Nel 1621, il rapido mutamento degli equilibri politici determinato a Madrid dalla scomparsa del re Filippo III e dalla ascesa di un nuovo gruppo di potere non fu chiaramente percepito dai ceti privilegiati del regno di Sardegna. Fazioni e reti clientelari, legate per quasi un ventennio a quella politica di patronazco che aveva fatto del duca di Llerma, ministro di Filippo III, il principale dispensatore di grazie e favori, intravvidero nella politica di reputación e di rivendicazione giurisdizionale, avviata dagli uomini dell’Olivares in forme poco rispettose per le “libertà” del regno, una palese violazione di quelle tradizioni costituzionali di governo mixto che caratterizzavano da secoli i rapporti tra la monarchia e i regni che facevano parte della corona d’Aragona.. Nel regno di Sardegna la situazione mutò solo quando, in cambio di un rilevante incremento della contribuzione fiscale, i ceti privilegiati ottennero: 1. la nomina di un letrado di origine sarda nel Consejo de Aragón per istruire le pratiche riguardanti il regno, tutelarne la legislazione e amministrare celermente giustizia 2. la piena parità politica con gli altri regni della penisola iberica e la definitiva separazione politica e amministrativa dai domini italiani 3. la riserva degli uffici civili, militari ed ecclesiastici ai naturales del regno e l’assegnazione ad essi di incarichi anche in altri territori governati dalla monarchia ispanica 4. l’inserimento del tercio sardo (composto unicamente da naturales) nell’esercito spagnolo 5. la colletta e l’amministrazione diretta del prelievo fiscale e delle spese sostenute per mantenere il tercio da parte di una Deputazione del parlamento del regno
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Titolo: | La Sardegna ai tempi del Conte duca de Olivares |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2010 |
Abstract: | Nel 1621, il rapido mutamento degli equilibri politici determinato a Madrid dalla scomparsa del re Filippo III e dalla ascesa di un nuovo gruppo di potere non fu chiaramente percepito dai ceti privilegiati del regno di Sardegna. Fazioni e reti clientelari, legate per quasi un ventennio a quella politica di patronazco che aveva fatto del duca di Llerma, ministro di Filippo III, il principale dispensatore di grazie e favori, intravvidero nella politica di reputación e di rivendicazione giurisdizionale, avviata dagli uomini dell’Olivares in forme poco rispettose per le “libertà” del regno, una palese violazione di quelle tradizioni costituzionali di governo mixto che caratterizzavano da secoli i rapporti tra la monarchia e i regni che facevano parte della corona d’Aragona.. Nel regno di Sardegna la situazione mutò solo quando, in cambio di un rilevante incremento della contribuzione fiscale, i ceti privilegiati ottennero: 1. la nomina di un letrado di origine sarda nel Consejo de Aragón per istruire le pratiche riguardanti il regno, tutelarne la legislazione e amministrare celermente giustizia 2. la piena parità politica con gli altri regni della penisola iberica e la definitiva separazione politica e amministrativa dai domini italiani 3. la riserva degli uffici civili, militari ed ecclesiastici ai naturales del regno e l’assegnazione ad essi di incarichi anche in altri territori governati dalla monarchia ispanica 4. l’inserimento del tercio sardo (composto unicamente da naturales) nell’esercito spagnolo 5. la colletta e l’amministrazione diretta del prelievo fiscale e delle spese sostenute per mantenere il tercio da parte di una Deputazione del parlamento del regno |
Handle: | http://hdl.handle.net/11584/46724 |
ISBN: | 9788884675989 |
Tipologia: | 2.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |