AREA TEMATICA: Psicologia animale e comparata PRESENTAZIONE: orale AUTORI: Loi B., Bini V., Conte S., Serafino E. (Dipartimento di Psicologia, Università di Cagliari) TITOLO: La percezione visiva.Dalla filogenesi all’ontogenesi. Uno studio in una colonia di Larus Cachinnans Pallas,1811. ABSTRACT BREVE: In questo studio si è preso in considerazione un importante aspetto dell'interazione predatore-preda, ovvero, il ruolo degli occhi del predatore come indice della sua pericolosita'. Si è indagato sulla modificazione dei comportamenti del gabbiano reale in risposta alla presentazione di diversi stimolo-occhi. INTRODUZIONE In questa ricerca si è voluto verificare se il gabbiano reale, oltre a discriminare il colore, sia in grado di attribuirgli un significato specifico e di conseguenza mettere in azione delle reazioni adeguate ad esso. È stato preso in considerazione un importante aspetto dell’interazione predatore- preda, ovvero il ruolo degli occhi del predatore come indice della sua pericolosità. Si è voluto indagare come si modificano le risposte dei gabbiani in rapporto alla presentazione di diversi tipi di maschere riproducenti occhi umani. Rispetto alla problematica dello stimolo occhi e della percezione visiva si è affrontata la tematica relativa alla modalità di evoluzione degli occhi. Occhio e cervello si sono evoluti attraverso un processo lento e casuale di tentativi ed errori.Da un punto di vista filogenetico, una prima risposta alla luce è la fototassi, per la quale organismi come i protozoi si dirigono verso uno stimolo luminoso. D’altra parte, possiamo dire che due linee evolutive hanno prevalso. La prima si è sviluppata negli artropodi (crostacei, insetti come l’ape e la mosca, ecc...) ed è caratterizzata dall’occhio composto, mentre la seconda linea si è sviluppata nei vertebrati (uccelli, mammiferi, uomo, ecc...) ed è caratterizzata dall’occhio a camera. Non si deve però credere che le funzioni visive migliorino lungo la scala filogenetica con un massimo di perfezione ed efficienza nella specie umana. Vi sono animali che hanno la stessa capacità dell’uomo di percepire ad esempio i colori e vi sono animali superiori all’uomo per altre proprietà come l’acuità visiva (i felini, per esempio, hanno un’acuità visiva prevalentemente al buio, in quanto hanno un occhio con prevalenza di bastoncelli). METODO La ricerca è stata condotta durante il mese di aprile e i primi giorni del mese di maggio dell’anno 2003, nell’isola Piana, in Stintino. Sono stati esaminati 11 nidi di gabbiano Reale, selezionati tra quelli che avessero nel nido almeno due uova. La procedura sperimentale prevedeva che uno degli sperimentatori, che era il “disturbatore umano”, si dirigesse verso il nido del gabbiano indossando le maschere rappresentanti gli occhi umani in cui variano la grandezza della pupilla, la direzione dello sguardo e il colore dell’iride. Le variabili dipendenti che abbiamo considerato per la misurazione delle risposte individuali sono le seguenti:allarme, fuga,volo, atterraggio, avvicinamento, nido, cova.Si è voluto quindi verificare come variano queste risposte comportamentali, in relazione alla presentazione dei diversi tipi di maschere.La procedura statistica utilizzata per l’analisi dei dati è stata quella dell’analisi della varianza. RISULTATI E CONCLUSIONI Pertanto, si può affermare che lo stimolo capace di scatenare maggior timore e aggressività è rappresentato da 1) occhi neri; 2) grandi, diametro 1.5 cm e 3) posti al centro dell’occhio. I risultati, inoltre, confermano che i gabbiani possano distinguere sia i colori che le forme e in funzione di questo tipo di analisi attribuiscono la differente pericolosità al “disturbatore”. BIBLIOGRAFIA BRAITENBERG, V e Taddei - Ferretti, C. (1966) –Lauding reaction of musca domestica in<< Naturwissenschaften>> 53, pp. 155-156 CONOVER, M. R. (1986) - Acquisition of predator information by active and passive mobbers in ring-billed gull colonies. Behaviour, 102, pp. 41-57. CONTE, S. (1999) – Mobbing e strategie di identificazione e risposta al predatore nel Gabbiano reale ( Larus argentatus michaellis). Ricerche di Psicologia, n. 3, vol. 23, pp. 123-137. CONTE, S. (2000) – Strategie differenziate di difesa in Larus cachinnans Pallas, 1811. Ricerche di Psicologia, n.1,vol. 24, pp. 125-138. COTT, (1940) – Adaptive coloration in animal. Methuen, London. FRISCH, K.V. (1951) – Nel mondo delle api. Edagricole, Bologna GREGORY, R.L., and WALLACE, J.G.(1963) – Recovery from early blindness. Exp. Psychol.Soc Monogr. N.2. GREGORY, R.L. (1991) – Occhio e cervello. La psicologia del vedere. Cortina, Milano. LAND, M.F. (1990) – Vision in other animal. In << Images and Understanding>>, Cambridge University Press, pp. 197-212. MAFFEI, L.; MECACCI, L. (1979) – La visione. A. Mondadori. POLI, M. (1981) – Psicologia animale ed etologia. Il Mulino, Bologna. POUGH, F.H.; JANIS, C.M.; HEISER, J.B. (2001) – Zoologia dei vertebrati. Casa ed. Ambrosiana. Milano.
