Oggi è impensabile vivere nella società senza curare la propria immagine nelle relazioni con gli altri. Ne sono consapevoli i politici che fanno della costruzione d’immagine e della comunicazione gli strumenti chiave per l’ascesa al potere. Queste tecniche, unite a un linguaggio codificato di simboli, sono spesso in relazione ai mass media, alla pubblicità, al marketing. Non sono tuttavia invenzioni dei nostri giorni: esistevano già nel medioevo. Certo non c’erano internet, televisione o radio e l’apparato simbolico era diverso rispetto al nostro, ma lo scopo era lo stesso. L’Autore, dopo un’accurata ricerca, presenta in quest’opera la figura di Raimondo della Torre, milanese del XIII secolo, e le strategie comunicative che mette in atto per affermare il suo potere di principe e patriarca di Aquileia. Raimondo diventa patriarca nel 1273 e si trova subito a dover risolvere problemi politici ed economici in un territorio nuovo come il Friuli, con soggetti politici differenti rispetto alla Lombardia comunale. Forte dell’esperienza politica e diplomatica maturata al servizio della sua famiglia, i della Torre, signori di Milano prima dei Visconti, Raimondo unisce a concrete azioni di “buon governo” una solida comunicazione politica: crea un’efficiente cancelleria, dà più visibilità alle cerimonie feudali e religiose, utilizza una simbologia ispirata alle Sacre Scritture, governa senza scindere la politica dalla fede religiosa, compie numerosi viaggi con un apparato sfarzoso e si serve di collaboratori fidati spesso milanesi e lombardi. Costruisce nuovi palazzi, torri, vie, piazze, chiese; si serve di monete, affreschi, opere tessili, della poesia e del teatro per diffondere il suo messaggio politico. La sua comunicazione non tralascia nessuno: si interessa degli umili come dei ricchi, dei nobili, dei signori, re e principi confinanti. Questo gli permette di governare saldamente il principato aquileiese e di creare una solida immagine di sé come principe.
Raimondo della Torre patriarca di Aquileia (1273-1299). Politico, ecclesiastico, abile comunicatore
DEMONTIS, LUCA
2009-01-01
Abstract
Oggi è impensabile vivere nella società senza curare la propria immagine nelle relazioni con gli altri. Ne sono consapevoli i politici che fanno della costruzione d’immagine e della comunicazione gli strumenti chiave per l’ascesa al potere. Queste tecniche, unite a un linguaggio codificato di simboli, sono spesso in relazione ai mass media, alla pubblicità, al marketing. Non sono tuttavia invenzioni dei nostri giorni: esistevano già nel medioevo. Certo non c’erano internet, televisione o radio e l’apparato simbolico era diverso rispetto al nostro, ma lo scopo era lo stesso. L’Autore, dopo un’accurata ricerca, presenta in quest’opera la figura di Raimondo della Torre, milanese del XIII secolo, e le strategie comunicative che mette in atto per affermare il suo potere di principe e patriarca di Aquileia. Raimondo diventa patriarca nel 1273 e si trova subito a dover risolvere problemi politici ed economici in un territorio nuovo come il Friuli, con soggetti politici differenti rispetto alla Lombardia comunale. Forte dell’esperienza politica e diplomatica maturata al servizio della sua famiglia, i della Torre, signori di Milano prima dei Visconti, Raimondo unisce a concrete azioni di “buon governo” una solida comunicazione politica: crea un’efficiente cancelleria, dà più visibilità alle cerimonie feudali e religiose, utilizza una simbologia ispirata alle Sacre Scritture, governa senza scindere la politica dalla fede religiosa, compie numerosi viaggi con un apparato sfarzoso e si serve di collaboratori fidati spesso milanesi e lombardi. Costruisce nuovi palazzi, torri, vie, piazze, chiese; si serve di monete, affreschi, opere tessili, della poesia e del teatro per diffondere il suo messaggio politico. La sua comunicazione non tralascia nessuno: si interessa degli umili come dei ricchi, dei nobili, dei signori, re e principi confinanti. Questo gli permette di governare saldamente il principato aquileiese e di creare una solida immagine di sé come principe.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.