Il libro, pur considerando che il tema dei beni comuni, o common good, è molto trattato in letteratura con riferimenti e formule ampie, si sofferma sugli aspetti meno dibattuti che riguardano la connessione dei beni comuni con le peculiarità territoriali e soprattutto con la città, considerata il principale riferimento di studio e di creatività. Infatti lo spazio urbano, o urban space, non soltanto svolge un ruolo chiave per conoscere ed interpretare l’habitat su cui si fondano i contenuti e le regole dei beni comuni, ma consente inoltre di sviluppare un processo integrato per modellare e rimodellare le complessità tra principi, aspirazioni degli abitanti e diversi interessi. La città, dunque, come artefatto e come spazio di relazioni positive che, guidata da una buona urbanistica, può incoraggiare la progettualità e l’affermazione di beni comuni sia pubblici che privati. Questo percorso, tuttavia, non è facile perché è influenzato da fattori politici e religiosi, della tradizione e dell’economia che caratterizzano le infinite realtà del mondo, dove si preferisce ignorare il divario sociale ed economico tra le popolazioni privilegiate delle città formali e tutti coloro che vengono privati delle necessità primarie come l’istruzione, l’assistenza sanitaria e i servizi indivisibili. Un aspetto non marginale della politica urbanistica perché da un lato confligge con la giustizia sociale e dall’altro può condizionare le istituzioni democratiche fino a distorcere il significato epistemologico di “bene comune” e la sua traducibilità in fatti concreti. L’argomento del libro è suddiviso in tre parti. Nella prima si esaminano i beni comuni negli aspetti giuridici, economici, sociali e culturali con le applicazioni al territorio. Nella seconda parte il racconto si sofferma sui beni comuni riferiti alla grande dimensione dell’ecosistema e dell’ambiente. Nell’ultima parte, che comunque sottintende tutte le pagine del volume, si affronta la tematica dei beni comuni e la relazione con gli spazi urbani nei quali si possono costruire e affermare. Infine, a conclusione dei diversi capitoli gli autori prospettano alcuni interrogativi con l’intento di attivare un dibattito, sia pure virtuale, per approfondire gli argomenti e per riflettere sugli scenari possibili di intervento.

Beni comuni dello spazio urbano

GARAU, CHIARA;PINTUS, SONIA
2014-01-01

Abstract

Il libro, pur considerando che il tema dei beni comuni, o common good, è molto trattato in letteratura con riferimenti e formule ampie, si sofferma sugli aspetti meno dibattuti che riguardano la connessione dei beni comuni con le peculiarità territoriali e soprattutto con la città, considerata il principale riferimento di studio e di creatività. Infatti lo spazio urbano, o urban space, non soltanto svolge un ruolo chiave per conoscere ed interpretare l’habitat su cui si fondano i contenuti e le regole dei beni comuni, ma consente inoltre di sviluppare un processo integrato per modellare e rimodellare le complessità tra principi, aspirazioni degli abitanti e diversi interessi. La città, dunque, come artefatto e come spazio di relazioni positive che, guidata da una buona urbanistica, può incoraggiare la progettualità e l’affermazione di beni comuni sia pubblici che privati. Questo percorso, tuttavia, non è facile perché è influenzato da fattori politici e religiosi, della tradizione e dell’economia che caratterizzano le infinite realtà del mondo, dove si preferisce ignorare il divario sociale ed economico tra le popolazioni privilegiate delle città formali e tutti coloro che vengono privati delle necessità primarie come l’istruzione, l’assistenza sanitaria e i servizi indivisibili. Un aspetto non marginale della politica urbanistica perché da un lato confligge con la giustizia sociale e dall’altro può condizionare le istituzioni democratiche fino a distorcere il significato epistemologico di “bene comune” e la sua traducibilità in fatti concreti. L’argomento del libro è suddiviso in tre parti. Nella prima si esaminano i beni comuni negli aspetti giuridici, economici, sociali e culturali con le applicazioni al territorio. Nella seconda parte il racconto si sofferma sui beni comuni riferiti alla grande dimensione dell’ecosistema e dell’ambiente. Nell’ultima parte, che comunque sottintende tutte le pagine del volume, si affronta la tematica dei beni comuni e la relazione con gli spazi urbani nei quali si possono costruire e affermare. Infine, a conclusione dei diversi capitoli gli autori prospettano alcuni interrogativi con l’intento di attivare un dibattito, sia pure virtuale, per approfondire gli argomenti e per riflettere sugli scenari possibili di intervento.
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