Educare tra il nulla e la speranza appare come il destino di ogni generazione che vive in un’epoca di rivolgimenti radicali e di profonde mutazioni, di greve incertezza, di sradicamento e di esodo. L’educazione, come la vita, è il luogo di una tensione, il territorio dove l’ideale lotta per sopravvivere. Il nostro tempo, spesso chiuso dentro uno sconsolante orizzonte in cui domina l’assenza di valori condivisi, ha reso sempre più evidente che l’alternativa all’educazione è la noia del nichilismo. Perché, infine, il nichilismo, anche quello che si riveste di gaiezza, fa morire di noia. Il deperimento d’interesse è l’esito fatale di un’assenza di realtà, di privazione, di un’esistenza votata alla morte quotidiana. Comprenderlo è già un inizio di riscatto. Allo scopo, occorre avere il coraggio di sorprendere l’ingombro o almeno le tracce dell’assurdità del nulla che agisce nel nostro modo di intendere la vita. Prenderne atto offre alla natura immutabile del desiderio di verità e felicità un’occasione di risveglio. Forse un inizio di ripresa può avvenire senza passaggi intermedi. Ma non bisogna illudersi, essa immette in un lavoro lungo, attraverso il quale si potrà uscire dalla penombra per entrare nel vastissimo territorio dell’educare che, naturalmente, si lascia conoscere da prospettive diverse e ugualmente legittime. Vano aspirare ad abolire la varietà e individualità delle prospettive pedagogiche riducendole a un’unica visione ecumenica.
EDUCARE TRA IL NULLA E LA SPERANZA
NUVOLI, PIERO FELICE
2012-01-01
Abstract
Educare tra il nulla e la speranza appare come il destino di ogni generazione che vive in un’epoca di rivolgimenti radicali e di profonde mutazioni, di greve incertezza, di sradicamento e di esodo. L’educazione, come la vita, è il luogo di una tensione, il territorio dove l’ideale lotta per sopravvivere. Il nostro tempo, spesso chiuso dentro uno sconsolante orizzonte in cui domina l’assenza di valori condivisi, ha reso sempre più evidente che l’alternativa all’educazione è la noia del nichilismo. Perché, infine, il nichilismo, anche quello che si riveste di gaiezza, fa morire di noia. Il deperimento d’interesse è l’esito fatale di un’assenza di realtà, di privazione, di un’esistenza votata alla morte quotidiana. Comprenderlo è già un inizio di riscatto. Allo scopo, occorre avere il coraggio di sorprendere l’ingombro o almeno le tracce dell’assurdità del nulla che agisce nel nostro modo di intendere la vita. Prenderne atto offre alla natura immutabile del desiderio di verità e felicità un’occasione di risveglio. Forse un inizio di ripresa può avvenire senza passaggi intermedi. Ma non bisogna illudersi, essa immette in un lavoro lungo, attraverso il quale si potrà uscire dalla penombra per entrare nel vastissimo territorio dell’educare che, naturalmente, si lascia conoscere da prospettive diverse e ugualmente legittime. Vano aspirare ad abolire la varietà e individualità delle prospettive pedagogiche riducendole a un’unica visione ecumenica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.