La chiesa campestre di Nostra Signora di Otti, a navata unica ed abside rivolto a Nord- Est, è stata costruita nella seconda metà del XII secolo, utilizzando conci di rocce piroclastiche a composizione variabile da dacitica a riolitica. Queste rocce appartengono al ciclo vulcanico ad affinità calcalcalina, occorso in Sardegna in un periodo compreso tra 32 e 11 Ma. Le varie forme di degrado presenti nel manufatto (esfoliazione, scagliatura, alveolizzazione, ecc.) sono dovute a processi alterativi di tipo fisico e chimico, con evidente prevalenza dei primi. Nelle strutture murarie esterne della chiesa sono state individuate tre zone a sviluppo orizzontale a differente stato di alterazione: la zona inferiore, soggetta a risalita capillare, è caratterizzata da un arretramento del profilo verticale e dalla presenza di sali; la zona intermedia è caratterizzata dalla presenza di patine biologiche e di alterazioni cromatiche di superficie; la zona superiore, soggetta ad infiltrazione di acque meteoriche, manifesta una localizzata presenza di sali. Per studiare i meccanismi di trasporto e diffusione della fase liquida e della fase vapore nel reticolo poroso delle vulcaniti, sono state eseguite prove di assorbimento d’acqua per capillarità, prove di assorbimento d’acqua per immersione totale e prove di permeabilità al vapore. I risultati hanno evidenziato un’anisotropia della velocità di assorbimento capillare e della permeabilità al vapore in funzione dell’orientazione dei piani di flusso rispetto alla direzione di migrazione delle fasi fluide. Le prove di assorbimento in seguito a prolungata immersione in acqua hanno evidenziato che le vulcaniti utilizzate hanno una capacità d’imbibizione assai variabile (da 6 a 20 % in peso) ed una non trascurabile ed anisotropa dilatazione lineare (variabile da 0.15 a 0.75 mm/m).

Degrado fisico indotto da assorbimento d'acqua in rocce vulcaniche usate per costruire la chiesa di Nostra Signora di Otti (Sardegna Nord-occidentale, Italia): Ulteriori dati e nuove considerazioni

COLUMBU, STEFANO;GARAU, ANNA MARIA;MARCHI, MARCO
2008-01-01

Abstract

La chiesa campestre di Nostra Signora di Otti, a navata unica ed abside rivolto a Nord- Est, è stata costruita nella seconda metà del XII secolo, utilizzando conci di rocce piroclastiche a composizione variabile da dacitica a riolitica. Queste rocce appartengono al ciclo vulcanico ad affinità calcalcalina, occorso in Sardegna in un periodo compreso tra 32 e 11 Ma. Le varie forme di degrado presenti nel manufatto (esfoliazione, scagliatura, alveolizzazione, ecc.) sono dovute a processi alterativi di tipo fisico e chimico, con evidente prevalenza dei primi. Nelle strutture murarie esterne della chiesa sono state individuate tre zone a sviluppo orizzontale a differente stato di alterazione: la zona inferiore, soggetta a risalita capillare, è caratterizzata da un arretramento del profilo verticale e dalla presenza di sali; la zona intermedia è caratterizzata dalla presenza di patine biologiche e di alterazioni cromatiche di superficie; la zona superiore, soggetta ad infiltrazione di acque meteoriche, manifesta una localizzata presenza di sali. Per studiare i meccanismi di trasporto e diffusione della fase liquida e della fase vapore nel reticolo poroso delle vulcaniti, sono state eseguite prove di assorbimento d’acqua per capillarità, prove di assorbimento d’acqua per immersione totale e prove di permeabilità al vapore. I risultati hanno evidenziato un’anisotropia della velocità di assorbimento capillare e della permeabilità al vapore in funzione dell’orientazione dei piani di flusso rispetto alla direzione di migrazione delle fasi fluide. Le prove di assorbimento in seguito a prolungata immersione in acqua hanno evidenziato che le vulcaniti utilizzate hanno una capacità d’imbibizione assai variabile (da 6 a 20 % in peso) ed una non trascurabile ed anisotropa dilatazione lineare (variabile da 0.15 a 0.75 mm/m).
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