I media oggi si presentano come uno dei più potenti mezzi di socializzazione e di diffusione di rappresentazioni sociali della realtà (Losito, 1998). Di conseguenza, la percezione che gli individui hanno del mondo e di se stessi è condizionata dalle “immagini patinate” di uomini, donne e famiglie offerte dai media (Capecchi, 2002). Il rapporto tra media e pubblico va comunque considerato tenendo sempre conto del contesto sociale dell’individuo (Losito, 1998). Ciò significa che ogni rappresentazione sociale è frutto dell’azione congiunta tra le informazioni proposte dai media, le caratteristiche dell’individuo e della realtà sociale di appartenenza (Wolf, 1992). Nella nostra società la rappresentazione della donna è ancora soggetta a stereotipi e semplificazioni, che non tengono conto dei cambiamenti in atto ormai da decenni nel contesto lavorativo, familiare e sociale (Mininni, 2004). La televisione propone donne belle e seducenti nel ruolo di mogli e madri, facendo riferimento a caratteristiche tipicamente/stereotipicamente associate al genere femminile (Lasio, 2006). Anche la rappresentazione delle famiglie è appiattita, semplificata, spesso idealizzata (Segrin, Nabi, 2002; Lasio, Rubanu, 2006), attraverso il ricorso al modello della famiglia nucleare e al mito dell’armonia (Stierling, 1973). Il contributo intende illustrare i risultati di una ricerca descrittiva condotta su un campione di pubblicità televisive rivolte alle famiglie finalizzata ad analizzare i modelli femminili e maschili proposti e la rappresentazione dei legami familiari.
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Titolo: | La pubblicità è maschia? |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2006 |
Abstract: | I media oggi si presentano come uno dei più potenti mezzi di socializzazione e di diffusione di rappresentazioni sociali della realtà (Losito, 1998). Di conseguenza, la percezione che gli individui hanno del mondo e di se stessi è condizionata dalle “immagini patinate” di uomini, donne e famiglie offerte dai media (Capecchi, 2002). Il rapporto tra media e pubblico va comunque considerato tenendo sempre conto del contesto sociale dell’individuo (Losito, 1998). Ciò significa che ogni rappresentazione sociale è frutto dell’azione congiunta tra le informazioni proposte dai media, le caratteristiche dell’individuo e della realtà sociale di appartenenza (Wolf, 1992). Nella nostra società la rappresentazione della donna è ancora soggetta a stereotipi e semplificazioni, che non tengono conto dei cambiamenti in atto ormai da decenni nel contesto lavorativo, familiare e sociale (Mininni, 2004). La televisione propone donne belle e seducenti nel ruolo di mogli e madri, facendo riferimento a caratteristiche tipicamente/stereotipicamente associate al genere femminile (Lasio, 2006). Anche la rappresentazione delle famiglie è appiattita, semplificata, spesso idealizzata (Segrin, Nabi, 2002; Lasio, Rubanu, 2006), attraverso il ricorso al modello della famiglia nucleare e al mito dell’armonia (Stierling, 1973). Il contributo intende illustrare i risultati di una ricerca descrittiva condotta su un campione di pubblicità televisive rivolte alle famiglie finalizzata ad analizzare i modelli femminili e maschili proposti e la rappresentazione dei legami familiari. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11584/24703 |
Tipologia: | 4.1 Contributo in Atti di convegno |