La riflessione sulla priorità attribuibile ai servizi per la prima infanzia nell'offerta complessiva delle politiche familiari alimenta in Italia, da almeno quarant'anni, un corposo flusso di tematizzazione teorica circa la redistribuzione delle obbligazioni tra stato, mercato e famiglie. A questo dibattito, tuttavia, non sembra avere fatto adeguato riscontro la ridefinizione dell'agenda di social policy in direzione di un proporzionale investimento operativo, sia in termini di implementazione quantitativa della dotazione attuale di asili nido e servizi integrativi per la fascia d'età 3-36 mesi, sia di innovazione qualitativa delle strutture esistenti rispetto alle funzioni ad esse attribuite, in implicito equilibrio tra dimensione educativa e socio-assistenziale. Richiamando la classica nozione di “cittadinanza sociale” formulata da T.H. Marshall, questo saggio argomenta la necessità di un vero e proprio “diritto d'asilo nido”, secondo due ordini di considerazioni. In primo luogo l'inclusione di questo beneficio garantito nello status della cittadinanza sociale contribuirebbe alla costituzione di un diritto universale a un reddito reale non misurato sul valore di mercato del soggetto, ossia amplierebbe lo spettro della cittadinanza sociale in ragione del grado di autonomia garantita ai singoli, in un'ottica di demercificazione e defamilizzazione dei diritti. In seconda istanza, la nozione di diritto sociale d'asilo-nido rinvia alla distinzione fondativa tra la cittadinanza come status, focalizzata sui requisiti e le condizioni socio-economiche e politiche formali che presiedono al riconoscimento dei suoi contenuti egualitari e di “libertà positiva”, e la cittadinanza come pratica, che inerisce la sua dimensione d'esercizio pienamente partecipativo nella comunità di appartenenza, tanto nella sfera pubblica quanto in quella privata. Il saggio argomenta queste due connotazioni complementari del diritto d'asilo nido, come contenuto formale della cittadinanza sociale e come strategia operativa di definizione dei percorsi biografici individuali e familiari. La prima esige un approccio macro-analitico alla configurazione strutturale e organizzativa del modello di welfare italiano, a partire dai suoi assunti culturali circa le nozioni di famiglia, genere e generazioni, che presiedono ai meccanismi di allocazione delle risorse pubbliche. La seconda indaga in chiave micro-fondata le combinazioni di aspettative, preferenze, vincoli e opportunità che plasmano i corsi d'azione dei differenti attori gravitanti intorno al servizio d'asilo nido, sedimentandone i contenuti sostanziali di cittadinanza: in quanto genitori (madri e padri); in quanto operatori del settore; in quanto fruitori immediati del servizio (infanti).
Il diritto d'asilo nido: la qualità dell'offerta dei servizi per la prima infanzia come espressione di cittadinanza sociale
Cois, Ester
2014-01-01
Abstract
La riflessione sulla priorità attribuibile ai servizi per la prima infanzia nell'offerta complessiva delle politiche familiari alimenta in Italia, da almeno quarant'anni, un corposo flusso di tematizzazione teorica circa la redistribuzione delle obbligazioni tra stato, mercato e famiglie. A questo dibattito, tuttavia, non sembra avere fatto adeguato riscontro la ridefinizione dell'agenda di social policy in direzione di un proporzionale investimento operativo, sia in termini di implementazione quantitativa della dotazione attuale di asili nido e servizi integrativi per la fascia d'età 3-36 mesi, sia di innovazione qualitativa delle strutture esistenti rispetto alle funzioni ad esse attribuite, in implicito equilibrio tra dimensione educativa e socio-assistenziale. Richiamando la classica nozione di “cittadinanza sociale” formulata da T.H. Marshall, questo saggio argomenta la necessità di un vero e proprio “diritto d'asilo nido”, secondo due ordini di considerazioni. In primo luogo l'inclusione di questo beneficio garantito nello status della cittadinanza sociale contribuirebbe alla costituzione di un diritto universale a un reddito reale non misurato sul valore di mercato del soggetto, ossia amplierebbe lo spettro della cittadinanza sociale in ragione del grado di autonomia garantita ai singoli, in un'ottica di demercificazione e defamilizzazione dei diritti. In seconda istanza, la nozione di diritto sociale d'asilo-nido rinvia alla distinzione fondativa tra la cittadinanza come status, focalizzata sui requisiti e le condizioni socio-economiche e politiche formali che presiedono al riconoscimento dei suoi contenuti egualitari e di “libertà positiva”, e la cittadinanza come pratica, che inerisce la sua dimensione d'esercizio pienamente partecipativo nella comunità di appartenenza, tanto nella sfera pubblica quanto in quella privata. Il saggio argomenta queste due connotazioni complementari del diritto d'asilo nido, come contenuto formale della cittadinanza sociale e come strategia operativa di definizione dei percorsi biografici individuali e familiari. La prima esige un approccio macro-analitico alla configurazione strutturale e organizzativa del modello di welfare italiano, a partire dai suoi assunti culturali circa le nozioni di famiglia, genere e generazioni, che presiedono ai meccanismi di allocazione delle risorse pubbliche. La seconda indaga in chiave micro-fondata le combinazioni di aspettative, preferenze, vincoli e opportunità che plasmano i corsi d'azione dei differenti attori gravitanti intorno al servizio d'asilo nido, sedimentandone i contenuti sostanziali di cittadinanza: in quanto genitori (madri e padri); in quanto operatori del settore; in quanto fruitori immediati del servizio (infanti).File | Dimensione | Formato | |
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