Una giusta e corretta conoscenza dei beni architettonici da conservare è sicuramente alla base di un buon restauro. Ecco che con questa convinzione si è intrapresa la ricerca oggetto del presente lavoro. Si tratta di un indagine volta alla conoscenza e classificazione dei paliotti d’altare delle chiese parrocchiali della Sardegna. Essi risalgono prevalentemente al XVIII secolo anche se ne esistono di precedenti e alcuni del XIX secolo. Nello studio si sono tralasciati i grandi lavori per le cattedrali, maggiormente documentati e indagati, e ci si è concentrati sulle chiese presenti nei centri minori. Il lavoro di conoscenza non è limitato alla sola datazione e classificazione stilistica ma è basato su un attenta analisi dei disegni e dei materiali costituenti gli oggetti di studio. Allo stato attuale delle conoscenze, infatti, si è potuto rilevare che gli studi relativi ai paliotti in marmi intarsiati delle chiese sarde si limitano alla descrizione stilistica e all’individuazione dei documenti d’archivio che ne rivelano la datazione e spesso il committente e l’esecutore. Niente è stato fatto finora in termini di disegno e rilievo che metta in risalto gli aspetti dimensionali, i motivi ricorrenti delle tarsie, le scelte cromatiche, le diverse soluzioni compositive elaborate da uno stesso artista, o che consenta un confronto tra diversi artisti, o metta in evidenza l’evoluzione diacronica dei modelli grafici, cromatici e compositivi. Allo stesso modo risulta pressoché assente un inventario dei marmi utilizzati per la loro realizzazione. Tale inventario sarebbe un utilissimo strumento per i restauratori che avrebbero a disposizione indicazioni certe sulla provenienza e le caratteristiche dei materiali originali e potrebbero di conseguenza pianificare interventi conservativi più accurati. S’intende qui illustrare i primi risultati di questa indagine, applicati per ora ad un numero limitato di edifici che conservano al loro interno questi manufatti. Sono stati privilegiati gli edifici di impianto tardogotico che hanno subito nel corso del tempo vari interventi atti a rimodernarli al gusto delle epoche successive. L’altare marmoreo era tra gli elementi di minor costo scelti per adattare al gusto barocco e rococò gli austeri edifici gotici. In questo senso giocava un ruolo notevole la scelta degli accostamenti cromatici dei vari materiali e il disegno delle tarsie spesso accostate a medaglioni centrali con raffigurazioni in bassorilievo dei santi titolari della parrocchia o della cappella per cui veniva realizzato il paliotto e l’altare.
Studio cromatico e geometrico dei paliotti in marmi intarsiati delle chiese della Sardegna
CASU, PAOLA;PISU, CLAUDIA
2012-01-01
Abstract
Una giusta e corretta conoscenza dei beni architettonici da conservare è sicuramente alla base di un buon restauro. Ecco che con questa convinzione si è intrapresa la ricerca oggetto del presente lavoro. Si tratta di un indagine volta alla conoscenza e classificazione dei paliotti d’altare delle chiese parrocchiali della Sardegna. Essi risalgono prevalentemente al XVIII secolo anche se ne esistono di precedenti e alcuni del XIX secolo. Nello studio si sono tralasciati i grandi lavori per le cattedrali, maggiormente documentati e indagati, e ci si è concentrati sulle chiese presenti nei centri minori. Il lavoro di conoscenza non è limitato alla sola datazione e classificazione stilistica ma è basato su un attenta analisi dei disegni e dei materiali costituenti gli oggetti di studio. Allo stato attuale delle conoscenze, infatti, si è potuto rilevare che gli studi relativi ai paliotti in marmi intarsiati delle chiese sarde si limitano alla descrizione stilistica e all’individuazione dei documenti d’archivio che ne rivelano la datazione e spesso il committente e l’esecutore. Niente è stato fatto finora in termini di disegno e rilievo che metta in risalto gli aspetti dimensionali, i motivi ricorrenti delle tarsie, le scelte cromatiche, le diverse soluzioni compositive elaborate da uno stesso artista, o che consenta un confronto tra diversi artisti, o metta in evidenza l’evoluzione diacronica dei modelli grafici, cromatici e compositivi. Allo stesso modo risulta pressoché assente un inventario dei marmi utilizzati per la loro realizzazione. Tale inventario sarebbe un utilissimo strumento per i restauratori che avrebbero a disposizione indicazioni certe sulla provenienza e le caratteristiche dei materiali originali e potrebbero di conseguenza pianificare interventi conservativi più accurati. S’intende qui illustrare i primi risultati di questa indagine, applicati per ora ad un numero limitato di edifici che conservano al loro interno questi manufatti. Sono stati privilegiati gli edifici di impianto tardogotico che hanno subito nel corso del tempo vari interventi atti a rimodernarli al gusto delle epoche successive. L’altare marmoreo era tra gli elementi di minor costo scelti per adattare al gusto barocco e rococò gli austeri edifici gotici. In questo senso giocava un ruolo notevole la scelta degli accostamenti cromatici dei vari materiali e il disegno delle tarsie spesso accostate a medaglioni centrali con raffigurazioni in bassorilievo dei santi titolari della parrocchia o della cappella per cui veniva realizzato il paliotto e l’altare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.