Scopo. Valutare l’utilità della ecotomografia tiroidea tradizionale e color Doppler nella diagnosi differenziale tra ipertiroidismo da gozzo multinodulare tossico (non autoimmune) e variante multinodulare del morbo di Basedow (autoimmune). Materiali e Metodi. Sono stati studiati 50 pazienti ipertiroidei non trattati (6 maschi, 44 femmine; età media 48 anni). Di questi 24 erano affetti da gozzo diffuso (gruppo A) e 26 da gozzo multinodulare (gruppo B). Di questi ultimi, 18 (gruppo B1) presentavano segni clinici (oftalmopatia basedowiana) e/o biochimici (positività per autoanticorpi antitiroide) compatibili con ipertiroidismo autoimmune (variante multinodulare del morbo di Basedow) e 8 (gruppo B2) senza alcun segno clinico né biochimico di ipertiroidismo autoimmune. In tutti i casi è stata eseguita ecografia tiroidea tradizionale e color Doppler e i dati ottenuti sono stati confrontati in ciascun paziente con i parametri biochimici e scintigrafici. Risultati. Le differenze ecografiche più significative tra il gruppo B1 e B2 erano a carico del parenchima extranodulare, che risultava nel solo gruppo B1 ipoecogeno, con vascolarizzazione parenchimale (VP) quasi esclusivamente di pattern di tipo IV e con elevati picchi sistolici parenchimali (PSP) analoghi a quanto osservato nel gruppo A. Per contro, un aumento della vascolarizzazione nodulare (VN) con pattern tipo IIIb ed elevati picchi sistolici nodulari (PSN) era rilevata solo a livello dei noduli nei pazienti del gruppo B2. Degno di rilievo era che la scintigrafia non consentiva una chiara differenziazione tra i gruppi B1 e B2. Conclusioni. L’ecografia tiroidea tradizionale, integrata con color Doppler, può rappresentare un semplice ed efficace presidio diagnostico nella diagnosi differenziale tra gozzo multinodulare tossico non autoimmune e la variante multinodulare del morbo di Basedow.
Utilità dell’ecocolor Doppler nella diagnosi differenziale tra gozzo multinodulare tossico e variante multinodulare del morbo di Basedow.
Boi F.
;Piga M.;Atzeni F.;Mariotti S.
1999-01-01
Abstract
Scopo. Valutare l’utilità della ecotomografia tiroidea tradizionale e color Doppler nella diagnosi differenziale tra ipertiroidismo da gozzo multinodulare tossico (non autoimmune) e variante multinodulare del morbo di Basedow (autoimmune). Materiali e Metodi. Sono stati studiati 50 pazienti ipertiroidei non trattati (6 maschi, 44 femmine; età media 48 anni). Di questi 24 erano affetti da gozzo diffuso (gruppo A) e 26 da gozzo multinodulare (gruppo B). Di questi ultimi, 18 (gruppo B1) presentavano segni clinici (oftalmopatia basedowiana) e/o biochimici (positività per autoanticorpi antitiroide) compatibili con ipertiroidismo autoimmune (variante multinodulare del morbo di Basedow) e 8 (gruppo B2) senza alcun segno clinico né biochimico di ipertiroidismo autoimmune. In tutti i casi è stata eseguita ecografia tiroidea tradizionale e color Doppler e i dati ottenuti sono stati confrontati in ciascun paziente con i parametri biochimici e scintigrafici. Risultati. Le differenze ecografiche più significative tra il gruppo B1 e B2 erano a carico del parenchima extranodulare, che risultava nel solo gruppo B1 ipoecogeno, con vascolarizzazione parenchimale (VP) quasi esclusivamente di pattern di tipo IV e con elevati picchi sistolici parenchimali (PSP) analoghi a quanto osservato nel gruppo A. Per contro, un aumento della vascolarizzazione nodulare (VN) con pattern tipo IIIb ed elevati picchi sistolici nodulari (PSN) era rilevata solo a livello dei noduli nei pazienti del gruppo B2. Degno di rilievo era che la scintigrafia non consentiva una chiara differenziazione tra i gruppi B1 e B2. Conclusioni. L’ecografia tiroidea tradizionale, integrata con color Doppler, può rappresentare un semplice ed efficace presidio diagnostico nella diagnosi differenziale tra gozzo multinodulare tossico non autoimmune e la variante multinodulare del morbo di Basedow.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.