Turning to a region of South Italy associated with Greater Greece and the geographies of Homer's Odyssey, Marco Benoît Carbone delivers a historical and ethnographic treatment of how places defined in public imagination and media by their associated histories become sites of memory and identity, as their landscape and mythologies turn into insignia of a romanticised antiquity. For the ancient Greeks, Homer had set the marine monsters of the Odyssey in the Strait between Calabria and Sicily. Since then, this passage has been glowing with the aura of its mythological landmarks. Travellers and tourists have played Odysseus by re-enacting his journey. Scholars and explorers have explained the myths as metaphors of whirlpools and marine fauna. The iconic Strait and village of Scilla have turned into place-myths and playgrounds, defined by the region's heritage. Carbone observes the enduring impact of Hellas on the real Strait today. The continuous rekindling of cultural and visual traditions of place in the arts, media, travel, and tourism have intersected with philhellenic historiographies, shaping local policies, public histories, views of development, and forms of Hellenicist identitarianism. Elements of society have celebrated the landscape of the Odyssey, appropriated Homer as their imagined heirs, and purported themselves as the original Europeans–pandering to outdated ideological appropriations of 'classical' antiquity and exclusionary, West-centric views of the Mediterranean.

Volgendo lo sguardo a una regione del Sud Italia tradizionalmente associata alla Magna Grecia e alle geografie dell'Odissea di Omero, lo studio offre un'analisi storica ed etnografica di come i luoghi dei miti, definiti dall'immaginario collettivo e costruiti dai media in accordo alle loro storie più emblematiche, diventino spazi di memoria e identità, mentre paesaggi e mitologie si trasformano in simboli di un'antichità idealizzata e romanticizzata. Secondo la diffusa tradizione culturale che risale agli antichi Greci, Omero avrebbe collocato i mostri marini dell'Odissea nello stretto tra Calabria e Sicilia. Da allora, questo passaggio è avvolto dal fascino dei suoi riferimenti mitologici. Viaggiatori e turisti hanno interpretato incessantemente il ruolo di Ulisse, ripercorrendo il suo viaggio, mentre studiosi ed esploratori hanno spiegato i miti come metafore di vortici marini e fauna abissale. L'iconico Stretto e il villaggio di Scilla sono così diventati dei "luoghi-mito”, degli spazi votati alla narrazione mitica, definiti, prima ancora che da presunte corrispondenze esatte tra mito e geografia, dallo stesso patrimonio culturale attraverso il quale si è letta la storia della regione. Lo studio osserva l'impatto persistente dell'eredità ellenica sullo Stretto contemporaneo. Il continuo rinnovarsi delle tradizioni culturali e visive del luogo nelle arti, nei media, nel turismo e nei viaggi si intreccia con storiografie di stampo filellenico, modellando politiche urbane locali, narrazioni pubbliche della storia, visioni di sviluppo dei paesi e persino alcune forme di identitarismo “ellenicista”. Alcuni settori della società hanno celebrato il paesaggio dell'Odissea, appropriandosi di Omero come di un immaginario antenato, talvolta presentandosi come i primi europei, assecondando così anche delle ideologie di appropriazione dell'antichità "classica" e delle visioni esclusive e occidentali del Mediterraneo, nel quadro di un’antichità che si fa capitale storico conteso.

Geographies of Myth and Places of Identity. The Strait of Scylla and Charybdis in the Modern Imagination

Marco Benoit Carbone
Primo
2022-01-01

Abstract

Turning to a region of South Italy associated with Greater Greece and the geographies of Homer's Odyssey, Marco Benoît Carbone delivers a historical and ethnographic treatment of how places defined in public imagination and media by their associated histories become sites of memory and identity, as their landscape and mythologies turn into insignia of a romanticised antiquity. For the ancient Greeks, Homer had set the marine monsters of the Odyssey in the Strait between Calabria and Sicily. Since then, this passage has been glowing with the aura of its mythological landmarks. Travellers and tourists have played Odysseus by re-enacting his journey. Scholars and explorers have explained the myths as metaphors of whirlpools and marine fauna. The iconic Strait and village of Scilla have turned into place-myths and playgrounds, defined by the region's heritage. Carbone observes the enduring impact of Hellas on the real Strait today. The continuous rekindling of cultural and visual traditions of place in the arts, media, travel, and tourism have intersected with philhellenic historiographies, shaping local policies, public histories, views of development, and forms of Hellenicist identitarianism. Elements of society have celebrated the landscape of the Odyssey, appropriated Homer as their imagined heirs, and purported themselves as the original Europeans–pandering to outdated ideological appropriations of 'classical' antiquity and exclusionary, West-centric views of the Mediterranean.
2022
9781350118188
Volgendo lo sguardo a una regione del Sud Italia tradizionalmente associata alla Magna Grecia e alle geografie dell'Odissea di Omero, lo studio offre un'analisi storica ed etnografica di come i luoghi dei miti, definiti dall'immaginario collettivo e costruiti dai media in accordo alle loro storie più emblematiche, diventino spazi di memoria e identità, mentre paesaggi e mitologie si trasformano in simboli di un'antichità idealizzata e romanticizzata. Secondo la diffusa tradizione culturale che risale agli antichi Greci, Omero avrebbe collocato i mostri marini dell'Odissea nello stretto tra Calabria e Sicilia. Da allora, questo passaggio è avvolto dal fascino dei suoi riferimenti mitologici. Viaggiatori e turisti hanno interpretato incessantemente il ruolo di Ulisse, ripercorrendo il suo viaggio, mentre studiosi ed esploratori hanno spiegato i miti come metafore di vortici marini e fauna abissale. L'iconico Stretto e il villaggio di Scilla sono così diventati dei "luoghi-mito”, degli spazi votati alla narrazione mitica, definiti, prima ancora che da presunte corrispondenze esatte tra mito e geografia, dallo stesso patrimonio culturale attraverso il quale si è letta la storia della regione. Lo studio osserva l'impatto persistente dell'eredità ellenica sullo Stretto contemporaneo. Il continuo rinnovarsi delle tradizioni culturali e visive del luogo nelle arti, nei media, nel turismo e nei viaggi si intreccia con storiografie di stampo filellenico, modellando politiche urbane locali, narrazioni pubbliche della storia, visioni di sviluppo dei paesi e persino alcune forme di identitarismo “ellenicista”. Alcuni settori della società hanno celebrato il paesaggio dell'Odissea, appropriandosi di Omero come di un immaginario antenato, talvolta presentandosi come i primi europei, assecondando così anche delle ideologie di appropriazione dell'antichità "classica" e delle visioni esclusive e occidentali del Mediterraneo, nel quadro di un’antichità che si fa capitale storico conteso.
Heritage; Tourism; Myth; Anthropology; Reception of antiquity
Patrimonializzazione; Turismo; Mito; Antropologia; Ricezione dell'antichità classica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/420923
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