Negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente diffusione dell’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale, non solo in svariati settori della vita privata al fine di agevolare il compimento di azioni quotidiane (si pensi allo “sblocco” della schermata degli smartphone o all’autorizzazione delle transazioni bancarie), ma anche in ambito processuale, per finalità che possono essere, alternativamente, di “prevenzione”, di indagine o di accertamento della responsabilità penale. Allo stato, in assenza di una disciplina ad hoc nella legislazione nazionale, lo studio intende ricostruire l’ammissibilità – e gli eventuali margini – dell’impiego dei sistemi automatici di riconoscimento facciale nel procedimento penale, alla luce dei principi e delle regole processuali che lo contraddistinguono e nel rispetto dei diritti fondamentali di ogni individuo. La tematica, particolarmente delicata, vede sovrapporsi problematiche di natura tecnica – che riposano, in larga misura, sull’attendibilità dei sistemi de quibus – ad altre tipicamente giuridiche: è alla luce di tali considerazioni che vengono elaborate alcune prospettive di sviluppo, tutte incentrate sulla consapevolezza che l’utilizzo di tali sistemi in ambito processuale non può prescindere da un controllo effettivo dell’operatore umano.
I sistemi automatici di riconoscimento facciale nel procedimento penale. Tra possibilità di impiego e limiti ordinamentali
Demartis Fabrizio
2025-01-01
Abstract
Negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente diffusione dell’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale, non solo in svariati settori della vita privata al fine di agevolare il compimento di azioni quotidiane (si pensi allo “sblocco” della schermata degli smartphone o all’autorizzazione delle transazioni bancarie), ma anche in ambito processuale, per finalità che possono essere, alternativamente, di “prevenzione”, di indagine o di accertamento della responsabilità penale. Allo stato, in assenza di una disciplina ad hoc nella legislazione nazionale, lo studio intende ricostruire l’ammissibilità – e gli eventuali margini – dell’impiego dei sistemi automatici di riconoscimento facciale nel procedimento penale, alla luce dei principi e delle regole processuali che lo contraddistinguono e nel rispetto dei diritti fondamentali di ogni individuo. La tematica, particolarmente delicata, vede sovrapporsi problematiche di natura tecnica – che riposano, in larga misura, sull’attendibilità dei sistemi de quibus – ad altre tipicamente giuridiche: è alla luce di tali considerazioni che vengono elaborate alcune prospettive di sviluppo, tutte incentrate sulla consapevolezza che l’utilizzo di tali sistemi in ambito processuale non può prescindere da un controllo effettivo dell’operatore umano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.