La diversità religiosa presente in Europa, conseguenza dei forti fenomeni migratori, se gestita senza regole provoca aperti conflitti sociali. L’intervento dello Stato, in questo senso, deve favorire e garantire la coesione sociale a partire del diritto della libertà religiosa che appartiene a tutti gli individui in virtù della loro dignità. Diritto riconosciuto dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e, a livello europeo, dalla Carta di diritti fondamentali e menzionata in numerose altri fonti del diritto, come nella direttiva 2000/78/CE che riconosce il principio della non discriminazione per motivi religiosi in ambito lavorativo. Ed, è proprio, nell’ambito del lavoro dove sorgono i conflitti religiosi, soprattutto per quanto riguarda la manifestazione religiosa, si pensi all’orario di lavoro, alle mansioni incompatibili con precetti religiosi o all’abbigliamento. La presente monografia tratta di dar risposta ai conflitti religiosi nel luogo di lavoro analizzando le diverse prospettive tanto nel lavoro pubblico come nel lavoro privato perché l’autrice considera che l’affronto sarà diverso in funzione della figura del datore di lavoro. La possibile soluzione in caso di conflitto nel luogo di lavoro, secondo l’autrice, potrebbe essere risolto attraverso lo strumento dell’accomodamento ragionevole. Da questa prospettiva, il presente lavoro analizza e paragona il test di proporzionalità in caso di discriminazione indiretta e l’accomodamento ragionevole. Inoltre, l’autrice si occupa del diritto all’obiezione di coscienza per motivi religiosi del personale sanitario, ragione per la quale si occupa anche della legge italiana sul fine-vita e sull’aiuto al suicido. Infine, l’autrice dedica un capitolo allo studio della tutela della libertà religiosa delle organizzazioni religiose domandandosi se il principio di neutralità può determinare la tendenza di un’impresa privata che interagisce nel mercato come qualsiasi altra impresa.

Libertà religiosa e lavoro

Sonia Fernandez Sanchez
2022-01-01

Abstract

La diversità religiosa presente in Europa, conseguenza dei forti fenomeni migratori, se gestita senza regole provoca aperti conflitti sociali. L’intervento dello Stato, in questo senso, deve favorire e garantire la coesione sociale a partire del diritto della libertà religiosa che appartiene a tutti gli individui in virtù della loro dignità. Diritto riconosciuto dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e, a livello europeo, dalla Carta di diritti fondamentali e menzionata in numerose altri fonti del diritto, come nella direttiva 2000/78/CE che riconosce il principio della non discriminazione per motivi religiosi in ambito lavorativo. Ed, è proprio, nell’ambito del lavoro dove sorgono i conflitti religiosi, soprattutto per quanto riguarda la manifestazione religiosa, si pensi all’orario di lavoro, alle mansioni incompatibili con precetti religiosi o all’abbigliamento. La presente monografia tratta di dar risposta ai conflitti religiosi nel luogo di lavoro analizzando le diverse prospettive tanto nel lavoro pubblico come nel lavoro privato perché l’autrice considera che l’affronto sarà diverso in funzione della figura del datore di lavoro. La possibile soluzione in caso di conflitto nel luogo di lavoro, secondo l’autrice, potrebbe essere risolto attraverso lo strumento dell’accomodamento ragionevole. Da questa prospettiva, il presente lavoro analizza e paragona il test di proporzionalità in caso di discriminazione indiretta e l’accomodamento ragionevole. Inoltre, l’autrice si occupa del diritto all’obiezione di coscienza per motivi religiosi del personale sanitario, ragione per la quale si occupa anche della legge italiana sul fine-vita e sull’aiuto al suicido. Infine, l’autrice dedica un capitolo allo studio della tutela della libertà religiosa delle organizzazioni religiose domandandosi se il principio di neutralità può determinare la tendenza di un’impresa privata che interagisce nel mercato come qualsiasi altra impresa.
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