Pierre de l’Hôpital’s Voie d’Enfer et de Paradis (1315-1336) is the first and perhaps the only text that systematically assigns the domain of eschatological space to female "auctoritates", in the form of gynecocracies overseen by the hypostases of the seven vices, their corresponding virtues and the three times of penance (contrition, confession and satisfaction). After noting how the genre and form of the allegories are plausibly determined by the feminization of Orgueil, the contribution aims to investigate more closely the characterization of "Venus/Luxure". Last in the list of vices, the hypostasis is introduced by the author at the center of an ambiguous Oedipal scene and presides over a narrative section in which we can recognise the nucleus of a universal tale constitutively linked to the female archetype of love and generation. From the reflections that follow, it will finally emerge how the treatment that Pierre de l’Hôpital’s poem reserves for the other world, inevitably enclosed in the discourse of the narrative (authorial) voice, falls into a new form of male appropriation, based on the representative models of the major paradigms of the Christian feminine.

La Voie d’Enfer et de Paradis di Pierre de l’Hôpital (1315-1336) è il primo e forse l’unico testo che assegna sistematicamente il dominio dello spazio escatologico ad auctoritates femminili, nella forma di vere e proprie ginecocrazie sovrintese dalle ipostasi dei sette vizi, delle corrispettive virtù e dei tre tempi della penitenza. Dopo aver constatato come il genere e la forma delle allegorie siano state plausibilmente determinate da una prima femminilizzazione di Orgueil, il contributo si propone di indagare più da vicino la caratterizzazione di Venere/Lussuria. Ultima nel novero dei vizi, l’ipostasi è introdotta dall’autore al centro di un’ambigua scena edipica e presiede a una sezione narrativa in cui può riconoscersi il nucleo di un racconto universale, costitutivamente legato all’archetipo femminile dell’amore e della generazione. Dalle riflessioni che seguiranno, emergerà infine come il trattamento che il viaggio oltremondano di Pierre de l’Hôpital riserva all’altro mondo, inevitabilmente rinchiuso nel discorso della voce narrante (autoriale), ricada in una nuova forma di appropriazione maschile, facente cardine sui modelli rappresentativi dei maggiori paradigmi del femminino cristiano.

Sotto il segno di Venere. Breve indagine su alcune ginecocrazie oltremondane in Pierre de l’Hôpital

Andrea Macciò
Primo
2021-01-01

Abstract

Pierre de l’Hôpital’s Voie d’Enfer et de Paradis (1315-1336) is the first and perhaps the only text that systematically assigns the domain of eschatological space to female "auctoritates", in the form of gynecocracies overseen by the hypostases of the seven vices, their corresponding virtues and the three times of penance (contrition, confession and satisfaction). After noting how the genre and form of the allegories are plausibly determined by the feminization of Orgueil, the contribution aims to investigate more closely the characterization of "Venus/Luxure". Last in the list of vices, the hypostasis is introduced by the author at the center of an ambiguous Oedipal scene and presides over a narrative section in which we can recognise the nucleus of a universal tale constitutively linked to the female archetype of love and generation. From the reflections that follow, it will finally emerge how the treatment that Pierre de l’Hôpital’s poem reserves for the other world, inevitably enclosed in the discourse of the narrative (authorial) voice, falls into a new form of male appropriation, based on the representative models of the major paradigms of the Christian feminine.
2021
978-88-9392-315-6
La Voie d’Enfer et de Paradis di Pierre de l’Hôpital (1315-1336) è il primo e forse l’unico testo che assegna sistematicamente il dominio dello spazio escatologico ad auctoritates femminili, nella forma di vere e proprie ginecocrazie sovrintese dalle ipostasi dei sette vizi, delle corrispettive virtù e dei tre tempi della penitenza. Dopo aver constatato come il genere e la forma delle allegorie siano state plausibilmente determinate da una prima femminilizzazione di Orgueil, il contributo si propone di indagare più da vicino la caratterizzazione di Venere/Lussuria. Ultima nel novero dei vizi, l’ipostasi è introdotta dall’autore al centro di un’ambigua scena edipica e presiede a una sezione narrativa in cui può riconoscersi il nucleo di un racconto universale, costitutivamente legato all’archetipo femminile dell’amore e della generazione. Dalle riflessioni che seguiranno, emergerà infine come il trattamento che il viaggio oltremondano di Pierre de l’Hôpital riserva all’altro mondo, inevitabilmente rinchiuso nel discorso della voce narrante (autoriale), ricada in una nuova forma di appropriazione maschile, facente cardine sui modelli rappresentativi dei maggiori paradigmi del femminino cristiano.
Pierre de l’Hôpital; Voie d’Enfer et de Paradis; Venus; Lust; sidhe; Sibylla's paradise
Pierre de l’Hôpital; Voie d’Enfer et de Paradis; Venere; Lussuria; sidhe; paradiso della Sibilla
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