Le modalità costruttive storiche delle murature del centro storico di Cagliari sono indagate alla luce di rilievi su casi specifici e della comparazione dei dati con la documentazione d’archivio. Il tipo più comune di muratura è realizzato in pietrame calcareo di piccola e media pezzatura, misto con calce povera, pressato con l’aiuto di sponde; gli spessori, mediamente di 40-60 centimetri, permettono la realizzazione di case a schiera su due livelli ma anche sopraelevazioni fino a quattro o cinque piani. E’ stata per la prima volta documentata la frequente presenza di una armatura in legno interna alla massa muraria, limitata a singole parti di particolare delicatezza, presente sistematicamente a formare una serie di anelli orizzontali intermedi tra i solai ovvero sul piano di appoggio delle travi. L’uscita dei capichiave sulle facciate (in passato giudicati come semplici elementi di rinforzo d’angolo), corrisponde invece a più estese armature formate da lunghe serie di tronchi di legno di ginepro unite tramite particolari giunti tra le teste e agli angoli. La frequenza dell’utilizzo di tale essenza, non più disponibile sul mercato ma stimata preliminarmente in circa 250.000 tronchi presenti nel centro storico, rivela una consuetudine ben registrata nella documentazione di archivio e di maestranze specializzate testimoniate fin dal medioevo. Le notevoli caratteristiche meccaniche dei tronchi, lunghi mediamente 3.50-4.50 metri ma con casi non rari oltre i sei metri, sono dovute alla notevole resistenza agli xilofagi ed alla disposizione ritorta delle lunghe fibre. Il legno, squadrato in elementi di 10-12 cm di lato, fornisce cornici e graticci per la realizzazione di pareti in mattoni pieni, con funzioni semi portanti, collaboranti alla tenuta strutturale dell’insieme dell’edificio. In altri casi la medesima struttura lignea è stata rilevata negli ambienti affiancata alle murature con un ruolo di consolidamento strutturale. Le ricognizioni - finalizzate alla redazione di un Manuale del Recupero per la città di Cagliari - hanno portato alla puntualizzazione di ulteriori elementi interni alle murature, come le vie verticali di presa d’acque dalle cisterne verso i piani alti o la serie di elementi in cotto impilabili e modulari disposti tra le linee di gronda e le cisterne scavate alla base dell’edificio. La documentazione registra le canne fumarie che, prima della norma ottocentesca, si aprivano sulle facciate principali e laterali degli edifici a schiera e dei palazzi.
Wood structures in traditional random rubble wall construction in Cagliari
CADINU, MARCO
2003-01-01
Abstract
Le modalità costruttive storiche delle murature del centro storico di Cagliari sono indagate alla luce di rilievi su casi specifici e della comparazione dei dati con la documentazione d’archivio. Il tipo più comune di muratura è realizzato in pietrame calcareo di piccola e media pezzatura, misto con calce povera, pressato con l’aiuto di sponde; gli spessori, mediamente di 40-60 centimetri, permettono la realizzazione di case a schiera su due livelli ma anche sopraelevazioni fino a quattro o cinque piani. E’ stata per la prima volta documentata la frequente presenza di una armatura in legno interna alla massa muraria, limitata a singole parti di particolare delicatezza, presente sistematicamente a formare una serie di anelli orizzontali intermedi tra i solai ovvero sul piano di appoggio delle travi. L’uscita dei capichiave sulle facciate (in passato giudicati come semplici elementi di rinforzo d’angolo), corrisponde invece a più estese armature formate da lunghe serie di tronchi di legno di ginepro unite tramite particolari giunti tra le teste e agli angoli. La frequenza dell’utilizzo di tale essenza, non più disponibile sul mercato ma stimata preliminarmente in circa 250.000 tronchi presenti nel centro storico, rivela una consuetudine ben registrata nella documentazione di archivio e di maestranze specializzate testimoniate fin dal medioevo. Le notevoli caratteristiche meccaniche dei tronchi, lunghi mediamente 3.50-4.50 metri ma con casi non rari oltre i sei metri, sono dovute alla notevole resistenza agli xilofagi ed alla disposizione ritorta delle lunghe fibre. Il legno, squadrato in elementi di 10-12 cm di lato, fornisce cornici e graticci per la realizzazione di pareti in mattoni pieni, con funzioni semi portanti, collaboranti alla tenuta strutturale dell’insieme dell’edificio. In altri casi la medesima struttura lignea è stata rilevata negli ambienti affiancata alle murature con un ruolo di consolidamento strutturale. Le ricognizioni - finalizzate alla redazione di un Manuale del Recupero per la città di Cagliari - hanno portato alla puntualizzazione di ulteriori elementi interni alle murature, come le vie verticali di presa d’acque dalle cisterne verso i piani alti o la serie di elementi in cotto impilabili e modulari disposti tra le linee di gronda e le cisterne scavate alla base dell’edificio. La documentazione registra le canne fumarie che, prima della norma ottocentesca, si aprivano sulle facciate principali e laterali degli edifici a schiera e dei palazzi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.