Una delle importanti occasioni in cui si può trovare a operare oggi un progettista è quella offerta dai molteplici paesaggi dei bordi urbani delle nostre città, dove convivono frammenti diversi, appartenenti a dissimili ambienti limitrofi, o anche lontani, che aspettano di essere re-interpretati, ricomposti, in una nuova consonanza memore dei diversi luoghi di provenienza. Per loro vocazione, o involontario destino, possiamo interpretarli come “paesaggi in attesa”, di incerta configurazione, all’interno dei quali si confondono segni provenienti dalla storia, associati alle nuove infrastrutture, o a recenti trasformazioni, in un mix di caratteri controversi che possono andare dalle “dure” architetture, alle “morbide” vegetazioni, anche spontanee, sviluppatesi autonomamente nel tempo. Il rapporto tra città e progetto, nella costruzione degli spazi della nostra contemporaneità, si dipana sempre più in questi luoghi, territori del progetto per eccellenza. Proprio le aree di bordo, in quanto terre di tutti e di nessuno, spazi indeterminati nella loro destinazione, luoghi dell’ambiguità funzionale e identitaria, del non definito, dell’incertezza, sono altresì i luoghi privilegiati delle possibilità, delle trasformazioni, delle nuove verosimili configurazioni della nostra contemporaneità.
Dimensione urbana nei paesaggi costieri, un'ipotesi di progetto per il borgo di Giorgino
Faiferri M
2010-01-01
Abstract
Una delle importanti occasioni in cui si può trovare a operare oggi un progettista è quella offerta dai molteplici paesaggi dei bordi urbani delle nostre città, dove convivono frammenti diversi, appartenenti a dissimili ambienti limitrofi, o anche lontani, che aspettano di essere re-interpretati, ricomposti, in una nuova consonanza memore dei diversi luoghi di provenienza. Per loro vocazione, o involontario destino, possiamo interpretarli come “paesaggi in attesa”, di incerta configurazione, all’interno dei quali si confondono segni provenienti dalla storia, associati alle nuove infrastrutture, o a recenti trasformazioni, in un mix di caratteri controversi che possono andare dalle “dure” architetture, alle “morbide” vegetazioni, anche spontanee, sviluppatesi autonomamente nel tempo. Il rapporto tra città e progetto, nella costruzione degli spazi della nostra contemporaneità, si dipana sempre più in questi luoghi, territori del progetto per eccellenza. Proprio le aree di bordo, in quanto terre di tutti e di nessuno, spazi indeterminati nella loro destinazione, luoghi dell’ambiguità funzionale e identitaria, del non definito, dell’incertezza, sono altresì i luoghi privilegiati delle possibilità, delle trasformazioni, delle nuove verosimili configurazioni della nostra contemporaneità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.