La domanda centrale che ricorre costantemente nelle teorie contemporanee della traduzione, tanto di matrice filosofica, quanto linguistica o semiotica, suona in questo modo: “Che cos’è una traduzione”? Può sembrare una banalità, ma la definizione dell’oggetto proprio di una teoria della traduzione è a tutt’oggi lontana dall’avere una soluzione chiara e condivisa. Ciò che si fatica a definire è proprio quel rapporto tra originale e traduzione che non è assoluta uguaglianza, né assoluta diversità. In questo saggio, prenderemo in considerazione, in particolare, quell’intuizione del senso comune che ci dice che una traduzione è tale se ha “lo stesso significato” di un originale, sia esso un enunciato, un testo, ecc. Se originale e traduzione sono apparentemente diversi, che cosa significa dire che la loro equivalenza sta nell’“avere lo stesso significato”? Il senso proprio di traduzione potrebbe essere descritto come l’atto attraverso il quale si ricostruisce il senso originale del significato dell’espressione. Tuttavia questa definizione sarebbe troppo ambigua per essere soddisfacente. Inoltre, per poterla applicare, dovremmo avere un concetto extralinguistico di significato che ci permetta di confrontare due espressioni in due lingue diverse come simili o dissimili rispetto al significato; ma non è chiaro se si abbia questo tipo di concetto di significato. Attraverso la discussione delle argomentazioni quineane esposte in Two Dogmas of Empiricism (1951), cercheremo di mostrare come la ricerca della spiegazione dell’“avere lo stesso significato” in termini di sinonimia, porti alla dissoluzione della stessa nozione di significato, intrappolata nella circolarità di una definizione che chiama in causa nozioni intensionali indissolubilmente legate tra loro. Tenteremo tuttavia di proporre una via di uscita da questa impasse, proponendo una spiegazione alternativa alla relazione tra originale e traduzione, attraverso una rilettura del concetto di “equivalenza nella differenza” introdotto da Roman Jakobson in On Linguistic Aspects of Translation (1959).

Quine, Jakobson e il problema della sinonimia nella traduzione

ERVAS, FRANCESCA
2010-01-01

Abstract

La domanda centrale che ricorre costantemente nelle teorie contemporanee della traduzione, tanto di matrice filosofica, quanto linguistica o semiotica, suona in questo modo: “Che cos’è una traduzione”? Può sembrare una banalità, ma la definizione dell’oggetto proprio di una teoria della traduzione è a tutt’oggi lontana dall’avere una soluzione chiara e condivisa. Ciò che si fatica a definire è proprio quel rapporto tra originale e traduzione che non è assoluta uguaglianza, né assoluta diversità. In questo saggio, prenderemo in considerazione, in particolare, quell’intuizione del senso comune che ci dice che una traduzione è tale se ha “lo stesso significato” di un originale, sia esso un enunciato, un testo, ecc. Se originale e traduzione sono apparentemente diversi, che cosa significa dire che la loro equivalenza sta nell’“avere lo stesso significato”? Il senso proprio di traduzione potrebbe essere descritto come l’atto attraverso il quale si ricostruisce il senso originale del significato dell’espressione. Tuttavia questa definizione sarebbe troppo ambigua per essere soddisfacente. Inoltre, per poterla applicare, dovremmo avere un concetto extralinguistico di significato che ci permetta di confrontare due espressioni in due lingue diverse come simili o dissimili rispetto al significato; ma non è chiaro se si abbia questo tipo di concetto di significato. Attraverso la discussione delle argomentazioni quineane esposte in Two Dogmas of Empiricism (1951), cercheremo di mostrare come la ricerca della spiegazione dell’“avere lo stesso significato” in termini di sinonimia, porti alla dissoluzione della stessa nozione di significato, intrappolata nella circolarità di una definizione che chiama in causa nozioni intensionali indissolubilmente legate tra loro. Tenteremo tuttavia di proporre una via di uscita da questa impasse, proponendo una spiegazione alternativa alla relazione tra originale e traduzione, attraverso una rilettura del concetto di “equivalenza nella differenza” introdotto da Roman Jakobson in On Linguistic Aspects of Translation (1959).
2010
9788887524000
sinonimia; traduzione; Quine; Jakobson
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