Il presente lavoro si propone di ricostruire, attraverso l’analisi delle descrizioni della città di Parigi in testi narrativi degli anni ’30, alcuni modelli spazio-temporali, paradigmi discorsivi e alcune concezioni esistenziali che fondano, organizzano e danno vita a una, più o meno, condivisa visione del mondo. L’orizzonte teorico che feconda lo studio è, come d’altronde la parole spesso ambivalente degli autori trattati, essenzialmente “ibrido”, nato cioè dall’incontro di culture e saperi spesso divergenti. Si parte dall’analisi comparativa di Tropic of Cancer di Henry Miller e del Paysan de Paris di Louis Aragon, unico testo degli anni ’20, per svelare il comune paradosso descrittivo alla base del tentativo di rifondazione ontologica della realtà. Si procede poi con l’analisi di Tender is the night di F.S Fitzgerald e di Nightwood di Djuna Barnes, due testi che, pur molto diversi, condividono la rappresentazione sostanzialmente derealizzata della città, sulla base di un insieme di motivi e di espedienti descrittivi e anche, ovviamente, della fondamentale esperienza dell’esilio. Nel III capitolo l’attenzione si sposta sulla rappresentazione del tradimento di Parigi, la grande courtisane chiamata bitch da Sasha Jensen, la narratrice omodiegetica di Good morning, midnight di Jean Rhys e identificata con Babilonia nel racconto Balyon Revisited di Fitzgerald. Nel IV capitolo si analizza il folgorante Voyage au bout de la nuit, romanzo di Louis Ferdinand Destouches, in arte Céline, pubblicato nel 1932.
Le descrizioni di Parigi negli anni '30. Paradigmi spazio-temporali, concezioni esistenziali e modelli di scrittura
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2008-01-21
Abstract
Il presente lavoro si propone di ricostruire, attraverso l’analisi delle descrizioni della città di Parigi in testi narrativi degli anni ’30, alcuni modelli spazio-temporali, paradigmi discorsivi e alcune concezioni esistenziali che fondano, organizzano e danno vita a una, più o meno, condivisa visione del mondo. L’orizzonte teorico che feconda lo studio è, come d’altronde la parole spesso ambivalente degli autori trattati, essenzialmente “ibrido”, nato cioè dall’incontro di culture e saperi spesso divergenti. Si parte dall’analisi comparativa di Tropic of Cancer di Henry Miller e del Paysan de Paris di Louis Aragon, unico testo degli anni ’20, per svelare il comune paradosso descrittivo alla base del tentativo di rifondazione ontologica della realtà. Si procede poi con l’analisi di Tender is the night di F.S Fitzgerald e di Nightwood di Djuna Barnes, due testi che, pur molto diversi, condividono la rappresentazione sostanzialmente derealizzata della città, sulla base di un insieme di motivi e di espedienti descrittivi e anche, ovviamente, della fondamentale esperienza dell’esilio. Nel III capitolo l’attenzione si sposta sulla rappresentazione del tradimento di Parigi, la grande courtisane chiamata bitch da Sasha Jensen, la narratrice omodiegetica di Good morning, midnight di Jean Rhys e identificata con Babilonia nel racconto Balyon Revisited di Fitzgerald. Nel IV capitolo si analizza il folgorante Voyage au bout de la nuit, romanzo di Louis Ferdinand Destouches, in arte Céline, pubblicato nel 1932.File | Dimensione | Formato | |
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