Ogni volta che un nuovo sistema produttivo viene messo in atto si assiste a dei cambiamenti relativi alla formazione e crescita della città e del territorio, nonché ad un'opportunità evolutiva — di crisi e ridiscussione - per la disciplina dell'architettura e per i metodi dell'urbanistica. Nella strategia integrata e onnicomprensiva posta in atto dagli attori decisionali per l'economia basata sulla conoscenza e l'innovatione, al progetto urbano è richiesto un ruolo attivo. Questo è chiamato a riconoscere e diagrammare il sistema in cui si muove e rispondere a questo con l'architettura. Se la posizione di partenza è che all'interno delle trasformazioni socio-culturali-economiche il compito dell'architettura è comunque sempre quello di definizione spatiale/formale, la tesi si pone come obbiettivo un'operazione di 'traslazione'. La traslazione a cui ci riferiamo consiste nel tentativo di inserirsi in un fenomeno — quello dell'economia dell'innovazione - attraverso una 'disciplina altra'. In altre parole, nel tentativo di restituire la dimensione 'spazio' alle questioni sollevate dall'economia. La tesi qui discussa si fonda principalmente su due ipotesi. La prima ipotesi afferma la natura urbana delle nuove forme di economia, e quindi la centralità del progetto dei tessuti di relazione nella formazione di ambienti (environments) favorevoli alla crescita e alla proliferazione della nuova economia. Da sempre alla base del progetto urbano, il progetto dei tessuti di relazione assume oggi una rinnovata rilevanza come parte di una strategia economica che tende ad informare l'intera realtà. La seconda ipotesi riconosce come associati alle nuove forme di economia degli assetti spaziali che, ancora in evoluzione, dcon gurano il rapporto tra città e isole produttive/di consumo/abitative disperse, all'interno di un'entità di progetto metropolitana o regionale caratterizzata da un'estesa tendenza urbanizzante. Se l'ultima fase dell'economia industriale fordista aveva portato ad una geografia di decentralizzazione in una suburbanizzazione estrema che non mostrava alcun bisogno di città, le nuove forme di economia attivano una riconquista dell'urbano. Questa si esplica nella effettiva rioccupatione del 'downtown' della città tradizionale attraverso una gentrificazione selettiva. E' però una riconquista della città tradizionale all'interno del 'anti-urbano' costruito dall'ultima fase del moderno. Quindi, a causa di un'estensione dell'intelligenza dell'urbanità alla dimensione regionale suburbana, suburbio e città si riconfigurano al di fuori del loro tradizionale significato dicotomico. L'urbanizzazione dei luoghi per l'innovazione è quindi da leggere all'interno dei processi economici (urbanizzanti) da un lato e della ridefinizione stessa dell'urbanità dall'altro.

The Urbanisation of Innovation Environments. Architecture and Urbanism in the Post-Fordist Economy

PUDDU, SABRINA
2011-02-01

Abstract

Ogni volta che un nuovo sistema produttivo viene messo in atto si assiste a dei cambiamenti relativi alla formazione e crescita della città e del territorio, nonché ad un'opportunità evolutiva — di crisi e ridiscussione - per la disciplina dell'architettura e per i metodi dell'urbanistica. Nella strategia integrata e onnicomprensiva posta in atto dagli attori decisionali per l'economia basata sulla conoscenza e l'innovatione, al progetto urbano è richiesto un ruolo attivo. Questo è chiamato a riconoscere e diagrammare il sistema in cui si muove e rispondere a questo con l'architettura. Se la posizione di partenza è che all'interno delle trasformazioni socio-culturali-economiche il compito dell'architettura è comunque sempre quello di definizione spatiale/formale, la tesi si pone come obbiettivo un'operazione di 'traslazione'. La traslazione a cui ci riferiamo consiste nel tentativo di inserirsi in un fenomeno — quello dell'economia dell'innovazione - attraverso una 'disciplina altra'. In altre parole, nel tentativo di restituire la dimensione 'spazio' alle questioni sollevate dall'economia. La tesi qui discussa si fonda principalmente su due ipotesi. La prima ipotesi afferma la natura urbana delle nuove forme di economia, e quindi la centralità del progetto dei tessuti di relazione nella formazione di ambienti (environments) favorevoli alla crescita e alla proliferazione della nuova economia. Da sempre alla base del progetto urbano, il progetto dei tessuti di relazione assume oggi una rinnovata rilevanza come parte di una strategia economica che tende ad informare l'intera realtà. La seconda ipotesi riconosce come associati alle nuove forme di economia degli assetti spaziali che, ancora in evoluzione, dcon gurano il rapporto tra città e isole produttive/di consumo/abitative disperse, all'interno di un'entità di progetto metropolitana o regionale caratterizzata da un'estesa tendenza urbanizzante. Se l'ultima fase dell'economia industriale fordista aveva portato ad una geografia di decentralizzazione in una suburbanizzazione estrema che non mostrava alcun bisogno di città, le nuove forme di economia attivano una riconquista dell'urbano. Questa si esplica nella effettiva rioccupatione del 'downtown' della città tradizionale attraverso una gentrificazione selettiva. E' però una riconquista della città tradizionale all'interno del 'anti-urbano' costruito dall'ultima fase del moderno. Quindi, a causa di un'estensione dell'intelligenza dell'urbanità alla dimensione regionale suburbana, suburbio e città si riconfigurano al di fuori del loro tradizionale significato dicotomico. L'urbanizzazione dei luoghi per l'innovazione è quindi da leggere all'interno dei processi economici (urbanizzanti) da un lato e della ridefinizione stessa dell'urbanità dall'altro.
feb-2011
Campus
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