Fra le protagoniste del secondo surrealismo, Bona Tibertelli de Mandiargues (Roma, 1926 – Parigi, 2000), pittrice, scrittrice e poetessa, artista dalla vitalità e creatività travolgenti, ma anche inquieta, angosciata, tormentata da dubbi e incertezze, è una figura di straordinario fascino e interesse, la cui opera non ha finora ottenuto l’attenzione che merita. Il suo percorso, articolatosi fra Parigi, l’Italia e il Messico, ha attraversato gli ambienti dell’arte e della letteratura internazionali, incrociando autori di primo piano come Giuseppe Ungaretti, Italo Calvino, André Breton, Leonora Carrington, Leonor Fini, Henri Michaux, Unica Zürn, Ezra Pound, Octavio Paz, senza dimenticare il marito André Pieyre de Mandiargues e lo zio Filippo de Pisis, il cui esempio ne guidò gli esordi di pittrice. A oltre vent’anni dalla scomparsa di Bona, il Museo Nivola ne ricostruisce la vicenda con oltre settanta opere, dagli inizi segnati dall’incontro col surre- alismo all’ultima fase di ripiegamento introspettivo, passando per le intense stagioni dei tardi anni cinquanta e sessanta. La mostra e il catalogo che l’accompagna, realizzati grazie al fondamentale contributo della Fondazione di Sardegna, costituiscono un primo passo verso la conoscenza dell’artista, po- nendo le basi per ulteriori studi e approfondimenti.
Il complesso di Diana e la macchina da cucire
Ghisu Caterina
2023-01-01
Abstract
Fra le protagoniste del secondo surrealismo, Bona Tibertelli de Mandiargues (Roma, 1926 – Parigi, 2000), pittrice, scrittrice e poetessa, artista dalla vitalità e creatività travolgenti, ma anche inquieta, angosciata, tormentata da dubbi e incertezze, è una figura di straordinario fascino e interesse, la cui opera non ha finora ottenuto l’attenzione che merita. Il suo percorso, articolatosi fra Parigi, l’Italia e il Messico, ha attraversato gli ambienti dell’arte e della letteratura internazionali, incrociando autori di primo piano come Giuseppe Ungaretti, Italo Calvino, André Breton, Leonora Carrington, Leonor Fini, Henri Michaux, Unica Zürn, Ezra Pound, Octavio Paz, senza dimenticare il marito André Pieyre de Mandiargues e lo zio Filippo de Pisis, il cui esempio ne guidò gli esordi di pittrice. A oltre vent’anni dalla scomparsa di Bona, il Museo Nivola ne ricostruisce la vicenda con oltre settanta opere, dagli inizi segnati dall’incontro col surre- alismo all’ultima fase di ripiegamento introspettivo, passando per le intense stagioni dei tardi anni cinquanta e sessanta. La mostra e il catalogo che l’accompagna, realizzati grazie al fondamentale contributo della Fondazione di Sardegna, costituiscono un primo passo verso la conoscenza dell’artista, po- nendo le basi per ulteriori studi e approfondimenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


