AREA TEMATICA: Motivazioni, Emozioni, Personalità PRESENTAZIONE: poster AUTORI: Manuela Pes, Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Cagliari Maria Caterina Mura, Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Cagliari Stella Conte, Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Cagliari, conte@caspur.it Claudia Cocco, Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Cagliari TITOLO: Differenze di genere ed età negli effetti dell’introduzione dell’euro ABSTRACT BREVE: Il presente contributo descrive le reazioni e il vissuto dei consumatori nei confronti dell’introduzione e dell’utilizzo della nuova moneta europea agli esordi del suo ingresso. Gli aspetti qui considerati riguardano le differenze di genere ed età nell’atteggiamento, nella percezione e nelle rappresentazioni sociali di fronte allo sconvolgimento di consolidati meccanismi cognitivi ed emotivi di gestione del denaro. ABSTRACT INTRODUZIONE L’introduzione dell’euro ha determinato un inevitabile impatto psicologico generando nuovi processi cognitivi ed emotivi, andando a scardinare rappresentazioni consolidate, abitudini ed equilibri vecchi di generazioni. La presente ricerca indaga come l’introduzione della nuova moneta rappresenti una svolta e un cambiamento profondo nelle rappresentazioni delle persone. Ci troviamo di fronte ad una rilevante compressione della scala di misura che acquista un altro ordine di grandezza, costringendo ad uno sforzo di riflessione e di presa di coscienza dei nuovi prezzi e del valore delle cose. L’introduzione dell’euro ha generato una sottostima del valore attribuito alle monete, fenomeno legato prevalentemente alla desuetudine degli italiani all’uso delle monete metalliche di valore relativamente alto, da un punto di vista psicologico ciò determina la sensazione di non avere mai abbastanza soldi con se, spendere di più senza mai rendersene conto e percepire l’euro come una moneta con un minore potere d’acquisto rispetto alla lira, quello che gli economisti chiamano effetto povertà. Contemporaneamente poiché beni e servizi presentano prezzi numericamente più ridotti rispetto ai prezzi in lire, la percezione è quella di poter acquistare di più, generando il cosiddetto effetto ricchezza (Legrenzi,2001). A tutto questo si aggiunge il giudizio degli italiani circa come l’introduzione dell’euro, più o meno voluta, abbia effettivamente recato vantaggi di natura macroeconomica, sociale e di indentità europea per i quali valesse la pena fare qualche “sacrificio”. A tal fine ci concentreremo in questa sede su differenze di genere nell’atteggiamento verso l’euro. La letteratura rivela una maggiore competitività dei maschi ed una maggiore fiducia sulle proprie capacità di gestire il denaro e sulla disponibilità ad accettare eventuali rischi (Lynn, 1993). Inoltre si vuole indagare su differenze nell’atteggiamento in funzione dell’età. METODO La ricerca consiste nella somministrazione di un questionario ad un campione di 298 soggetti, bilanciati per genere ed età. Il questionario è strutturato, composto da 36 item, scaturiti dall’analisi del contenuto realizzata su un’intervista motivazionale somministrata in una precedente fase pilota. Il questionario è suddiviso in diverse aree di contenuto e saranno qui presentati i risultati ottenuti sui 24 item misurati su scala Likert a 5 punti. Tali item sono stati precedentemente sottoposti ad analisi delle Componenti Principali con la quale sono stati estratti 3 fattori: fattore 1: Facilità/Usabilità, saturato da item che misurano il grado di facilità o difficoltà a fare i calcoli con l’euro e ad usare le monetine; fattore 2: Processo forzato di sviluppo, composto da item che chiedono quanto l’euro sia un processo naturale di sviluppo e avvicini all’Unione Europea; fattore 3: Sottostima/Povertà saturato da item che valutano la tendenza a sottostimare la moneta, la tendenza a spendere di più senza rendersene conto e non avere mai abbastanza soldi con sé. ANALISI E RISULTATI Per verificare l’esistenza di differenze nelle risposte agli item rispetto ai fattori genere ed età, è stata effettuata un’ANOVA fattoriale (2x5x3), in cui abbiamo come variabili indipendenti il fattore genere, il fattore età (5 livelli: 20-30; 31-41; 42-52; 53-63; >64 anni) e come variabile dipendente a misure ripetute i tre fattori sopra descritti. Dai risultati emersi si evince che per quanto riguarda il fattore Facilità/Usabilità i maschi hanno meno difficoltà delle femmine