Published in 1960 in the journal die Reihe, the “Wandlungen der musikalischen Form” quickly became a sort of manifesto for post-serial composition. However, for several years now, this major text by György Ligeti has been viewed from a historical perspective. In this way, it regains the true significance it had at the time – that of an act of positioning in the field of musical composition, based on a partial critique of the serial experience. This article revisits the first part of the Wandlungen, especially the section concerning the dissolution or disintegration [Zersetzung] of the "serial arrangement of pitches" [Reihenanordnung der Tonhöhen], which, according to Ligeti, was illustrated in different ways by the works of five composers of his generation: Pierre Boulez, Luigi Nono, Karlheinz Stockhausen, Henri Pousseur, and Gottfried Michael Koenig. The study first focuses on the entire passage, its explicit references, and its latent foundations, particularly the section related to “Gruppen”. Then, it returns to the paragraph dedicated to Nono, first examining it in light of its elaboration and reception in musicological literature, and then comparing it with the sketches of the work commented on by Ligeti, namely “Cori di Didone”. The preliminary sketches of this work and of Stockhausen’s become especially valuable here in understanding the distance between theory and its objects. Moreover, Ligeti’s knowledge of these very objects – as we shall see – was mediated by their creators, and the preliminary sketches allow us to measure the gap between the techniques as they are documented (and as they can be read), the authorial paratext that describes them, and their resonance in the Wandlungen. The case examined thus takes on a more general significance.

Pubblicate nel 1960 nella rivista die Reihe, le “Wandlungen der musikalischen Form” sono rapidamente diventate una sorta di manifesto della composizione post-seriale. Tuttavia, già da qualche anno questo testo fondamentale di György Ligeti viene considerato piuttosto in una prospettiva storica. Riscopre così il vero significato che aveva assunto all'epoca: un atto di posizionamento nel campo della composizione musicale, basato su una critica parziale dell’esperienza seriale. Il presente articolo si concentra sulla prima parte delle Wandlungen, in particolare sullo sviluppo riguardante la dissoluzione o disintegrazione [Zersetzung] dell'“ordinamento seriale delle altezze” [Reihenanordnung der Tonhöhen], illustrata, secondo Ligeti, in modi diversi dalle opere di cinque compositori della sua generazione: Pierre Boulez, Luigi Nono, Karlheinz Stockhausen, Henri Pousseur e Gottfried Michael Koenig. Lo studio si dedica innanzitutto all'intero passaggio, alle sue referenze esplicite e ai suoi fondamenti latenti, con particolare attenzione alla sezione riguardante “Gruppen”. Successivamente si concentra sul paragrafo dedicato a Nono, inizialmente considerandolo alla luce della sua elaborazione e della sua ricezione nella letteratura musicologica, e poi confrontandolo con gli schizzi dell’opera commentata da Ligeti, ossia i “Cori di Didone”. Gli abbozzi di quest'opera e di quella di Stockhausen diventano qui estremamente preziosi per comprendere la distanza che separa la teoria dai suoi oggetti. Inoltre, la conoscenza che Ligeti aveva di questi stessi oggetti è stata – come si vedrà – mediata dai loro produttori, e gli abbozzi permettono di misurare la differenza tra le tecniche così come sono documentate (e così come possono essere lette), il peritesto d’autore che le descrive e la loro risonanza nelle Wandlungen. Il caso esaminato assume così una portata più generale.

Le compositeur théoricien et les esquisses des autres. Essai sur les "Wandlungen der musikalischen Form" de György Ligeti

