Il contributo evidenzia l’apporto dato da Roberto Pane alla pratica progettuale e del restauro attraverso l’introduzione dell’istanza psicologica. Ciò partendo dagli scambi culturali che il Nostro aveva con alcuni studiosi, quali Paolo Atte, Antonino Lo Cascio, Marcello Pignatelli, autori di numerose ricerche pubblicate su periodici come la “Rivista di psicologia analitica” ed il “Giornale storico di psicologia dinamica”, nonché incentrandosi sugli esiti di alcuni seminari, tra cui quello di Psicologia urbana, tenutosi a Roma nel 1975, e soprattutto quello intitolato Uno spazio per esistere: urbanistica ed architettura nella psicologia del presente, organizzato dallo stesso Pane, in collaborazione con Aldo Carotenuto, nel 1978. Dunque, attraverso una puntuale analisi del suo pensiero, sensibile, com’è ben noto, alle influenze filosofiche che hanno contraddistinto la metà del XX secolo, oltre che agli apporti della psicologia, si vuole sottolineare la validità della sua speculazione, ieri quanto oggi, ovvero cogliere come il suo impegno possa costituire, per la definizione del progetto architettonico e conservativo, un momento di continuità e di sviluppo culturale futuro. Attualmente, infatti, nonostante i numerosi sforzi compiuti, gli interventi, ad ogni scala, architettonica, urbana, ambientale, sono spesso concepiti sulla mera base di regole teoriche, amministrative, tecniche, economiche, trascurando l’importanza, ben messa più volte in evidenza da Pane, di ‘fondamenti morali’, che tengano cioè conto delle ragioni psicologiche e sociali. Alla luce di tale scenario, rinnovare una riflessione sulle sue considerazioni sembra quanto mai opportuno, vivendosi un momento, quello contemporaneo, in cui si rende necessario dare concrete e attente risposte a serie problematiche ancora irrisolte; risposte che siano davvero rispettose della ‘psicologia del presente’, e dunque in grado di sostenere efficaci indirizzi d’azione.

Lo spazio esistenziale e l’istanza psicologica: attualità del pensiero di Roberto Pane

GIANNATTASIO, CATERINA
2010-01-01

Abstract

Il contributo evidenzia l’apporto dato da Roberto Pane alla pratica progettuale e del restauro attraverso l’introduzione dell’istanza psicologica. Ciò partendo dagli scambi culturali che il Nostro aveva con alcuni studiosi, quali Paolo Atte, Antonino Lo Cascio, Marcello Pignatelli, autori di numerose ricerche pubblicate su periodici come la “Rivista di psicologia analitica” ed il “Giornale storico di psicologia dinamica”, nonché incentrandosi sugli esiti di alcuni seminari, tra cui quello di Psicologia urbana, tenutosi a Roma nel 1975, e soprattutto quello intitolato Uno spazio per esistere: urbanistica ed architettura nella psicologia del presente, organizzato dallo stesso Pane, in collaborazione con Aldo Carotenuto, nel 1978. Dunque, attraverso una puntuale analisi del suo pensiero, sensibile, com’è ben noto, alle influenze filosofiche che hanno contraddistinto la metà del XX secolo, oltre che agli apporti della psicologia, si vuole sottolineare la validità della sua speculazione, ieri quanto oggi, ovvero cogliere come il suo impegno possa costituire, per la definizione del progetto architettonico e conservativo, un momento di continuità e di sviluppo culturale futuro. Attualmente, infatti, nonostante i numerosi sforzi compiuti, gli interventi, ad ogni scala, architettonica, urbana, ambientale, sono spesso concepiti sulla mera base di regole teoriche, amministrative, tecniche, economiche, trascurando l’importanza, ben messa più volte in evidenza da Pane, di ‘fondamenti morali’, che tengano cioè conto delle ragioni psicologiche e sociali. Alla luce di tale scenario, rinnovare una riflessione sulle sue considerazioni sembra quanto mai opportuno, vivendosi un momento, quello contemporaneo, in cui si rende necessario dare concrete e attente risposte a serie problematiche ancora irrisolte; risposte che siano davvero rispettose della ‘psicologia del presente’, e dunque in grado di sostenere efficaci indirizzi d’azione.
2010
978-88-317-0633-9
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