Nelle città di non conflitto, le presenze di paesaggi militari urbani (Woodward, 2014), profondamente segnati da strutture e attività afferenti alle Forze Armate, rappresentano geografie in constante cambiamento. Negli ultimi decenni la trasformazione delle politiche di difesa e il nuovo ruolo acquisito dalle città come promotrici dello sviluppo locale hanno plasmato a diverse scale le geografie urbane. In molti ambiti territoriali le iniziative di rifunzionalizzazione e valorizzazione del vasto patrimonio della difesa in ambito urbano hanno dato luogo, comunque, a persistenze tanto sul piano istituzionale quanto su quello fisico, estetico, materiale. In questo contesto l’area di San Bartolomeo – Calamosca costituisce un’enclave frammentata di presenza civile che in maniera liquida si è inserita nelle entità militari. Un’area fino agli anni Sessanta del Novecento preclusa alla città, comunità esogena di militari, dipendenti civili dell’amministrazione militare e delle loro famiglie, «prigionieri» privilegiati di una delle aree paesaggisticamente più belle del capoluogo regionale ma al contempo immersa in una realtà parallela di servizi dedicati e di fragilità sociali, fatte di molti allontanamenti e plurimi ritorni, in funzione delle dinamiche di carriera nelle forze armate e dei passaggi ereditari per le abitazioni degli altri residenti.
Abitare un luogo “fuori dal comune”. Sentirsi a casa in Piazza S. Bartolomeo (Cagliari)
Maurizio Memoli;Giovanni Sistu;Giacomo Spanu
2023-01-01
Abstract
Nelle città di non conflitto, le presenze di paesaggi militari urbani (Woodward, 2014), profondamente segnati da strutture e attività afferenti alle Forze Armate, rappresentano geografie in constante cambiamento. Negli ultimi decenni la trasformazione delle politiche di difesa e il nuovo ruolo acquisito dalle città come promotrici dello sviluppo locale hanno plasmato a diverse scale le geografie urbane. In molti ambiti territoriali le iniziative di rifunzionalizzazione e valorizzazione del vasto patrimonio della difesa in ambito urbano hanno dato luogo, comunque, a persistenze tanto sul piano istituzionale quanto su quello fisico, estetico, materiale. In questo contesto l’area di San Bartolomeo – Calamosca costituisce un’enclave frammentata di presenza civile che in maniera liquida si è inserita nelle entità militari. Un’area fino agli anni Sessanta del Novecento preclusa alla città, comunità esogena di militari, dipendenti civili dell’amministrazione militare e delle loro famiglie, «prigionieri» privilegiati di una delle aree paesaggisticamente più belle del capoluogo regionale ma al contempo immersa in una realtà parallela di servizi dedicati e di fragilità sociali, fatte di molti allontanamenti e plurimi ritorni, in funzione delle dinamiche di carriera nelle forze armate e dei passaggi ereditari per le abitazioni degli altri residenti.File | Dimensione | Formato | |
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