Progettato nel 1937 dall’ingegnere triestino Gustavo Pulitzer Finali e realizzato in meno di un anno, il Dopolavoro per gli impiegati costituisce forse l’edificio più autenticamente moderno della piazza centrale di Carbonia, company town d’autore, concepita ed edificata negli anni trenta in seguito alla scoperta dell’imponente giacimento minerario di Serbariu nella Sardegna sud-occidentale. Qui l’arco a tutto sesto del Municipio, adagiato sul lato opposto, cede il passo ad un alto portico architravato a doppia altezza, mentre il pesante bugnato della Chiesa e della Torre Littoria, vengono sostituiti dalla nitidezza e dalla modularità del disegno di facciata, enfatizzati dalla finitura superficiale a intonaco. I disegni e i libretti di cantiere attestano l’esecuzione di un opera assolutamente “autarchica”. La povertà costruttiva dell’impianto murario si contrappone alla modernità della struttura del tetto composta da esili capriate in c.a. a struttura reticolare, prefabbricate a piè d’opera. Con la caduta del regime l’edificio ha subito modifiche sostanziali. Per questa ragione nel 2001 l’amministrazione comunale e il Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari hanno realizzato un intervento di recupero con approcci diversificati alle problematiche poste dalle nuove esigenze d’uso, dalle condizioni di degrado e modificazione, dalle discrepanze tra il progetto originario, la realizzazione e gli impropri interventi successivi.
Il Dopolavoro di Carbonia. Conservazione, recupero e riuso.
MONNI, GIUSEPPINA;SANNA, ANTONELLO;SANJUST, PAOLO
2015-01-01
Abstract
Progettato nel 1937 dall’ingegnere triestino Gustavo Pulitzer Finali e realizzato in meno di un anno, il Dopolavoro per gli impiegati costituisce forse l’edificio più autenticamente moderno della piazza centrale di Carbonia, company town d’autore, concepita ed edificata negli anni trenta in seguito alla scoperta dell’imponente giacimento minerario di Serbariu nella Sardegna sud-occidentale. Qui l’arco a tutto sesto del Municipio, adagiato sul lato opposto, cede il passo ad un alto portico architravato a doppia altezza, mentre il pesante bugnato della Chiesa e della Torre Littoria, vengono sostituiti dalla nitidezza e dalla modularità del disegno di facciata, enfatizzati dalla finitura superficiale a intonaco. I disegni e i libretti di cantiere attestano l’esecuzione di un opera assolutamente “autarchica”. La povertà costruttiva dell’impianto murario si contrappone alla modernità della struttura del tetto composta da esili capriate in c.a. a struttura reticolare, prefabbricate a piè d’opera. Con la caduta del regime l’edificio ha subito modifiche sostanziali. Per questa ragione nel 2001 l’amministrazione comunale e il Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari hanno realizzato un intervento di recupero con approcci diversificati alle problematiche poste dalle nuove esigenze d’uso, dalle condizioni di degrado e modificazione, dalle discrepanze tra il progetto originario, la realizzazione e gli impropri interventi successivi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
ARTEC 2015.pdf
Solo gestori archivio
Tipologia:
versione editoriale (VoR)
Dimensione
2.29 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.29 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.