Il costruito storico “minore” costituisce un patrimonio ancora pesantemente attraversato dall'abbandono e dal degrado, per lo più oggetto di modificazioni "senza qualità", inconsapevoli dei valori con cui si confrontano, su cui si basa la cultura dell’abitare e del costruire locale. La Sardegna interna, costituisce in questo campo un caso paradigmatico su scala mediterranea. La sua architettura popolare, infatti, è ormai assoggettata a vincolo paesaggistico a seguito dell'approvazione del Piano Regionale del 2006, ed è considerata uno dei punti di forza per un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Il riuso di questo patrimonio, essenzialmente di iniziativa privata, ma per il quale operano anche interventi pubblici, costituisce una strategia decisiva per la conservazione attiva, e il recupero sostenibile un importante strumento operativo. Il contributo illustra il recupero e il riuso di due case tradizionali risalenti alla prima metà dell’800, nell’abitato di Pau (regione storica della Marmilla), con un approccio che pone in relazione la costruzione locale con le istanze di innovazione poste dalla contemporaneità. L’intervento si fonda sulla reinterpretazione del potenziale di lunga durata dell’architettura storica attraverso modalità che esplorano i gradi di compatibilità/sostenibilità per adattare, trasformare e riusare le due case come contenitori pubblici a destinazione socio-culturale. La lunga stagione del recupero in Sardegna, avviata con la conoscenza del costruito tradizionale poi confluita in maniera più sistematica nei manuali del recupero dei centri storici, sta quindi avviando una fase più operativa, che consente di verificare punti di forza e di debolezza della strategia delle linee guida e della manualistica come regola non impositiva ma argomentativa.

Recupero sostenibile dell’architettura tradizionale in Sardegna: un progetto di riuso per due case storiche della Marmilla

Carlo Atzeni
2018-01-01

Abstract

Il costruito storico “minore” costituisce un patrimonio ancora pesantemente attraversato dall'abbandono e dal degrado, per lo più oggetto di modificazioni "senza qualità", inconsapevoli dei valori con cui si confrontano, su cui si basa la cultura dell’abitare e del costruire locale. La Sardegna interna, costituisce in questo campo un caso paradigmatico su scala mediterranea. La sua architettura popolare, infatti, è ormai assoggettata a vincolo paesaggistico a seguito dell'approvazione del Piano Regionale del 2006, ed è considerata uno dei punti di forza per un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Il riuso di questo patrimonio, essenzialmente di iniziativa privata, ma per il quale operano anche interventi pubblici, costituisce una strategia decisiva per la conservazione attiva, e il recupero sostenibile un importante strumento operativo. Il contributo illustra il recupero e il riuso di due case tradizionali risalenti alla prima metà dell’800, nell’abitato di Pau (regione storica della Marmilla), con un approccio che pone in relazione la costruzione locale con le istanze di innovazione poste dalla contemporaneità. L’intervento si fonda sulla reinterpretazione del potenziale di lunga durata dell’architettura storica attraverso modalità che esplorano i gradi di compatibilità/sostenibilità per adattare, trasformare e riusare le due case come contenitori pubblici a destinazione socio-culturale. La lunga stagione del recupero in Sardegna, avviata con la conoscenza del costruito tradizionale poi confluita in maniera più sistematica nei manuali del recupero dei centri storici, sta quindi avviando una fase più operativa, che consente di verificare punti di forza e di debolezza della strategia delle linee guida e della manualistica come regola non impositiva ma argomentativa.
2018
978-88-492-3659-0
The "minor" historical building is a heritage still heavily traversed by abandonment and degradation, mostly subject to "quality-free" modifications, unaware of the values with which they are compared, on which the local culture of living and building is based. Inland Sardinia constitutes in this field a paradigmatic case on a Mediterranean scale. Its popular architecture, in fact, is now subject to a landscape constraint following the approval of the Regional Plan of 2006, and is considered one of the strengths for a new model of sustainable development. The reuse of this heritage, essentially of private initiative, but for which public interventions also operate, is a decisive strategy for active conservation, and sustainable recovery is an important operational tool. The contribution illustrates the recovery and reuse of two traditional houses dating back to the first half of the 19th century, in the village of Pau (historical region of Marmilla), with an approach that relates the local construction with the demands of innovation posed by contemporaneity. The intervention is based on the reinterpretation of the long-term potential of historical architecture through ways that explore the degrees of compatibility / sustainability to adapt, transform and reuse the two houses as public buildings for socio-cultural purposes. The long season of recovery in Sardinia, started with the knowledge of the traditional building then merged in a more systematic manner in the manuals of the recovery of historic centers, is therefore starting a more operational phase, which allows to verify the strengths and weaknesses of the strategy of the guidelines and manuals as a non-taxing but argumentative rule.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Reuso_Atzeni_2018.pdf

Solo gestori archivio

Tipologia: versione editoriale
Dimensione 6.04 MB
Formato Adobe PDF
6.04 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/256826
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact