La tutela del patrimonio urbano moderno, questione che occupa uno spazio crescente nel più ampio dibattito sul restauro dell’architettura moderna, si scontra con la numerosità dei manufatti prodotti, con l’obsolescenza funzionale, con gli usi e le pratiche degli abitanti che hanno prodotto modificazioni eterogenee e spontanee, con risultati profondi e in alcuni casi permanenti nella conservazione dei caratteri architettonici e costruttivi di questi patrimoni. Bisogna infatti sottolineare come negli ultimi trent’anni la nozione di patrimonio si sia gradualmente estesa dalle testimonianze più rappresentative ed esemplari al riconoscimento di valore storico all’ambiente costruito nel suo insieme e verso oggetti e manufatti prodotti dalla cultura della società industriale, questione che ha di fatto messo in crisi l’idea di patrimonio come si era formata sino alla metà del XX secolo. È un nuovo campo nato con l’espandersi del quadro cronologico e che ha portato alla ridefinizione del significato di termini come monumento, patrimonio urbano, restauro e conservazione. L’estensione di questo concetto apre un problema per la tutela: se tutto il passato aspira al valore storico non vi sarebbe spazio per l'innovazione. La selezione, cioè la scelta di ciò che deve essere tutelato o conservato dell’insieme di manufatti che compongono il paesaggio antropizzato e naturale, diventa una condizione necessaria, come sostiene Jacques Le Goff: «ciò che sopravvive non è il complesso di quello che è esistito nel passato, ma una scelta attuata sia dalle forze che operano nell’evolversi temporale del mondo e dell’umanità, sia da coloro che sono delegati allo studio del passato e dei tempi passati, gli storici».

La modificazione della città moderna. Il caso-studio della città di fondazione di Carbonia

Giorgio Peghin
2023-01-01

Abstract

La tutela del patrimonio urbano moderno, questione che occupa uno spazio crescente nel più ampio dibattito sul restauro dell’architettura moderna, si scontra con la numerosità dei manufatti prodotti, con l’obsolescenza funzionale, con gli usi e le pratiche degli abitanti che hanno prodotto modificazioni eterogenee e spontanee, con risultati profondi e in alcuni casi permanenti nella conservazione dei caratteri architettonici e costruttivi di questi patrimoni. Bisogna infatti sottolineare come negli ultimi trent’anni la nozione di patrimonio si sia gradualmente estesa dalle testimonianze più rappresentative ed esemplari al riconoscimento di valore storico all’ambiente costruito nel suo insieme e verso oggetti e manufatti prodotti dalla cultura della società industriale, questione che ha di fatto messo in crisi l’idea di patrimonio come si era formata sino alla metà del XX secolo. È un nuovo campo nato con l’espandersi del quadro cronologico e che ha portato alla ridefinizione del significato di termini come monumento, patrimonio urbano, restauro e conservazione. L’estensione di questo concetto apre un problema per la tutela: se tutto il passato aspira al valore storico non vi sarebbe spazio per l'innovazione. La selezione, cioè la scelta di ciò che deve essere tutelato o conservato dell’insieme di manufatti che compongono il paesaggio antropizzato e naturale, diventa una condizione necessaria, come sostiene Jacques Le Goff: «ciò che sopravvive non è il complesso di quello che è esistito nel passato, ma una scelta attuata sia dalle forze che operano nell’evolversi temporale del mondo e dell’umanità, sia da coloro che sono delegati allo studio del passato e dei tempi passati, gli storici».
2023
9788833398297
Architettura, città, memoria, riqualificazione, paesaggio
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