Scopo del presente lavoro di tesi è di contribuire allo sviluppo di metodologie per l’indagine dei fenomeni di inquinamento nelle aree minerarie della Sardegna con un approccio che integra le conoscenze mineralogiche con dati telerilevati. Tale finalità è stata perseguita attraverso lo studio di alcune aree minerarie del distretto minerario piombo-zincifero di Montevecchio - Ingurtosu - Gennamari, in cui problemi ambientali sono noti e studiati da tempo (Fanfani,1996; Da Pelo, 1998; Caboi e al., 1999, Biddau e al., 2001). In particolare, si è preso in considerazione: l’area del bacino di sterili di Piccalinna, in cui si ritrovano abbancati gli sterili di trattamento e coltivazione stimati approssimativamente in 5 milioni di metri cubi (Da Pelo,1998), e il bacino idrografico del Rio Naracauli, all’interno del quale si rinvengono notevoli quantità di materiali di scarto accumulati nei piazzali e nei bacini di decantazione. Dopo un attenta ricerca bibliografica e un esame dei vari tipi di immagini satellitari disponibili sul mercato si è deciso di utilizzare le immagini del sensore Aster (Advanced Spacerborne Thermal Emission and Reflection Radiometer), che ben si prestano agli studi di carattere ambientale e per il monitoraggio dell’ambiente, in particolare negli intervalli VNIR(visibile-infrarosso vicino, 0,52 – 0,86 μm) e SWIR (infrarosso a corta lunghezza d’onda,1,60 – 2,43 μm). Più esattamente, nell’intervallo VNIR è possibile l’identificazione di minerali in cui sono presenti metalli di transizione come il ferro, mentre nell’intervallo SWIR ricadono le bande di riflettanza caratteristiche di minerali come carbonati, solfati, ossidi e idrossidi. Per tarare e validare opportunamente gli spettri da satellite, sono stati acquisiti con lo spettroradiometro da campo modello Macam SR-9050, in dotazione nel Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Cagliari presso il laboratorio Telegis, in grado di acquisire sia valori di riflettanza e/o d’irradianza in un intervallo di 400-2500 nm. In ogni punto in cui sono state fatte le acquisizioni con lo spettroradiometro, sono stati prelevati dei campioni di suolo al fine di determinare i minerali presenti mediante analisi per diffrazione dei raggi X. Il confronto tra tutti questi dati ha permesso di trarre delle conclusioni sulle possibili applicazioni dell’interpretazione delle immagini da satellite per il telerilevamento ambientale in aree minerarie
Studio integrato di aree minerarie della Sardegna tramite telerilevamento e analisi mineralogiche
BALVIS , TERESA
2008-03-28
Abstract
Scopo del presente lavoro di tesi è di contribuire allo sviluppo di metodologie per l’indagine dei fenomeni di inquinamento nelle aree minerarie della Sardegna con un approccio che integra le conoscenze mineralogiche con dati telerilevati. Tale finalità è stata perseguita attraverso lo studio di alcune aree minerarie del distretto minerario piombo-zincifero di Montevecchio - Ingurtosu - Gennamari, in cui problemi ambientali sono noti e studiati da tempo (Fanfani,1996; Da Pelo, 1998; Caboi e al., 1999, Biddau e al., 2001). In particolare, si è preso in considerazione: l’area del bacino di sterili di Piccalinna, in cui si ritrovano abbancati gli sterili di trattamento e coltivazione stimati approssimativamente in 5 milioni di metri cubi (Da Pelo,1998), e il bacino idrografico del Rio Naracauli, all’interno del quale si rinvengono notevoli quantità di materiali di scarto accumulati nei piazzali e nei bacini di decantazione. Dopo un attenta ricerca bibliografica e un esame dei vari tipi di immagini satellitari disponibili sul mercato si è deciso di utilizzare le immagini del sensore Aster (Advanced Spacerborne Thermal Emission and Reflection Radiometer), che ben si prestano agli studi di carattere ambientale e per il monitoraggio dell’ambiente, in particolare negli intervalli VNIR(visibile-infrarosso vicino, 0,52 – 0,86 μm) e SWIR (infrarosso a corta lunghezza d’onda,1,60 – 2,43 μm). Più esattamente, nell’intervallo VNIR è possibile l’identificazione di minerali in cui sono presenti metalli di transizione come il ferro, mentre nell’intervallo SWIR ricadono le bande di riflettanza caratteristiche di minerali come carbonati, solfati, ossidi e idrossidi. Per tarare e validare opportunamente gli spettri da satellite, sono stati acquisiti con lo spettroradiometro da campo modello Macam SR-9050, in dotazione nel Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Cagliari presso il laboratorio Telegis, in grado di acquisire sia valori di riflettanza e/o d’irradianza in un intervallo di 400-2500 nm. In ogni punto in cui sono state fatte le acquisizioni con lo spettroradiometro, sono stati prelevati dei campioni di suolo al fine di determinare i minerali presenti mediante analisi per diffrazione dei raggi X. Il confronto tra tutti questi dati ha permesso di trarre delle conclusioni sulle possibili applicazioni dell’interpretazione delle immagini da satellite per il telerilevamento ambientale in aree minerarieFile | Dimensione | Formato | |
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