Il tema delle interrelazioni funzionali tra vasellame da dispensa, da cucina e da mensa nell’alto medioevo propone un approccio stimolante per riesaminare le conoscenze disponibili sulla ceramica altomedievale e per verificarne i limiti nella documentazione e nelle classificazioni che la riguardano. Per svolgere in proposito considerazioni valide sul piano generale occorre disporre di dati sulla produzione e sulla diffusione della ceramica nell’alto medioevo che superino quadri locali limitati e, nei casi migliori, regionali: si tratta di un percorso, che, nonostante significativi avanzamenti della ricerca, non appare oggi ancora compiuto e rende opportuno proporre alcune riflessioni. Appare necessario individuare i caratteri che permettano, con particolare riferimento all’età altomedievale, di riconoscere con il minor grado possibile di approssimazione, la funzione originaria del singolo manufatto, così che possa essere inserito in una delle tre principali sfere funzionali Le osservazioni sui concetti di funzione e di uso e sulle conseguenze di esse in relazione al tema della “polifunzionalità” evidenziano la necessità di precisare se le interrelazioni funzionali riconosciute o ipotizzate siano da riferirsi a singoli reperti di scavo (che presentano determinati caratteri di corpo ceramico, forma, trattamento superficiale, comprese tutte le alterazioni attribuibili alla storia dei singoli oggetti), oppure se siano tali da coinvolgere un gruppo omogeneo di reperti identificabile, secondo le denominazioni tradizionali, come “classe”, “forma” o, con un maggiore livello di definizione, come “tipo morfologico”.
Dispensa, cucina, mensa: interrelazioni funzionali nell'alto medioevo. Una introduzione all’argomento
PINNA, FABIO CALOGERO
In corso di stampa
Abstract
Il tema delle interrelazioni funzionali tra vasellame da dispensa, da cucina e da mensa nell’alto medioevo propone un approccio stimolante per riesaminare le conoscenze disponibili sulla ceramica altomedievale e per verificarne i limiti nella documentazione e nelle classificazioni che la riguardano. Per svolgere in proposito considerazioni valide sul piano generale occorre disporre di dati sulla produzione e sulla diffusione della ceramica nell’alto medioevo che superino quadri locali limitati e, nei casi migliori, regionali: si tratta di un percorso, che, nonostante significativi avanzamenti della ricerca, non appare oggi ancora compiuto e rende opportuno proporre alcune riflessioni. Appare necessario individuare i caratteri che permettano, con particolare riferimento all’età altomedievale, di riconoscere con il minor grado possibile di approssimazione, la funzione originaria del singolo manufatto, così che possa essere inserito in una delle tre principali sfere funzionali Le osservazioni sui concetti di funzione e di uso e sulle conseguenze di esse in relazione al tema della “polifunzionalità” evidenziano la necessità di precisare se le interrelazioni funzionali riconosciute o ipotizzate siano da riferirsi a singoli reperti di scavo (che presentano determinati caratteri di corpo ceramico, forma, trattamento superficiale, comprese tutte le alterazioni attribuibili alla storia dei singoli oggetti), oppure se siano tali da coinvolgere un gruppo omogeneo di reperti identificabile, secondo le denominazioni tradizionali, come “classe”, “forma” o, con un maggiore livello di definizione, come “tipo morfologico”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.