L'intervento mira a inquadrare, mediante l'analisi di testi non letterari, le dinamiche di italianizzazione in area abruzzese agli inizi dell'età moderna. La rilevanza linguistica degli Abruzzi, dovuta alla fisionomia geografica e alle vicende storiche del territorio, è stata ribadita da diversi studi che hanno mostrato come a ridosso della codificazione rinascimentale il panorama delle scriptae provenienti da tale dominio sia animato dalla presenza di molteplici fattori che hanno reso meno lineare l’affermazione del toscano (letterario) e più complessa la definizione dei rapporti tra varietà coesistenti. Una ricognizione sugli usi scritti dell'area inoltre si giustifica in considerazione del fatto che mancano quasi del tutto testimonianze relative ai secoli XVI-XVII (ulteriormente movimentati dalla dominazione iberica), cruciali per l'espansione e la stabilizzazione del canone normativo. Attraverso mirati sondaggi su testi per lo più inediti il contributo riflette sulla presenza/assenza e sulla distribuzione (microdiacronica, microdiatopica e diafasica) di alcuni fenomeni linguistici indicativi della progressiva sostituzione del volgare municipale con il toscano e, di contro, segnalare la resistenza o, viceversa, il rigetto (anche come iperdistanziamento) di tratti fortemente localistici.
Processi di italianizzazione, varietà di norma e lingua d’uso negli Abruzzi agli inizi dell’età moderna
Rita Fresu
2018-01-01
Abstract
L'intervento mira a inquadrare, mediante l'analisi di testi non letterari, le dinamiche di italianizzazione in area abruzzese agli inizi dell'età moderna. La rilevanza linguistica degli Abruzzi, dovuta alla fisionomia geografica e alle vicende storiche del territorio, è stata ribadita da diversi studi che hanno mostrato come a ridosso della codificazione rinascimentale il panorama delle scriptae provenienti da tale dominio sia animato dalla presenza di molteplici fattori che hanno reso meno lineare l’affermazione del toscano (letterario) e più complessa la definizione dei rapporti tra varietà coesistenti. Una ricognizione sugli usi scritti dell'area inoltre si giustifica in considerazione del fatto che mancano quasi del tutto testimonianze relative ai secoli XVI-XVII (ulteriormente movimentati dalla dominazione iberica), cruciali per l'espansione e la stabilizzazione del canone normativo. Attraverso mirati sondaggi su testi per lo più inediti il contributo riflette sulla presenza/assenza e sulla distribuzione (microdiacronica, microdiatopica e diafasica) di alcuni fenomeni linguistici indicativi della progressiva sostituzione del volgare municipale con il toscano e, di contro, segnalare la resistenza o, viceversa, il rigetto (anche come iperdistanziamento) di tratti fortemente localistici.File | Dimensione | Formato | |
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