ad usare l’euro, relativamente al fattore Processo forzato di sviluppo i maschi ritengono che la sua introduzione sia un processo naturale di sviluppo, mentre è il contrario per le femmine. Sul fattore Sottostima/Povertà sono le donne ad avere una tendenza più forte a sottostimare il valore delle monetine. Per quanto riguarda le fasce d’età e il fattore Facilità/Usabilità, l’ultima fascia (>64) presenta delle differenze rispetto al resto del campione, trovando più complicato usare l’euro; sul fattore Processo forzato di sviluppo è significativa la differenza tra giovani ed anziani: questi ultimi lo considerano tale, mentre i giovani la pensano favorevolmente. CONCLUSIONI Si può quindi confermare una differenza per genere nella modalità di gestire la nuova moneta. Le donne risultano meno predisposte degli uomini ad affrontare il cambiamento; i soggetti più anziani reputano il cambio della moneta un evento forzato, mentre quelli appartenenti alle fasce basse d’età giudicano il processo un evento imprescindibile e abbastanza positivo. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Censis (a cura di), Commissione Europea, Direzione Generale, Politica dei Consumatori, (1999), Passaggio all’Euro: fattori umani e sociali oltre gli aspetti monetari, Franco Angeli, Milano. D’Arpino G., Dell’Uva L., (2001), Euro giochi: sfide, prove ed esercizi con la moneta europea, Editori Riuniti, Roma. Ferrari L., Romano D.F., (1999), Mente e denaro. Introduzione alla Psicologia Economica, Raffaello Cortina Editore, Milano. Legrenzi P. (2001), L’euro in tasca, la lira nella mente e altre storie, Il Mulino, Bologna. Lynn R. (1993), Sex differences in competitivenes and the valuation of money in twenty countries, Journal of Social Psychology, 133 (4), pp. 507-511. Moscovici S., Farr R.M. (a cura di), (1984), Rappresentazioni sociali, Il Mulino, Bologna. Mussweiler T., Englich B., (2002), “Adapting to the euro: evidence from bias reduction”, in Journal of Economic Psychology, 24, pp 285-292. Rampini F., (2002), Effetto euro, Longanesi, Milano. Ruminati R., Mistri M., (a cura di), (1998), Psicologia Economica, Carocci, Roma.

Differenze di genere ed eta’ negli effetti dell’introduzione dell’euro

CONTE, STELLA;
2004-01-01

Abstract

AREA TEMATICA: Motivazioni, Emozioni, Personalità PRESENTAZIONE: poster AUTORI: Manuela Pes, Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Cagliari Maria Caterina Mura, Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Cagliari Stella Conte, Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Cagliari, conte@caspur.it Claudia Cocco, Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Cagliari TITOLO: Differenze di genere ed età negli effetti dell’introduzione dell’euro ABSTRACT BREVE: Il presente contributo descrive le reazioni e il vissuto dei consumatori nei confronti dell’introduzione e dell’utilizzo della nuova moneta europea agli esordi del suo ingresso. Gli aspetti qui considerati riguardano le differenze di genere ed età nell’atteggiamento, nella percezione e nelle rappresentazioni sociali di fronte allo sconvolgimento di consolidati meccanismi cognitivi ed emotivi di gestione del denaro. ABSTRACT INTRODUZIONE L’introduzione dell’euro ha determinato un inevitabile impatto psicologico generando nuovi processi cognitivi ed emotivi, andando a scardinare rappresentazioni consolidate, abitudini ed equilibri vecchi di generazioni. La presente ricerca indaga come l’introduzione della nuova moneta rappresenti una svolta e un cambiamento profondo nelle rappresentazioni delle persone. Ci troviamo di fronte ad una rilevante compressione della scala di misura che acquista un altro ordine di grandezza, costringendo ad uno sforzo di riflessione e di presa di coscienza dei nuovi prezzi e del valore delle cose. L’introduzione dell’euro ha generato una sottostima del valore attribuito alle monete, fenomeno legato prevalentemente alla desuetudine degli italiani all’uso delle monete metalliche di valore relativamente alto, da un punto di vista psicologico ciò determina la sensazione di non avere mai abbastanza soldi con se, spendere di più senza mai rendersene conto e percepire l’euro come una moneta con un minore potere d’acquisto rispetto alla lira, quello che gli economisti chiamano effetto povertà. Contemporaneamente poiché beni e servizi presentano prezzi numericamente più ridotti rispetto ai prezzi in lire, la percezione è quella di poter acquistare di più, generando il cosiddetto