Le fonti più significative relative alla storia e all’economia sarda del medioevo sono costituite dai Condaghi, raccolte di atti che comprovano l’acquisizione di beni e proprietà da parte di un’entità patrimoniale, di solito un monastero, che mediante essi legittima il proprio potere sul territorio circostante. Tra le registrazioni di donazioni, passaggi di proprietà e Kertos, compaiono anche embrionali forme narrative, in cui brevi sezioni dialogate infrangono la formularità del documento e forniscono un’importante testimonianza del rapporto tra oralità e scrittura nelle prime attestazioni del volgare sardo. Lo studio, incentrato su una analisi dei Condaghi di Santa Maria di Bonarcado, di San Pietro in Silki e di San Nicola di Trullas, si focalizza sull’esame di alcune schede del Condaghe di Bonarcado al fine di individuare le strutture che ne caratterizzano sia le sezioni narrative, sia gli inserti dialogici, indagando i rapporti con la narrativa naturale e gli eventuali influssi di scritture di matrice colta. In questa fase di passaggio dall’oralità alla scrittura, vengono mantenute le modalità narrative proprie di una cultura prevalentemente orale, filtrate e rielaborate tuttavia attraverso moduli stilistici desunti dal patrimonio culturale di scriptores monastici non certo illetterati, che sono appunto in grado di riplasmare la lingua dell’oralità, il volgare sardo, sul modello retorico e stilistico costituito dalla Bibbia in latino. Questo conduce, nelle prime scritture in volgare sardo, a quella commistione tra piano pragmatico-documentario e modalità letterario-narrative, che è stata letta come segno di arcaicità culturale e come prova della totale assenza di modelli colti, e che ci consegna invece una lingua scritta che ha già raggiunto un notevole grado di formalizzazione e la cui “narratività”, certamente non ancora del tutto disgiunta dalle strutture del discorso orale, risulta tuttavia mediata e condizionata da ben radicate tradizioni scrittorie di matrice ecclesiastica, che attestano, ancora una volta, la complessità e la ricchezza di apporti culturali che hanno caratterizzato il processo di elaborazione e affermazione della lingua sarda.

Spunti narrativi nel Medioevo sardo

SERRA, PATRIZIA MARIA
2012-01-01

Abstract

Le fonti più significative relative alla storia e all’economia sarda del medioevo sono costituite dai Condaghi, raccolte di atti che comprovano l’acquisizione di beni e proprietà da parte di un’entità patrimoniale, di solito un monastero, che mediante essi legittima il proprio potere sul territorio circostante. Tra le registrazioni di donazioni, passaggi di proprietà e Kertos, compaiono anche embrionali forme narrative, in cui brevi sezioni dialogate infrangono la formularità del documento e forniscono un’importante testimonianza del rapporto tra oralità e scrittura nelle prime attestazioni del volgare sardo. Lo studio, incentrato su una analisi dei Condaghi di Santa Maria di Bonarcado, di San Pietro in Silki e di San Nicola di Trullas, si focalizza sull’esame di alcune schede del Condaghe di Bonarcado al fine di individuare le strutture che ne caratterizzano sia le sezioni narrative, sia gli inserti dialogici, indagando i rapporti con la narrativa naturale e gli eventuali influssi di scritture di matrice colta. In questa fase di passaggio dall’oralità alla scrittura, vengono mantenute le modalità narrative proprie di una cultura prevalentemente orale, filtrate e rielaborate tuttavia attraverso moduli stilistici desunti dal patrimonio culturale di scriptores monastici non certo illetterati, che sono appunto in grado di riplasmare la lingua dell’oralità, il volgare sardo, sul modello retorico e stilistico costituito dalla Bibbia in latino. Questo conduce, nelle prime scritture in volgare sardo, a quella commistione tra piano pragmatico-documentario e modalità letterario-narrative, che è stata letta come segno di arcaicità culturale e come prova della totale assenza di modelli colti, e che ci consegna invece una lingua scritta che ha già raggiunto un notevole grado di formalizzazione e la cui “narratività”, certamente non ancora del tutto disgiunta dalle strutture del discorso orale, risulta tuttavia mediata e condizionata da ben radicate tradizioni scrittorie di matrice ecclesiastica, che attestano, ancora una volta, la complessità e la ricchezza di apporti culturali che hanno caratterizzato il processo di elaborazione e affermazione della lingua sarda.
2012
9788876674396
testi sardi medioevali; Condaghes
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Serra- Spunti narrativi nel medioevo sardo.pdf

Solo gestori archivio

Dimensione 2.85 MB
Formato Adobe PDF
2.85 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/107072
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact