»Mit der alten Welt Schicht zu machen«. Topographische und symbolische Grenzverschiebungen in Theodor Fontanes Kolonialdiskurs

Borders and border-crossing constitute, as is well known, a Leitmotif in Theodor Fontane's work that can be interpreted in various ways. The author presents a multifaceted picture of Wilhelmine society and realistically depicts the contradictory desires, ambitions and fears of the bourgeois class. This multifaceted portrayal of society also includes the colonial experiences of the empire which, in the author's work, are often associated with the desire - and, at the same time, the fear - of the unknown, the foreigner and the exotic. In the present work, the figure of the foreigner is investigated in the light of the dialectical relationship between spaces and for the purposes of a critical reflection on the very concept of otherness.

I confini e l'attraversamento delle frontiere costituiscono, come è noto, un Leitmotiv nell'opera di Theodor Fontane che può essere interpretato sotto vari profili. L'autore presenta un quadro sfaccettato della società guglielmina e rappresenta in modo realistico i desideri, le ambizioni e le paure contraddittorie della classe borghese. Tale restituzione sfaccettata della società include anche le esperienze coloniali dell'impero che, nell'opera dell’autore, sono spesso associate al desiderio – e, al contempo, alla paura – dell'ignoto, dello straniero e dell'esotico. Nel presente lavoro la figura dello straniero è indagata alla luce del rapporto dialettico tra gli spazi e ai fini di una riflessione critica del concetto stesso di alterità.