La Guerra Civile terminò ufficialmente il 01 di aprile del 1939, e con essa i terminarono conflitti politici e di classe. Terminarono il sistema parlamentare, la Seconda Repubblica e l'ateismo di stato. Nell'immaginario collettivo la vittoria delle armi di Francisco Franco e le preghiere di nostra Santa Madre Chiesa, avevano scongiurato l'ingresso del bolscevismo ateo e rivoluzionario nell'occidente europeo. Catturate e disarmate le orde comuniste, iniziava per la Spagna – secondo le parole dei vincitori – una nuova era, l'alba di un nuovo giorno destinato a mutare in maniera irreversibile il destino di quel paese. Per essi era necessario – come ricorda Julian Casanova – superare una storia inquinata dal pluralismo politico, dalle politiche liberali e dalle ingerenze filosofiche straniere. La conclusione delle guerra e la celebrazione del successo delle armi da parte dei vincitori, aprivano la strada ad un periodo ancora più oscuro e penoso della contesa. Saranno gli anni della pace di Franco e della repressione nei confronti dei vinti, che diverranno a loro volta le vittime della guerra. L'annientamento dell'avversario divenne in breve tempo l'unica preoccupazione dei vincitori, in modo particolare in quei territori ove, a testimoniare lo spirito che animava la contesa, l'insurrezione franchista aveva incontrato le maggiori resistenze da parte di quanti si erano mantenuti leali difensori del diritto della Seconda Repubblica ad esistere1. Il totale annientamento dell'avversario non apriva solo ampie prospettive di carattere politico e sociale, ma permise anche ai vincitori di cogliere rapidamente gli ingenti benefici economici tanto agognati, e sino tre anni prima ancora impensabili. Il colpo di stato militare conseguì il risultato – insperato per gli stessi vincitori – di riuscire a disarticolare la cultura e le stesse basi sociali di un intero popolo.
I volti del terrore. Cinque Lezioni di Storia
MONTIS, MAURO
2010-01-01
Abstract
La Guerra Civile terminò ufficialmente il 01 di aprile del 1939, e con essa i terminarono conflitti politici e di classe. Terminarono il sistema parlamentare, la Seconda Repubblica e l'ateismo di stato. Nell'immaginario collettivo la vittoria delle armi di Francisco Franco e le preghiere di nostra Santa Madre Chiesa, avevano scongiurato l'ingresso del bolscevismo ateo e rivoluzionario nell'occidente europeo. Catturate e disarmate le orde comuniste, iniziava per la Spagna – secondo le parole dei vincitori – una nuova era, l'alba di un nuovo giorno destinato a mutare in maniera irreversibile il destino di quel paese. Per essi era necessario – come ricorda Julian Casanova – superare una storia inquinata dal pluralismo politico, dalle politiche liberali e dalle ingerenze filosofiche straniere. La conclusione delle guerra e la celebrazione del successo delle armi da parte dei vincitori, aprivano la strada ad un periodo ancora più oscuro e penoso della contesa. Saranno gli anni della pace di Franco e della repressione nei confronti dei vinti, che diverranno a loro volta le vittime della guerra. L'annientamento dell'avversario divenne in breve tempo l'unica preoccupazione dei vincitori, in modo particolare in quei territori ove, a testimoniare lo spirito che animava la contesa, l'insurrezione franchista aveva incontrato le maggiori resistenze da parte di quanti si erano mantenuti leali difensori del diritto della Seconda Repubblica ad esistere1. Il totale annientamento dell'avversario non apriva solo ampie prospettive di carattere politico e sociale, ma permise anche ai vincitori di cogliere rapidamente gli ingenti benefici economici tanto agognati, e sino tre anni prima ancora impensabili. Il colpo di stato militare conseguì il risultato – insperato per gli stessi vincitori – di riuscire a disarticolare la cultura e le stesse basi sociali di un intero popolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.