In Europa, intorno alla metà del Quattrocento, l’avvento delle bocche da fuoco da avvio ad un processo di adeguamento e ammodernamento delle difese di matrice medievale alle mutate strategie di guerra. Nell’ultimo trentennio del XV secolo le tecniche ossidionali progrediscono molto velocemente senza peraltro raggiungere un livello di affidabilità tale da consentire un completo abbandono dei sistemi tradizionali e il periodo compreso tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento si contraddistingue per una ricerca di soluzioni che garantissero un adeguamento delle difese, laddove non era possibile un completo rifacimento delle fortificazioni esistenti. Le architetture che caratterizzano questo momento storico sono state definite di transizione ma di fatto rappresentano precise risposte a precise condizioni di guerra queste sì transitorie. Il paesaggio storico urbano di Cagliari conserva alcune testimonianze di questo passaggio formale delle cosiddette fortificazioni alla moderna e tra queste il baluardo “Dusay”, un'opera realizzata tra fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento nell’area di San Pancrazio per la difesa del fronte nord del Castello. Il modello impiegato, aspramente criticato ad inizio Cinquecento dagli esperti nell'arte di fabbricar fortezze e voluto da un viceré ancora privo dell’assistenza tecnica di uno specialista, troverà ben presto un riutilizzo al servizio dell’opera a tenaglia realizzata a partire dal 1558 e le cui vicende costruttive sono descritte nei documenti d’archivio e nei precisi disegni redatti dagli ingegneri militari attivi all’epoca in Sardegna. Qui risiede la specificità del baluardo Dusay; la sua presenza e conservazione, la sua analisi stilistica e costruttiva permettono l’osservazione delle trasformazioni intercorse e l'esame delle soluzioni progettuali impiegate nel Mediterraneo spagnolo tra la fine del Quattrocento e la seconda metà del Cinquecento.
Il baluardo Dusay nell’area di San Pancrazio a Cagliari: una architettura militare "in transizione" tra medioevo ed età moderna
Pirinu Andrea
2018-01-01
Abstract
In Europa, intorno alla metà del Quattrocento, l’avvento delle bocche da fuoco da avvio ad un processo di adeguamento e ammodernamento delle difese di matrice medievale alle mutate strategie di guerra. Nell’ultimo trentennio del XV secolo le tecniche ossidionali progrediscono molto velocemente senza peraltro raggiungere un livello di affidabilità tale da consentire un completo abbandono dei sistemi tradizionali e il periodo compreso tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento si contraddistingue per una ricerca di soluzioni che garantissero un adeguamento delle difese, laddove non era possibile un completo rifacimento delle fortificazioni esistenti. Le architetture che caratterizzano questo momento storico sono state definite di transizione ma di fatto rappresentano precise risposte a precise condizioni di guerra queste sì transitorie. Il paesaggio storico urbano di Cagliari conserva alcune testimonianze di questo passaggio formale delle cosiddette fortificazioni alla moderna e tra queste il baluardo “Dusay”, un'opera realizzata tra fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento nell’area di San Pancrazio per la difesa del fronte nord del Castello. Il modello impiegato, aspramente criticato ad inizio Cinquecento dagli esperti nell'arte di fabbricar fortezze e voluto da un viceré ancora privo dell’assistenza tecnica di uno specialista, troverà ben presto un riutilizzo al servizio dell’opera a tenaglia realizzata a partire dal 1558 e le cui vicende costruttive sono descritte nei documenti d’archivio e nei precisi disegni redatti dagli ingegneri militari attivi all’epoca in Sardegna. Qui risiede la specificità del baluardo Dusay; la sua presenza e conservazione, la sua analisi stilistica e costruttiva permettono l’osservazione delle trasformazioni intercorse e l'esame delle soluzioni progettuali impiegate nel Mediterraneo spagnolo tra la fine del Quattrocento e la seconda metà del Cinquecento.File | Dimensione | Formato | |
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