paolo dal molin
2022-01-01

Abstract

Published in 1960 in the journal die Reihe, the “Wandlungen der musikalischen Form” quickly became a sort of manifesto for post-serial composition. However, for several years now, this major text by György Ligeti has been viewed from a historical perspective. In this way, it regains the true significance it had at the time – that of an act of positioning in the field of musical composition, based on a partial critique of the serial experience. This article revisits the first part of the Wandlungen, especially the section concerning the dissolution or disintegration [Zersetzung] of the "serial arrangement of pitches" [Reihenanordnung der Tonhöhen], which, according to Ligeti, was illustrated in different ways by the works of five composers of his generation: Pierre Boulez, Luigi Nono, Karlheinz Stockhausen, Henri Pousseur, and Gottfried Michael Koenig. The study first focuses on the entire passage, its explicit references, and its latent foundations, particularly the section related to “Gruppen”. Then, it returns to the paragraph dedicated to Nono, first examining it in light of its elaboration and reception in musicological literature, and then comparing it with the sketches of the work commented on by Ligeti, namely “Cori di Didone”. The preliminary sketches of this work and of Stockhausen’s become especially valuable here in understanding the distance between theory and its objects. Moreover, Ligeti’s knowledge of these very objects – as we shall see – was mediated by their creators, and the preliminary sketches allow us to measure the gap between the techniques as they are documented (and as they can be read), the authorial paratext that describes them, and their resonance in the Wandlungen. The case examined thus takes on a more general significance.
2022
9782503601144
Pubblicate nel 1960 nella rivista die Reihe, le “Wandlungen der musikalischen Form” sono rapidamente diventate una sorta di manifesto della composizione post-seriale. Tuttavia, già da qualche anno questo testo fondamentale di György Ligeti viene considerato piuttosto in una prospettiva storica. Riscopre così il vero significato che aveva assunto all'epoca: un atto di posizionamento nel campo della composizione musicale, basato su una critica parziale dell’esperienza seriale. Il presente articolo si concentra sulla prima parte delle Wandlungen, in particolare sullo sviluppo riguardante la dissoluzione o disintegrazione [Zersetzung] dell'“ordinamento seriale delle altezze” [Reihenanordnung der Tonhöhen], illustrata, secondo Ligeti, in modi diversi dalle opere di cinque compositori della sua generazione: Pierre Boulez, Luigi Nono, Karlheinz Stockhausen, Henri Pousseur e Gottfried Michael Koenig. Lo studio si dedica innanzitutto all'intero passaggio, alle sue referenze esplicite e ai suoi fondamenti latenti, con particolare attenzione alla sezione riguardante “Gruppen”. Successivamente si concentra sul paragrafo dedicato a Nono, inizialmente considerandolo alla luce della sua elaborazione e della sua ricezione nella letteratura musicologica, e poi confrontandolo con gli schizzi dell’opera commentata da Ligeti, ossia i “Cori di Didone”. Gli abbozzi di quest'opera e di quella di Stockhausen diventano qui estremamente preziosi per comprendere la distanza che separa la teoria dai suoi oggetti. Inoltre, la conoscenza che Ligeti aveva di questi stessi oggetti è stata – come si vedrà – mediata dai loro produttori, e gli abbozzi permettono di misurare la differenza tra le tecniche così come sono documentate (e così come possono essere lette), il peritesto d’autore che le descrive e la loro risonanza nelle Wandlungen. Il caso esaminato assume così una portata più generale.
Publiées en 1960 dans la revue die Reihe, les "Wandlungen der musikalischen Form" sont devenues rapidement une sorte de manifeste de la composition post-sérielle. Mais, depuis quelques années déjà, ce texte majeur de György Ligeti est plutôt envisagé dans une perspective historique. Il retrouve ainsi la signification véritable qu’il avait alors revêtue – celle d’un acte de positionnement dans le champ de la composition musicale fondé sur une critique partiale de l’expérience sérielle. Le présent article revient sur la première partie des "Wandlungen" et notamment sur le développement concernant la dissolution ou désintégration [Zersetzung] de l’"ordonnancement sériel des hauteurs" [Reihenanordnung der Tonhöhen] qu’illustraient selon Ligeti, de manière différente, les œuvres de cinq compositeurs de sa génération : Pierre Boulez, Luigi Nono, Karlheinz Stockhausen, Henri Pousseur et Gottfried Michael Koenig. L’étude s’attache en premier lieu à l’ensemble du passage, à ses références explicites et à ses fondements latents, se penchant notamment sur le volet ayant trait à "Gruppen". Ensuite elle revient sur le paragraphe consacré à Nono, d’abord pour le considérer à la lumière de son élaboration et de sa réception dans la littérature musicologique, puis pour le mettre en regard des esquisses de l’œuvre commentée par Ligeti, à savoir les Cori di Didone. Les avant-textes de cette dernière œuvre et de celle de Stockhausen deviennent ici tout à fait précieux pour saisir la distance qui sépare la théorie de ses objets. De plus, la connaissance que Ligeti possédait de ces mêmes objets ayant été – on le verra – médiée par leurs producteurs, les avant-textes permettent de mesurer l’écart entre les techniques telles qu’elles sont documentées (et telles qu’on peut les lire), le péritexte auctorial qui les décrit et le retentissement de celui-ci dans les "Wandlungen". Le cas examiné acquiert ainsi une portée plus générale.
Music after 1945; Serialism; Post-serialism; Composers' poetics and theoretical writings; Genesis and Transtextuality in compositional thought
Musica dopo il 1945; Serialismo; Post-Serialismo; Poetiche e scritti teorici di compositori; Genesi e transtestualità nel pensiero compositivo
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