"L’intervento di Marcello Tanca, Geografie napoleoniche, affronta il peso specifico assunto dalla geografia nella dominazione napoleonica. Tale disciplina ha, infatti, raggiunto un posto di primo piano intrecciandosi con la politica, con l’esercizio del potere connesso con l’acquisizione di nuove competenze e informazioni anche di carattere geografico e questioni di Stato a vari livelli. Sotto Napoleone, infatti, la figura del geografo diventa parte di un corpo militare poiché era indispensabile conoscere il territorio su cui si andava a combattere. E ancora: l’impe-ro di Napoleone può essere interpretato, anche in chiave geografica, come un momento di occidentalizzazione del mondo. Il che riconduce alle considerazioni svolte nella prima parte di questa introduzione e a quelle che verranno nella parte conclusiva" (Rafaella Pilo)
Geografie napoleoniche
Marcello Tanca
2023-01-01
Abstract
"L’intervento di Marcello Tanca, Geografie napoleoniche, affronta il peso specifico assunto dalla geografia nella dominazione napoleonica. Tale disciplina ha, infatti, raggiunto un posto di primo piano intrecciandosi con la politica, con l’esercizio del potere connesso con l’acquisizione di nuove competenze e informazioni anche di carattere geografico e questioni di Stato a vari livelli. Sotto Napoleone, infatti, la figura del geografo diventa parte di un corpo militare poiché era indispensabile conoscere il territorio su cui si andava a combattere. E ancora: l’impe-ro di Napoleone può essere interpretato, anche in chiave geografica, come un momento di occidentalizzazione del mondo. Il che riconduce alle considerazioni svolte nella prima parte di questa introduzione e a quelle che verranno nella parte conclusiva" (Rafaella Pilo)File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: La figura di Napoleone si pone al culmine di un processo tipicamente moderno di teatralizzazione della guerra che è l’effetto di una serie di cambiamenti innescati a partire dal XVI secolo: l’ampliamento delle dimensioni degli eserciti, il perfezionamento delle armi da fuoco (e il peso sempre più decisivo dell’artiglieria), l’anonimizzazione (e specializzazione) delle truppe, l’assimilazione del condottiero a un regista teatrale che non prende parte in prima persona agli scontri, ma li osserva da lontano, in una posizione panoramica – l’unica che può assicurare il “colpo d’occhio” ossia una visione d’insieme del campo di battaglia e, quindi, una piena comprensione degli eventi che vi hanno luogo.
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