effetto ricchezza (Legrenzi,2001). A tutto questo si aggiunge il giudizio degli italiani circa come l’introduzione dell’euro, più o meno voluta, abbia effettivamente recato vantaggi di natura macroeconomica, sociale e di indentità europea per i quali valesse la pena fare qualche “sacrificio”. A tal fine ci concentreremo in questa sede su differenze di genere nell’atteggiamento verso l’euro. La letteratura rivela una maggiore competitività dei maschi ed una maggiore fiducia sulle proprie capacità di gestire il denaro e sulla disponibilità ad accettare eventuali rischi (Lynn, 1993). Inoltre si vuole indagare su differenze nell’atteggiamento in funzione dell’età. METODO La ricerca consiste nella somministrazione di un questionario ad un campione di 298 soggetti, bilanciati per genere ed età. Il questionario è strutturato, composto da 36 item, scaturiti dall’analisi del contenuto realizzata su un’intervista motivazionale somministrata in una precedente fase pilota. Il questionario è suddiviso in diverse aree di contenuto e saranno qui presentati i risultati ottenuti sui 24 item misurati su scala Likert a 5 punti. Tali item sono stati precedentemente sottoposti ad analisi delle Componenti Principali con la quale sono stati estratti 3 fattori: fattore 1: Facilità/Usabilità, saturato da item che misurano il grado di facilità o difficoltà a fare i calcoli con l’euro e ad usare le monetine; fattore 2: Processo forzato di sviluppo, composto da item che chiedono quanto l’euro sia un processo naturale di sviluppo e avvicini all’Unione Europea; fattore 3: Sottostima/Povertà saturato da item che valutano la tendenza a sottostimare la moneta, la tendenza a spendere di più senza rendersene conto e non avere mai abbastanza soldi con sé. ANALISI E RISULTATI Per verificare l’esistenza di differenze nelle risposte agli item rispetto ai fattori genere ed età, è stata effettuata un’ANOVA fattoriale (2x5x3), in cui abbiamo come variabili indipendenti il fattore genere, il fattore età (5 livelli: 20-30; 31-41; 42-52; 53-63; >64 anni) e come variabile dipendente a misure ripetute i tre fattori sopra descritti. Dai risultati emersi si evince che per quanto riguarda il fattore Facilità/Usabilità i maschi hanno meno difficoltà delle femmine ad usare l’euro, relativamente al fattore Processo forzato di sviluppo i maschi ritengono che la sua introduzione sia un processo naturale di sviluppo, mentre è il contrario per le femmine. Sul fattore Sottostima/Povertà sono le donne ad avere una tendenza più forte a sottostimare il valore delle monetine. Per quanto riguarda le fasce d’età e il fattore Facilità/Usabilità, l’ultima fascia (>64) presenta delle differenze rispetto al resto del campione, trovando più complicato usare l’euro; sul fattore Processo forzato di sviluppo è significativa la differenza tra giovani ed anziani: questi ultimi lo considerano tale, mentre i giovani la pensano favorevolmente. CONCLUSIONI Si può quindi confermare una differenza per genere nella modalità di gestire la nuova moneta. Le donne risultano meno predisposte degli uomini ad affrontare il cambiamento; i soggetti più anziani reputano il cambio della moneta un evento forzato, mentre quelli appartenenti alle fasce basse d’età giudicano il processo un evento imprescindibile e abbastanza positivo. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Censis (a cura di), Commissione Europea, Direzione Generale, Politica dei Consumatori, (1999), Passaggio all’Euro: fattori umani e sociali oltre gli aspetti monetari, Franco Angeli, Milano. D’Arpino G., Dell’Uva L., (2001), Euro giochi: sfide, prove ed esercizi con la moneta europea, Editori Riuniti, Roma. Ferrari L., Romano D.F., (1999), Mente e denaro. Introduzione alla Psicologia Economica, Raffaello Cortina Editore, Milano. Legrenzi P. (2001), L’euro in tasca, la lira nella mente e altre storie, Il Mulino, Bologna. Lynn R. (1993), Sex differences in competitivenes and the valuation of money in twenty countries, Journal of Social Psychology, 133 (4), pp. 507-511. Moscovici S., Farr R.M. (a cura di), (1984), Rappresentazioni sociali, Il Mulino, Bologna. Mussweiler T., Englich B., (2002), “Adapting to the euro: evidence from bias reduction”, in Journal of Economic Psychology, 24, pp 285-292. Rampini F., (2002), Effetto euro, Longanesi, Milano. Ruminati R., Mistri M., (a cura di), (1998), Psicologia Economica, Carocci, Roma.
2004
BIG FIVE; EURO; PERSONALITY
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