In presenza di patologia autoimmune materna, la nascita di un figlio è un evento complesso da un punto di vista sia fisico sia psicologico. Questo studio, rivolto a coppie in cui la donna è affetta da malattia autoimmune, intende individuare variabili personali, relazionali e contestuali in grado di influenzare il benessere dei futuri genitori e il loro legame con il figlio. Il disegno è longitudinale, con somministrazione di questionari e interviste in gravidanza (2°-3° trimestre) e nella fase postnatale (3-4 mesi dopo il parto). Il contributo illustra dei risultati preliminari, relativi a 34 gestanti su misure di attaccamento prenatale (PAI, Müller 1993; MAAS, Condon, 1993) e romantico (ECR–R, Fraley et al., 2000), adattamento diadico (DAS, Spanier 1976), disregolazione emotiva (DERS, Gratz & Roemer, 2004), caregiving dei propri genitori (PBI, Parker et al., 1979), supporto sociale (MSPSS, Zimet et al., 1988), depressione (CES-D, Radloff 1977), fiducia nelle figure sanitarie (HCR Trust Scale, Bova et al., 2006). È emersa una correlazione significativa positiva tra attaccamento prenatale e cura fornita dalla figura paterna durante infanzia e adolescenza. Inoltre, a livelli più alti di disregolazione emotiva sono associati livelli più alti di depressione, ansia ed evitamento relazionale, livelli più bassi di supporto sociale percepito, cura parentale nell’infanzia e nell’adolescenza, consenso e coesione nella relazione di coppia. Questi primi dati suggeriscono che il ricordo di un caregiving paterno caratterizzato da affetto, calore, empatia e intimità funge da fattore protettivo rispetto al formarsi dell’attaccamento prenatale materno, mentre la disregolazione emotiva rappresenta un fattore di rischio in grado di minare il benessere psicologico delle gestanti. Emerge l’importanza di comprendere l’impatto della malattia autoimmune sulla ridefinizione degli equilibri psichici genitoriali al fine di migliorare le buone prassi nell’assistenza psicologica alle gestanti.

Transizione alla genitorialità nelle donne con patologie autoimmuni: individuazione di fattori psicosociali protettivi e di rischio

Cataudella Stefania;Lampis Jessica;Busonera Alessandra;
2018-01-01

Abstract

In presenza di patologia autoimmune materna, la nascita di un figlio è un evento complesso da un punto di vista sia fisico sia psicologico. Questo studio, rivolto a coppie in cui la donna è affetta da malattia autoimmune, intende individuare variabili personali, relazionali e contestuali in grado di influenzare il benessere dei futuri genitori e il loro legame con il figlio. Il disegno è longitudinale, con somministrazione di questionari e interviste in gravidanza (2°-3° trimestre) e nella fase postnatale (3-4 mesi dopo il parto). Il contributo illustra dei risultati preliminari, relativi a 34 gestanti su misure di attaccamento prenatale (PAI, Müller 1993; MAAS, Condon, 1993) e romantico (ECR–R, Fraley et al., 2000), adattamento diadico (DAS, Spanier 1976), disregolazione emotiva (DERS, Gratz & Roemer, 2004), caregiving dei propri genitori (PBI, Parker et al., 1979), supporto sociale (MSPSS, Zimet et al., 1988), depressione (CES-D, Radloff 1977), fiducia nelle figure sanitarie (HCR Trust Scale, Bova et al., 2006). È emersa una correlazione significativa positiva tra attaccamento prenatale e cura fornita dalla figura paterna durante infanzia e adolescenza. Inoltre, a livelli più alti di disregolazione emotiva sono associati livelli più alti di depressione, ansia ed evitamento relazionale, livelli più bassi di supporto sociale percepito, cura parentale nell’infanzia e nell’adolescenza, consenso e coesione nella relazione di coppia. Questi primi dati suggeriscono che il ricordo di un caregiving paterno caratterizzato da affetto, calore, empatia e intimità funge da fattore protettivo rispetto al formarsi dell’attaccamento prenatale materno, mentre la disregolazione emotiva rappresenta un fattore di rischio in grado di minare il benessere psicologico delle gestanti. Emerge l’importanza di comprendere l’impatto della malattia autoimmune sulla ridefinizione degli equilibri psichici genitoriali al fine di migliorare le buone prassi nell’assistenza psicologica alle gestanti.
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