Sebbene sia alla base della nostra Costituzione repubblicana, poche altre esperienze storiche sono state oggetto di contesa come la lotta partigiana tra il 1943 e il ‘45. Già all’indomani della ritrovata democrazia si moltiplicarono i tentativi volti a ridimensionare la funzione della Resistenza nella storia della liberazione nazionale e il peso specifico della sua componente maggioritaria Tra le pieghe delle rimozioni forzate, o di affrettate esigenze di riscrivere la storia, sono rimaste esperienze collettive e singole personalità di un certo rilievo ma destinate all’oblio della memoria. Fra esse il giovane intellettuale triestino Eugenio Curiel, una figura poliedrica, per interessi e propensioni intellettuali, che immolò la sua stessa esistenza alla causa della liberazione, come tanti della sua generazione. Morto senza aver ancora compiuto 33 anni, ha lasciato un patrimonio di riflessioni, analisi, proposte ed esperienze politiche concrete, degne di maggior attenzione per comprendere meglio le origini della nostra democrazia repubblicana e il travaglio umano che la generò. Eugenio Curiel si formò e raggiunse l’età adulta negli anni di massima espansione del regime di Mussolini, una fase comunque attraversata da un clima crescente d’inquietudine tra un numero sempre maggiore di giovani, educati nella dottrina del fascismo, ma profondamente insoddisfatti delle sue realizzazioni concrete. Fu interprete e ispiratore della “generazione degli anni difficili”, assolvendo un ruolo di cerniera tra le esigenze di quei giovani con quelle dei vecchi protagonisti dell’antifascismo.

Eugenio Curiel. Il lungo viaggio contro il fascismo.

FRESU, GIOVANNI
2013-01-01

Abstract

Sebbene sia alla base della nostra Costituzione repubblicana, poche altre esperienze storiche sono state oggetto di contesa come la lotta partigiana tra il 1943 e il ‘45. Già all’indomani della ritrovata democrazia si moltiplicarono i tentativi volti a ridimensionare la funzione della Resistenza nella storia della liberazione nazionale e il peso specifico della sua componente maggioritaria Tra le pieghe delle rimozioni forzate, o di affrettate esigenze di riscrivere la storia, sono rimaste esperienze collettive e singole personalità di un certo rilievo ma destinate all’oblio della memoria. Fra esse il giovane intellettuale triestino Eugenio Curiel, una figura poliedrica, per interessi e propensioni intellettuali, che immolò la sua stessa esistenza alla causa della liberazione, come tanti della sua generazione. Morto senza aver ancora compiuto 33 anni, ha lasciato un patrimonio di riflessioni, analisi, proposte ed esperienze politiche concrete, degne di maggior attenzione per comprendere meglio le origini della nostra democrazia repubblicana e il travaglio umano che la generò. Eugenio Curiel si formò e raggiunse l’età adulta negli anni di massima espansione del regime di Mussolini, una fase comunque attraversata da un clima crescente d’inquietudine tra un numero sempre maggiore di giovani, educati nella dottrina del fascismo, ma profondamente insoddisfatti delle sue realizzazioni concrete. Fu interprete e ispiratore della “generazione degli anni difficili”, assolvendo un ruolo di cerniera tra le esigenze di quei giovani con quelle dei vecchi protagonisti dell’antifascismo.
2013
978-88-96487-28-0
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