Palese testimonianza del processo di appropriazione della romanitas da parte del fascismo, il film Scipione l’Africano, uscito per la regia di Carmine Gallone nel 1937 un anno dopo la proclamazione dell’impero, secondo una ricercata coincidenza cronologica che tradisce il desiderio di associare l’occupazione italiana dell’Etiopia al trionfo di Roma su Cartagine, costituisce un eccellente esempio di come la propaganda di regime abusi dell’antichità classica risemantizzando in funzione dei propri scopi politici e delle proprie posizioni ideologiche alcune tematiche, quali il successo di Scipione, equiparato a quello di Mussolini, e la rivalità tra l’Urbs e Cartagine, assimilata allo scontro tra l’Italia fascista e l’Inghilterra.
«Teneo Africam». Scipione l’Africano: la romanità si fa colossal sugli schermi del duce.
GIUMAN, MARCO;PARODO C.
2012-01-01
Abstract
Palese testimonianza del processo di appropriazione della romanitas da parte del fascismo, il film Scipione l’Africano, uscito per la regia di Carmine Gallone nel 1937 un anno dopo la proclamazione dell’impero, secondo una ricercata coincidenza cronologica che tradisce il desiderio di associare l’occupazione italiana dell’Etiopia al trionfo di Roma su Cartagine, costituisce un eccellente esempio di come la propaganda di regime abusi dell’antichità classica risemantizzando in funzione dei propri scopi politici e delle proprie posizioni ideologiche alcune tematiche, quali il successo di Scipione, equiparato a quello di Mussolini, e la rivalità tra l’Urbs e Cartagine, assimilata allo scontro tra l’Italia fascista e l’Inghilterra.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.