati in situ e da fotointerpretazione. Per l’applicazione del modello di indagine sulla vulnerabilità all’erosione della zona dunare sono inoltre stati utilizzati i dati ricavati dai rilievi strumentali e dalle misure in situ, derivanti dagli studi sedimentologici e di dinamica marino-costiera (azione A2). Infatti i modelli atti a valutare gli impatti (naturali ed antropici) e i loro effetti, dai quali poi si individuano situazioni di criticità, potenziali e/o in atto, possono essere ragionevolmente e utilmente applicati solo se si dispone di un robusto quadro scientifico di base. Questo deve comprendere i processi geomorfologici, di scambio sedimentario e inquadrare le modificazioni complessive stagionali di assetto terra-mare, sia di medio che di lungo periodo. Senza questi dati le valutazioni sugli impatti resterebbero un puro esercizio teorico e potrebbero orientare verso scelte gestionali di comodo, fuorvianti se non addirittura controproducenti. L’azione A5, che come detto ha proceduto attraverso un’analisi multidisciplinare condotta in parallelo (evoluzione storica della geomorfologia, sedimentologia, statistica ecc.), è stata preceduta da una approfondita ricerca bibliografica. A questa è seguita l’analisi critica del background scientifico sul sistema di spiaggia (con particolare riferimento alle zone dunari costiere). Per questa discussione critica, il gruppo di ricerca dell’UC DST, ha selezionato e analizzato 180 lavori, provenienti dalle principali riviste scientifiche internazionali, da manuali e da testi specialistici. La disamina e l’analisi critica della letteratura esistente a livello globale si è incentrata sulla definizione dei processi che stanno alla base della formazione delle dune e delle loro modificazioni, sulle classificazioni e sulle misure di indicatori geomorfologico-sedimentologici significativi. Inoltre sono state esaminate le metodologie più recenti utilizzate per definire il grado di vulnerabilità (in senso geologico) all’erosione dei sistemi di spiaggia sottoposti ad elevato carico antropico. Considerato che in letteratura possono trovarsi diverse definizioni di vulnerabilità, che fanno principalmente riferimento a valori economici dei beni infrastrutturali (es.: vulnerabilità geomorfologica – Panizza, 2005), per maggiore chiarezza, desideriamo precisare che in questo lavoro il gruppo dell’UC DST intende, per vulnerabilità, l’accezione etimologica del termine, e cioè: “l’essere vulnerabile”, “l’essere attaccato e danneggiato”, con particolare riferimento al senso fisico-geologico. Dunque, per la presente analisi degli impatti da fruizione, si è convinti che l’approccio metodologico e di studio più in armonia con l’obiettivo della conservazione, sia quello legato al concetto sopraesposto, considerato coerente anche da Williams et alii, 1993, 1994 e 2001 a e b. Il complesso percorso metodologico, attuato nel presente lavoro, fornisce una valutazione semi-quantitativa delle caratteristiche fisiografiche e delle pressioni antropiche che possono rendere le dune costiere vulnerabili all’erosione. In conclusione sono stati applicati, per la valutazione della vulnerabilità all’erosione del complesso dunare: il modello “D.V.I. (Dune Vulnerabiliy Index)” sviluppato da Williams et alii (1993); per la valutazione della capacità di carico: il modello “Video-Derivated C.S.I.s (Coastal State Indicators)” sviluppato da Jiménez et alii (2007). L’azione A5, ed in particolare, la valutazione degli impatti, il calcolo del D.V.I. e la valutazione della capacità di carico, non sarebbe stata attuabile senza i dati e le attività di ricerca dell’azione A2.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.