Ginia, la protagonista de "La bella estate" di Cesare Pavese, ha sedici anni e lavora come sarta presso un atelier nel centro di Torino; arrivata in città dalla campagna insieme al fratello Severino, intraprende un intenso cammino di formazione, individuale, professionale e sentimentale. Quando incontra Amelia, che di mestiere fa la modella, non cambia solo la sua vita ma cambiano anche la percezione del suo corpo e il suo rapporto con gli spazi cittadini. Le passeggiate di Ginia e Amelia per le strade e i viali della città sono un tratto essenziale del romanzo di Pavese, e nel film di Laura Luchetti (2023) acquistano una pregnanza sensoriale ancora più marcata e persistente. Il presente contributo si propone di analizzare l’esperienza della flâneuserie e la figura della flâneuse da una triplice prospettiva: l’esplorazione del paesaggio urbano come affermazione dell’identità femminile e momento di libertà e intimità con l’altra; la conquista di nuovi luoghi di socializzazione (cafè, sale da ballo, case private) come riconfigurazione della propria privacy in termini di spazio e di tempo; in che modo e con quali esiti l’esperienza della flâneuserie è interpretata e rappresentata nel passaggio dal medium letterario a quello cinematografico.
"Chiacchieriamo camminando": La bella estate tra racconto di formazione e flâneuserie
Myriam MereuPrimo
2025-01-01
Abstract
Ginia, la protagonista de "La bella estate" di Cesare Pavese, ha sedici anni e lavora come sarta presso un atelier nel centro di Torino; arrivata in città dalla campagna insieme al fratello Severino, intraprende un intenso cammino di formazione, individuale, professionale e sentimentale. Quando incontra Amelia, che di mestiere fa la modella, non cambia solo la sua vita ma cambiano anche la percezione del suo corpo e il suo rapporto con gli spazi cittadini. Le passeggiate di Ginia e Amelia per le strade e i viali della città sono un tratto essenziale del romanzo di Pavese, e nel film di Laura Luchetti (2023) acquistano una pregnanza sensoriale ancora più marcata e persistente. Il presente contributo si propone di analizzare l’esperienza della flâneuserie e la figura della flâneuse da una triplice prospettiva: l’esplorazione del paesaggio urbano come affermazione dell’identità femminile e momento di libertà e intimità con l’altra; la conquista di nuovi luoghi di socializzazione (cafè, sale da ballo, case private) come riconfigurazione della propria privacy in termini di spazio e di tempo; in che modo e con quali esiti l’esperienza della flâneuserie è interpretata e rappresentata nel passaggio dal medium letterario a quello cinematografico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


