La prima parte del saggio ricostruisce la rappresentazione che il compositore Franco Oppo ha fornito di sé nei propri scritti (editi e inediti) e interviste dai primi anni Ottanta al 2005, e ne considera le trasformazioni nel tempo e nei contesti di destinazione. Agli estremi di questo periodo si registrano due fenomeni. Inizialmente una riflessione pubblica di Oppo sul rapporto tra composizione musicale e musiche di tradizione orale della Sardegna (MTO) sembra prendere avvio in ritardo rispetto alla poetica implicita e in relazione a una autocollocazione distintiva nel campo della musica d’arte contemporanea europea (MAC). Alla fine si genera nel contesto sardo il giudizio corrente del rapporto creativo di Oppo con le MTO in termini di naturalità e autenticità, secondo un tipo di discorso allografo, forse ufficioso e subito dall’autore stesso, che sembra intercettare le codificazioni dell’identità promosse dalle istituzioni locali. La seconda parte rintraccia nell’archivio del compositore forme del rapporto tra MAC e MTO, risalenti agli anni Cinquanta-Settanta, escluse dall’autorappresentazione analizzata. In particolare getta luce su un’impresa collettiva coordinata da Oppo nella prima metà degli anni Settanta, che promuove un incontro fra culture musicali “subalterne” e presumibilmente catalizza la ricerca di sintesi perseguita dal compositore negli anni successivi.

Autorappresentazione e poetica della convergenza “colto-popolare” negli scritti di Franco Oppo: studio diacronico e prospettive critiche (1953-2005)

Paolo Dal Molin
2022-01-01

Abstract

La prima parte del saggio ricostruisce la rappresentazione che il compositore Franco Oppo ha fornito di sé nei propri scritti (editi e inediti) e interviste dai primi anni Ottanta al 2005, e ne considera le trasformazioni nel tempo e nei contesti di destinazione. Agli estremi di questo periodo si registrano due fenomeni. Inizialmente una riflessione pubblica di Oppo sul rapporto tra composizione musicale e musiche di tradizione orale della Sardegna (MTO) sembra prendere avvio in ritardo rispetto alla poetica implicita e in relazione a una autocollocazione distintiva nel campo della musica d’arte contemporanea europea (MAC). Alla fine si genera nel contesto sardo il giudizio corrente del rapporto creativo di Oppo con le MTO in termini di naturalità e autenticità, secondo un tipo di discorso allografo, forse ufficioso e subito dall’autore stesso, che sembra intercettare le codificazioni dell’identità promosse dalle istituzioni locali. La seconda parte rintraccia nell’archivio del compositore forme del rapporto tra MAC e MTO, risalenti agli anni Cinquanta-Settanta, escluse dall’autorappresentazione analizzata. In particolare getta luce su un’impresa collettiva coordinata da Oppo nella prima metà degli anni Settanta, che promuove un incontro fra culture musicali “subalterne” e presumibilmente catalizza la ricerca di sintesi perseguita dal compositore negli anni successivi.
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