The “concluded house” paradigm as a result of a project aimed at satisfying a priori established functional program, linked to a very short time needs, is no longer compatible with the need for sustainable development to which today, with the building crisis, we are called to deal with. Families change their needs to cope the change in the family size and economic, social and work situation. Not so successful makes the “concluded house”. In Italy, and especially in the poorest economies, the house is a good that passes on to future generations and therefore the design choices influence the range of subsequent opportunities for reuse or the economic effort and resources necessary for his adaptation. A “modular house”, able to adapt itself to different living scenarios that can happen at a later time, by adding modules codified in dimensions and assembly methods, can be the solution to combine the paradigm of environmental sustainability and reuse with that of the home as a transgenerational good that guarantees hereditary cultural continuity. Yet the relaunch of this principle does not require new products of the mind, but it is sufficient to rediscover the past, when the modularity of the accommodation derived from normative questions and modular evolution was ordinary in most of our historic centers. The paper, retracing the typological evolution of the terraced house of the historic center of Iglesias, a medieval city in south-western region of Sardinia, and comparing them with some contemporary international project, summarize some strongly current principles, inspired more from conditions of necessity than from rational choices, which can be applied to the paradigm of the “modular house” in response to the current models of the contemporary building identity crisis.

Il paradigma della “casa conclusa” frutto di un progetto mirato a soddisfare un programma funzionale stabilito a priori, legato alle necessità di un arco temporale assai ridotto, non è più compatibile con l’esigenza di sviluppo sostenibile con il quale oggi, con la crisi edilizia, siamo chiamati a confrontarci. Le famiglie, ossia gli utenti dell’edilizia cosiddetta “di base”, mutano le loro esigenze durante il corso della propria vita per far fronte al variare della composizione del nucleo familiare, delle situazioni economica, sociale e lavorativa. Non altrettanto riesce a fare la casa conclusa. In Italia, e nelle economie più povere in misura maggiore, la casa è un bene che si trasmette alle generazioni future. Pertanto, le scelte impostate in sede di progetto si ripercuotono sul ventaglio di opportunità per un successivo riutilizzo o sullo sforzo economico e di risorse necessari per il suo adattamento. Una casa modulare, in grado di adattarsi a diversi scenari abitativi, verificabili anche in tempi successivi, per mezzo dell’aggiunta di moduli codificati nelle dimensioni e nelle modalità di assemblaggio, può essere la soluzione per coniugare il paradigma della sostenibilità ambientale e del riuso con quello della casa come bene transgenerazionale che garantisce la continuità culturale ereditaria. Eppure, il rilancio di questo principio non necessita di nuovi prodotti della mente. È sufficiente riscoprire il passato quando la modularità dell’alloggio derivava da questioni normative e l’evoluzione modulare era una condizione ordinaria nella maggior parte dei nostri centri storici. Il paper, ripercorrendo l’evoluzione tipologica della casa a schiera del centro storico di Iglesias, città medievale nella regione sudoccidentale della Sardegna, e confrontandoli con alcuni progetti contemporanei di scala internazionale, sintetizza alcuni principi fortemente attuali che possono applicarsi al paradigma della casa modulare in risposta ai modelli della crisi dell’identità edilizia attuale.

L’EDILIZIA MODULARE: LA LEZIONE DELLA CASA A SCHIERA STO RICA DI IGLESIAS

Fausto Cuboni
Primo
;
Laura Brandinu
Secondo
;
Leonardo G. F. Cannas
Penultimo
2018-01-01

Abstract

The “concluded house” paradigm as a result of a project aimed at satisfying a priori established functional program, linked to a very short time needs, is no longer compatible with the need for sustainable development to which today, with the building crisis, we are called to deal with. Families change their needs to cope the change in the family size and economic, social and work situation. Not so successful makes the “concluded house”. In Italy, and especially in the poorest economies, the house is a good that passes on to future generations and therefore the design choices influence the range of subsequent opportunities for reuse or the economic effort and resources necessary for his adaptation. A “modular house”, able to adapt itself to different living scenarios that can happen at a later time, by adding modules codified in dimensions and assembly methods, can be the solution to combine the paradigm of environmental sustainability and reuse with that of the home as a transgenerational good that guarantees hereditary cultural continuity. Yet the relaunch of this principle does not require new products of the mind, but it is sufficient to rediscover the past, when the modularity of the accommodation derived from normative questions and modular evolution was ordinary in most of our historic centers. The paper, retracing the typological evolution of the terraced house of the historic center of Iglesias, a medieval city in south-western region of Sardinia, and comparing them with some contemporary international project, summarize some strongly current principles, inspired more from conditions of necessity than from rational choices, which can be applied to the paradigm of the “modular house” in response to the current models of the contemporary building identity crisis.
2018
978-88-96386-74-3
Il paradigma della “casa conclusa” frutto di un progetto mirato a soddisfare un programma funzionale stabilito a priori, legato alle necessità di un arco temporale assai ridotto, non è più compatibile con l’esigenza di sviluppo sostenibile con il quale oggi, con la crisi edilizia, siamo chiamati a confrontarci. Le famiglie, ossia gli utenti dell’edilizia cosiddetta “di base”, mutano le loro esigenze durante il corso della propria vita per far fronte al variare della composizione del nucleo familiare, delle situazioni economica, sociale e lavorativa. Non altrettanto riesce a fare la casa conclusa. In Italia, e nelle economie più povere in misura maggiore, la casa è un bene che si trasmette alle generazioni future. Pertanto, le scelte impostate in sede di progetto si ripercuotono sul ventaglio di opportunità per un successivo riutilizzo o sullo sforzo economico e di risorse necessari per il suo adattamento. Una casa modulare, in grado di adattarsi a diversi scenari abitativi, verificabili anche in tempi successivi, per mezzo dell’aggiunta di moduli codificati nelle dimensioni e nelle modalità di assemblaggio, può essere la soluzione per coniugare il paradigma della sostenibilità ambientale e del riuso con quello della casa come bene transgenerazionale che garantisce la continuità culturale ereditaria. Eppure, il rilancio di questo principio non necessita di nuovi prodotti della mente. È sufficiente riscoprire il passato quando la modularità dell’alloggio derivava da questioni normative e l’evoluzione modulare era una condizione ordinaria nella maggior parte dei nostri centri storici. Il paper, ripercorrendo l’evoluzione tipologica della casa a schiera del centro storico di Iglesias, città medievale nella regione sudoccidentale della Sardegna, e confrontandoli con alcuni progetti contemporanei di scala internazionale, sintetizza alcuni principi fortemente attuali che possono applicarsi al paradigma della casa modulare in risposta ai modelli della crisi dell’identità edilizia attuale.
construction history and preservation; Iglesias; typological analisys; modular house; terraced house
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/256838
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