Il tema della follia percorre la storia della letteratura occidentale, senza apparente soluzione di continuità, fin dall’epoca in cui l’immaginario collettivo esprimeva le proprie istanze sul terreno del mito. Nell’ambito della letteratura medioevale l’immagine della follia, con la sua duplice valenza tra sacro e demonico, diventa metafora di un’alterità che finisce per accomunare ogni esperienza di straniamento dell’individuo da sé e dalla società.Il v olume Il sen della follia fornisce un quadro della rappresentazione letteraria della follia in alcuni testi letterari medioevali, nei quali la perdita del sen diviene spesso emblema della crisi sia dell’eroe sia delle stesse modalità espressive e narrative. Dalla Vita Merlini del gallese Geoffrey di Monmouth all’irlandese Buile Suibhne, dall’Yvain di Chrétien de Troyes alle Folies Tristan, fino all’Amadas, al Robert le Diable e all’agiografia francescana, si disegna un percorso attraverso il quale la follia assume una sua precisa valenza metaforica che la rende, al contempo, elemento tematico e segnale metadiscorsivo: la crisi del protagonista diviene allora sia la cifra che segnala la problematica sottesa al testo, sia la premessa necessaria alla sua risoluzione. Il recupero intradiegetico del senno costituisce il preludio alla costituzione extradiegetica del senso: la piena comprensione del valore della parola, sia come schema formale in grado di disciplinare i rapporti umani, sia come struttura potenzialmente adeguabile alle esigenze espressive della sfera emotiva, costituirà dunque l’obiettivo della queste metaromanzesca e l’enclave della follia, spazio momentaneamente concesso al caos del pensiero e alla disgregazione del segno, verrà alla fine ricondotta sotto l’imperio della retorica.

Il sen della follia

SERRA, PATRIZIA MARIA
2002-01-01

Abstract

Il tema della follia percorre la storia della letteratura occidentale, senza apparente soluzione di continuità, fin dall’epoca in cui l’immaginario collettivo esprimeva le proprie istanze sul terreno del mito. Nell’ambito della letteratura medioevale l’immagine della follia, con la sua duplice valenza tra sacro e demonico, diventa metafora di un’alterità che finisce per accomunare ogni esperienza di straniamento dell’individuo da sé e dalla società.Il v olume Il sen della follia fornisce un quadro della rappresentazione letteraria della follia in alcuni testi letterari medioevali, nei quali la perdita del sen diviene spesso emblema della crisi sia dell’eroe sia delle stesse modalità espressive e narrative. Dalla Vita Merlini del gallese Geoffrey di Monmouth all’irlandese Buile Suibhne, dall’Yvain di Chrétien de Troyes alle Folies Tristan, fino all’Amadas, al Robert le Diable e all’agiografia francescana, si disegna un percorso attraverso il quale la follia assume una sua precisa valenza metaforica che la rende, al contempo, elemento tematico e segnale metadiscorsivo: la crisi del protagonista diviene allora sia la cifra che segnala la problematica sottesa al testo, sia la premessa necessaria alla sua risoluzione. Il recupero intradiegetico del senno costituisce il preludio alla costituzione extradiegetica del senso: la piena comprensione del valore della parola, sia come schema formale in grado di disciplinare i rapporti umani, sia come struttura potenzialmente adeguabile alle esigenze espressive della sfera emotiva, costituirà dunque l’obiettivo della queste metaromanzesca e l’enclave della follia, spazio momentaneamente concesso al caos del pensiero e alla disgregazione del segno, verrà alla fine ricondotta sotto l’imperio della retorica.
2002
8884670691
follia; letteratura medioevale
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