La lettura dello scritto del prof. Pugliese Per “amministrare” la felicità: dalla lex al νοµος suscita alcune riflessioni intorno alle modalità con cui, oggi, viene determinato e perseguito l’interesse pubblico, ma anche, di conseguenza, sul coinvolgimento dei cittadini in questi processi. In particolare, non pare che le tradizionali connessioni fra Stato e società, necessarie al fine di recepire al livello legislativo le esigenze emergenti nella comunità, siano in grado di consentire tale risultato. Anzi: la comunicazione è pressoché impossibile a causa proprio di quei soggetti nati per garantirla: i partiti. Essi, piuttosto, condizionano fortemente il processo di determinazione dell’interesse pubblico in un senso nettamente opposto alla loro funzione, affiancati in ciò da forze extrapolitiche particolarmente efficaci e da un sistema d’informazione spesso non all’altezza del suo compito. D’altro canto, nella fase amministrativa, in cui questo interesse pubblico, già così lontano dalle esigenze della società, viene concretamente perseguito, emergono altre anomalie: infatti, gli istituti che garantiscono il coinvolgimento nel procedimento dei privati, la cui sfera giuridica sarà incisa dal provvedimento, sono oggetto di ripensamenti che, tradotti in apposite norme, tendono ad un loro forte ridimensionamento, con una serie di importanti conseguenze che non riguardano solo la partecipazione procedimentale, ma la qualità dell’agire amministrativo nel suo complesso. In questo problematico contesto, è tuttavia possibile individuare alcuni fenomeni che testimoniano nuove tendenze, nel senso di un impegno diretto dei cittadini nella vita sociale, e, quindi, nella determinazione e nel perseguimento dell’interesse generale. Si tratta della sussidiarietà orizzontale e della democrazia partecipativa: esse, pur recando con sé ombre e dubbi non ancora dissipati, paiono tuttavia avere le potenzialità per essere nuovi strumenti di sovranità popolare, consentendo così ai cittadini – intesi, ovviamente, in senso lato – di impegnarsi direttamente per cercare di realizzare la propria felicità – intesa, anch’essa, in senso lato: come quella, cioè, innanzitutto comune, prima che privata.

Riflessioni su lex e νοµος nel pensiero di Franco Pugliese

PUBUSA, FRANCESCA
2010-01-01

Abstract

La lettura dello scritto del prof. Pugliese Per “amministrare” la felicità: dalla lex al νοµος suscita alcune riflessioni intorno alle modalità con cui, oggi, viene determinato e perseguito l’interesse pubblico, ma anche, di conseguenza, sul coinvolgimento dei cittadini in questi processi. In particolare, non pare che le tradizionali connessioni fra Stato e società, necessarie al fine di recepire al livello legislativo le esigenze emergenti nella comunità, siano in grado di consentire tale risultato. Anzi: la comunicazione è pressoché impossibile a causa proprio di quei soggetti nati per garantirla: i partiti. Essi, piuttosto, condizionano fortemente il processo di determinazione dell’interesse pubblico in un senso nettamente opposto alla loro funzione, affiancati in ciò da forze extrapolitiche particolarmente efficaci e da un sistema d’informazione spesso non all’altezza del suo compito. D’altro canto, nella fase amministrativa, in cui questo interesse pubblico, già così lontano dalle esigenze della società, viene concretamente perseguito, emergono altre anomalie: infatti, gli istituti che garantiscono il coinvolgimento nel procedimento dei privati, la cui sfera giuridica sarà incisa dal provvedimento, sono oggetto di ripensamenti che, tradotti in apposite norme, tendono ad un loro forte ridimensionamento, con una serie di importanti conseguenze che non riguardano solo la partecipazione procedimentale, ma la qualità dell’agire amministrativo nel suo complesso. In questo problematico contesto, è tuttavia possibile individuare alcuni fenomeni che testimoniano nuove tendenze, nel senso di un impegno diretto dei cittadini nella vita sociale, e, quindi, nella determinazione e nel perseguimento dell’interesse generale. Si tratta della sussidiarietà orizzontale e della democrazia partecipativa: esse, pur recando con sé ombre e dubbi non ancora dissipati, paiono tuttavia avere le potenzialità per essere nuovi strumenti di sovranità popolare, consentendo così ai cittadini – intesi, ovviamente, in senso lato – di impegnarsi direttamente per cercare di realizzare la propria felicità – intesa, anch’essa, in senso lato: come quella, cioè, innanzitutto comune, prima che privata.
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