La percezione visiva: dalla filogenesi all’ontogenesi. Uno studio in una colonia Larus Cachinnans Pallas, 1811
CONTE, STELLA;
2004-01-01
Abstract
AREA TEMATICA: Psicologia animale e comparata PRESENTAZIONE: orale AUTORI: Loi B., Bini V., Conte S., Serafino E. (Dipartimento di Psicologia, Università di Cagliari) TITOLO: La percezione visiva.Dalla filogenesi all’ontogenesi. Uno studio in una colonia di Larus Cachinnans Pallas,1811. ABSTRACT BREVE: In questo studio si è preso in considerazione un importante aspetto dell'interazione predatore-preda, ovvero, il ruolo degli occhi del predatore come indice della sua pericolosita'. Si è indagato sulla modificazione dei comportamenti del gabbiano reale in risposta alla presentazione di diversi stimolo-occhi. INTRODUZIONE In questa ricerca si è voluto verificare se il gabbiano reale, oltre a discriminare il colore, sia in grado di attribuirgli un significato specifico e di conseguenza mettere in azione delle reazioni adeguate ad esso. È stato preso in considerazione un importante aspetto dell’interazione predatore- preda, ovvero il ruolo degli occhi del predatore come indice della sua pericolosità. Si è voluto indagare come si modificano le risposte dei gabbiani in rapporto alla presentazione di diversi tipi di maschere riproducenti occhi umani. Rispetto alla problematica dello stimolo occhi e della percezione visiva si è affrontata la tematica relativa alla modalità di evoluzione degli occhi. Occhio e cervello si sono evoluti attraverso un processo lento e casuale di tentativi ed errori.Da un punto di vista filogenetico, una prima risposta alla luce è la fototassi, per la quale organismi come i protozoi si dirigono verso uno stimolo luminoso. D’altra parte, possiamo dire che due linee evolutive hanno prevalso. La prima si è sviluppata negli artropodi (crostacei, insetti come l’ape e la mosca, ecc...) ed è caratterizzata dall’occhio composto, mentre la seconda linea si è sviluppata nei vertebrati (uccelli, mammiferi, uomo, ecc...) ed è caratterizzata dall’occhio a camera. Non si deve però credere che le funzioni visive migliorino lungo la scala filogenetica con un massimo di perfezione ed efficienza nella specie umana. Vi sono animali che hanno la stessa capacità dell’uomo di percepire ad esempio i colori e vi sono animali superiori all’uomo per altre proprietà come l’acuità visiva (i felini, per esempio, hanno un’acuità visiva prevalentemente al buio, in quanto hanno un occhio con prevalenza di bastoncelli). METODO La ricerca è stata condotta durante il mese di aprile e i primi giorni del mese di maggio dell’anno 2003, nell’isola Piana, in Stintino. Sono stati esaminati 11 nidi di gabbiano Reale, selezionati tra quelli che avessero nel nido almeno due uova. La procedura sperimentale prevedeva che uno degli sperimentatori, che era il “disturbatore umano”, si dirigesse verso il nido del gabbiano indossando le maschere rappresentanti gli occhi umani in cui variano la grandezza della pupilla, la direzione dello sguardo e il colore dell’iride. Le variabili dipendenti che abbiamo considerato per la misurazione delle risposte individuali sono le seguenti:allarme, fuga,volo, atterraggio, avvicinamento, nido, cova.Si è voluto quindi verificare come variano queste risposte comportamentali, in relazione alla presentazione dei diversi tipi di maschere.La procedura statistica utilizzata per l’analisi dei dati è stata quella dell’analisi della varianza. RISULTATI E CONCLUSIONI Pertanto, si può affermare che lo stimolo capace di scatenare maggior timore e aggressività è rappresentato da 1) occhi neri; 2) grandi, diametro 1.5 cm e 3) posti al centro dell’occhio. I risultati, inoltre, confermano che i gabbiani possano distinguere sia i colori che le forme e in funzione di questo tipo di analisi attribuiscono la differente pericolosità al “disturbatore”. BIBLIOGRAFIA BRAITENBERG, V e Taddei - Ferretti, C. (1966) –Lauding reaction of musca domestica in<< Naturwissenschaften>> 53, pp. 155-156 CONOVER, M. R. (1986) - Acquisition of predator information by active and passive mobbers in ring-billed gull colonies. Behaviour, 102, pp. 41-57. CONTE, S. (1999) – Mobbing e strategie di identificazione e risposta al predatore nel Gabbiano reale ( Larus argentatus michaellis). Ricerche di Psicologia, n. 3, vol. 23, pp. 123-137. CONTE, S. (2000) – Strategie differenziate di difesa in Larus cachinnans Pallas, 1811. Ricerche di Psicologia, n.1,vol. 24, pp. 125-138. COTT, (1940) – Adaptive coloration in animal. Methuen, London. FRISCH, K.V. (1951) – Nel mondo delle api. Edagricole, Bologna GREGORY, R.L., and WALLACE, J.G.(1963) – Recovery from early blindness. Exp. Psychol.Soc Monogr. N.2. GREGORY, R.L. (1991) – Occhio e cervello. La psicologia del vedere. Cortina, Milano. LAND, M.F. (1990) – Vision in other animal. In << Images and Understanding>>, Cambridge University Press, pp. 197-212. MAFFEI, L.; MECACCI, L. (1979) – La visione. A. Mondadori. POLI, M. (1981) – Psicologia animale ed etologia. Il Mulino, Bologna. POUGH, F.H.; JANIS, C.M.; HEISER, J.B. (2001) – Zoologia dei vertebrati. Casa ed. Ambrosiana. Milano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.